Giuseppina Arcucci: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
===Nascita e studi===
Giuseppina Arcucci (al secolo Ernestina Maria Luisa) nacque a [[Palermo]] il giorno 11 aprile 1860 e battezzata lo stesso giorno presso la chiesa di San Nicolo all’Albergheria<ref>{{Cita web|url=https://www.antenati.san.beniculturali.it/detail-registry/?s_id=712752|titolo=Palermo, Archivio di Stato di Palermo, Sezione Santa Cristina, Registro degli Atti di Nascita (1826), busta 1415, n. 333, f. 333|accesso=2022-03-25|dataarchivio=26 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220326080721/https://www.antenati.san.beniculturali.it/detail-registry/?s_id=712752|urlmorto=no}}</ref>. Figlia di Giovanni Arcucci, di Gaeta, secondo tenente del Reggimento Carabinieri a piedi del Reale [[Esercito delle Due Sicilie]]<ref>{{Cita libro|titolo=Nomi e volti di un esercito dimenticato – Gli ufficiali dell’esercito napoletano del 1860-61|autore=RobertoR. M. Selvaggi|anno=1990|editore=Grimaldipp. & Company Editori|città=Napoli|pp=315-317|SBN=IT\ICCU\PAL\0021741.}}</ref>, e Maria Di Maggio di Palermo. I genitori si sposarono il 22 luglio 1849 presso la chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo a [[Messina]]<ref>{{Cita web|url=https://www.antenati.san.beniculturali.it/detail-registry/?s_id=373803|titolo=Messina, Archivio di Stato di Messina, Stato Civile di Messina, Registro degli Atti di Matrimonio, vol. 336, n. 52, ff. 103 – 104, Atto di Matrimonio di Giovanni Arcucci e Maria Di Maggio|accesso=2022-03-25|dataarchivio=26 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220326080722/https://www.antenati.san.beniculturali.it/detail-registry/?s_id=373803|urlmorto=no}}</ref>.
La piccola Ernestina visse pochissimo tempo a Palermo a causa della [[spedizione dei Mille]] e delle conseguenti rivolte scatenatesi che costrinsero parte della famiglia a fuggire per timore di possibili ritorsioni contro i familiari degli ufficiali borbonici. Le prime biografie narrano che la piccola Ernestina fu consegnata dalla madre ad una persona di loro conoscenza calandola dalla finestra, e c’è chi accosta questo episodio alla fuga da [[Damasco]] di [[Paolo di Tarso]] narrata nel libro degli [[Atti degli Apostoli]]<ref>{{Cita libro|titolo=Sul Tricolle dell’Irpinia Una incomparabile educatrice – Suor Giuseppina Arcucci|autore=GiovanniG. Cittadini|anno=1959|editore=Operap. Mater Misericordie|città=Macerata|p=13|SBN=IT\ICCU\NAP\0233715.}}</ref>. Il padre Giovanni restò a combattere con i suoi commilitoni in [[Sicilia]] e per il suo essersi distinto nei combattimenti venne decorato con la croce di grazia di San Giorgio<ref>{{Cita libro|titolo=Nomi e volti di un esercito dimenticato – Gli ufficiali dell’esercito napoletano del 1860-61|autore=RobertoR. M. Selvaggi|anno=1990|editore=Grimaldip. & Company Editori|città=Napoli|p=316|SBN=IT\ICCU\PAL\0021741.}}</ref>. In seguito ebbe modo di ricongiungersi con il resto della famiglia e, dopo l’unità d’Italia, entrò a far parte del nuovo [[Regio Esercito italiano]] in qualità di sottotenente in servizio sedentario e inviato a prestare servizio presso la città del[[l’Aquila]]<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|p. 114.}}</ref>.
