Fontanot: differenze tra le versioni

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Nacque a [[Fiume (Croazia)|Fiume]] nel [[1912]] e morì a [[Palmanova]] nell'agosto [[1944]]. Figlio di Giovanni Fontanot, entrò, dopo l'[[8 settembre 1943]], nella Resistenza, assieme al fratello maggiore Armido, assumendo il grado di comandante della Brigata [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] della [[Divisione Garibaldi Friuli]]. Conosciuto con il nome di battaglia di "Bruno", nel luglio del 1944 venne riconosciuto da un manipolo di [[fascisti]] e, quando già era riuscito a sfuggire alla cattura in sella a una bicicletta, si trovò innanzi a un gruppo di [[SS]] che gli sbarrarono la strada per il ponte di [[Pieris (San Canzian d'Isonzo)|Pieris]], nei pressi di [[Gorizia]]. Ingaggiato uno scontro a fuoco con i militi tedeschi, si tuffò ferito nell'[[Isonzo]], mettendosi in salvo e riprendendo il proprio posto nella lotta partigiana. Catturato nell'agosto del 1944 nel corso di un rastrellamento, temendo di non resistere alle torture cui sarebbe stato sottoposto dai nazifascisti per estorcergli informazioni, preferì impiccarsi nella caserma "Piave" di [[Palmanova]] dove era detenuto. Circa quattro mesi prima, il fratello maggiore Armido era morto vilmente assassinato dai fascisti.
 
=== Armido Fontanot <ref>[http://www.anpi.it/uomini/fontanot_armido.htm Armido Fontanot ANPI]</ref> ===
Nato a Trieste il 28 febbraio 1900 e morto a Cepletischis (Udine) il 27 o 28 giugno 1944, operaio. Fratello maggiore di Licio<ref>[http://www.anpi.it/uomini/fontanot_licio.htm Licio Fontanot da ANPI]</ref>, subito dopo l'8 settembre 1943 entrò nella Resistenza friulana. Fu uno dei primi combattenti antifascisti insieme a Stojan Furlan, [[Carlo Màslo]] e [[Giovanni Pezza]]. Divenuto commissario di battaglione della [[Brigata Garibaldi Trieste]], con il nome di battaglia di "Spartaco", partecipò a numerose azioni, dando prova di grande coraggio. Fra queste ricordiamo l'attacco del 24 maggio 1944, che "Spartaco" ed i partigiani da lui guidati effettuarono contro il presidio degli alpini repubblichini alloggiati nella scuola di [[Dornberk]] ([[Montespino]]) nei pressi di [[Nova Gorica]], attaccando allo stesso tempo anche i presidi del Molino alle pendici del monte [[Monte Thabor|Tabor]] e quello posizionato in prossimità del ponte di [[Sassetto]]. Furono uccisi diversi fascisti soldati delldella Repubblica Sociale, mentre altri riuscirono a fuggire, ed 87 chiesero la resa. La maggior parte dei repubblichini catturati espressero la volontà di arruolarsi fra le file della Resistenza. "Spartaco" dovette indagare sulla buona fede di questi ultimi e provvedere alla loro preparazione militare. Il 26 giugno, con l'approvazione del comando della brigata, li radunò per condurli nel [[Collio (territorio)|Collio]], dove le bande partigiane che operavano in zona avevano urgente bisogno di uomini da arruolare. Il sottotenente Giobatta Brandoni di Buia (Udine), con Michele Gervasoni di Udine e Pietro Castellini di Tarcento, pugnalarono nel sonno "Spartaco", che si era fidato di loro, prima di arrivare al [[Collio (territorio)|Collio]] per poi raggiungere un distaccamento tedesco. La maggioranza degli altri repubblichini fuggì per paura che i traditori li vendessero ai tedeschi, ma otto di essi si allontanarono autonomamente, raggiungendo la banda partigiana di destinazione. Dopo la [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] la Corte d'Assise straordinaria di [[Udine]] emise condanne di 13 anni per il sottotenente Brandoni, di 7 anni per il Gervasoni e di 9 anni per il Castellini, che venne processato in contumacia:; nessuno scontò la pena grazie all'[[amnistia Togliatti]].
<ref>[http://www.anpi.it/uomini/fontanot_armido.htm Armido Fontanot ANPI]</ref>
Nato a Trieste il 28 febbraio 1900 e morto a Cepletischis (Udine) il 27 o 28 giugno 1944, operaio. Fratello maggiore di Licio<ref>[http://www.anpi.it/uomini/fontanot_licio.htm Licio Fontanot da ANPI]</ref>, subito dopo l'8 settembre 1943 entrò nella Resistenza friulana. Fu uno dei primi combattenti antifascisti insieme a Stojan Furlan, [[Carlo Màslo]] e [[Giovanni Pezza]]. Divenuto commissario di battaglione della [[Brigata Garibaldi Trieste]], con il nome di battaglia di "Spartaco", partecipò a numerose azioni dando prova di grande coraggio. Fra queste ricordiamo l'attacco del 24 maggio 1944, che "Spartaco" ed i partigiani da lui guidati effettuarono contro il presidio degli alpini repubblichini alloggiati nella scuola di [[Dornberk]] ([[Montespino]]) nei pressi di [[Nova Gorica]], attaccando allo stesso tempo anche i presidi del Molino alle pendici del monte [[Monte Thabor|Tabor]] e quello posizionato in prossimità del ponte di [[Sassetto]]. Furono uccisi diversi fascisti soldati dell Repubblica Sociale mentre altri riuscirono a fuggire, ed 87 chiesero la resa. La maggior parte dei repubblichini catturati espressero la volontà di arruolarsi fra le file della Resistenza. "Spartaco" dovette indagare sulla buona fede di questi ultimi e provvedere alla loro preparazione militare. Il 26 giugno, con l'approvazione del comando della brigata, li radunò per condurli nel [[Collio (territorio)|Collio]], dove le bande partigiane che operavano in zona avevano urgente bisogno di uomini da arruolare. Il sottotenente Giobatta Brandoni di Buia (Udine), con Michele Gervasoni di Udine e Pietro Castellini di Tarcento pugnalarono nel sonno "Spartaco", che si era fidato di loro, prima di arrivare al [[Collio (territorio)|Collio]] per poi raggiungere un distaccamento tedesco. La maggioranza degli altri repubblichini fuggì per paura che i traditori li vendessero ai tedeschi ma otto di essi si allontanarono autonomamente raggiungendo la banda partigiana di destinazione. Dopo la [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] la Corte d'Assise straordinaria di [[Udine]] emise condanne di 13 anni per il sottotenente Brandoni, di 7 anni per il Gervasoni e di 9 anni per il Castellini che venne processato in contumacia: nessuno scontò la pena grazie all'[[amnistia Togliatti]].
 
=== Vinicio Fontanot ===