In ragione di ciò, la piccola Ernestina, assieme alla sua famiglia, trascorse l’infanzia presso il capoluogo abruzzese dove mosse i suoi primi passi dal punto di vista biologico, della fede e della cultura. Frequentò con molto profitto le scuole elementari presso l’Istituto San Paolo della Congregazione di Carità dell’Aquila , distinguendosi come una delle migliori alunne. Completò, poi, i suoi studi a [[Napoli]], a seguito del trasferimento del padre, dove conseguì la patente di insegnante.
 
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Il decreto di soppressione delle corporazioni religiose del 7 luglio 1866, n. 3036, prevedeva, in linea generale, l’incameramento dei beni degli ordini religiosi e la loro soppressione. Per quanto riguarda nello specifico le monache (art. 6) il decreto concedeva loro la facoltà di continuare a vivere nella casa, o in una parte della medesima, assegnata loro dal Governo, previa espressa ed individuale domanda presentata da parte delle religiose tre mesi dalla pubblicazione del decreto, tuttavia, qualora il numero delle monache fosse ridotto a sei o nel caso che il Governo per esigenze di ordine pubblico, previo parere del Consiglio di Stato, lo ritenesse opportuno, esse potevano essere concentrate (trasferite) in un’altra casa. I comuni o le provincie, da parte loro, potevano fare richiesta delle case abitate dalle religiose e dai religiosi nel momento in cui le stesse abitazioni fossero rimaste sgombre, a condizione, però, che tali edifici venissero adibiti a scuole, asili infantili, ricoveri di mendicità, ospedali oppure destinati ad altre opere di beneficienza e pubblica utilità (art. 20)<ref>{{Cita legge italiana|tipo=RD|anno=1866|mese=7|giorno=7|numero=3036}}</ref>.
 
Al fine di evitare la chiusura dell’educandato, l’allora vescovo di Ariano di Puglia Francesco Trotta, aiutato dal ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti, Pasquale Stanislao Mancini, deputato del collegio di Ariano, e dal sindaco di Ariano di Puglia, Emilio Figlioli, fondò in una parte dell’ex monastero la Pia Casa d’Istruzione e Lavoro, la quale venne aperta il 21 novembre 1877 ed istituita ufficialmente con decreto vescovile il giorno 8 dicembre dello stesso anno, data in cui venne presentata ufficialmente alla diocesi<ref>{{Cita libro|titolo=LaB. Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 –Carderi (1977)|autore=Benedetto Carderi Opp.P.|curatore=Suore dello11 Spirito- Santo|anno=1977|editore=Eurosia|città=Roma|pp=1187. 87|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136}}</ref>.
In vista dell’apertura della Pia Casa di Lavoro, tenendo presente la difficoltà da parte delle monache di poter mantenere un efficiente funzionamento nella nuova istituzione, il vescovo Francesco Trotta si rivolse al presbitero [[Tommaso Maria Fusco]], fondatore della Congregazione delle Suore [[Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue]], con sede a [[Pagani]], il quale inviò alcune “sue” religiose ad affiancare le monache benedettine. Del resto furono le stesse monache benedettine le quali, ben consapevoli della necessità di avere un aiuto per continuare all’interno del monastero l’opera di educandato, con deliberazione capitolare del 20 agosto 1877 affermarono la necessità per loro di un aiuto da parte di suore patentate, le quali avrebbero, inoltre, prestato assistenza anche alle monache più anziane, fermo restando che le stesse religiose benedettine avrebbero, fin quando fosse stato possibile, continuato ad occuparsi dell’amministrazione e dell’insegnamento nell’educandato. Tale deliberazione fu, poi, inviata al vescovo Francesco Trotta per l’approvazione, concessa in data 1 settembre 1877<ref>{{Cita libro|titolo=LaB. Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 –Carderi (1977)|autore=Benedetto Carderi Opp.P.|curatore=Suore dello Spirito Santo|anno=1977|editore=EUROSIA|città=Roma|pp=85-86|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136.}}</ref>. Nonostante l’arrivo delle religiose da Pagani si rese necessario trovare altre due maestre per lo svolgimento delle attività didattiche. Fu così che Tommaso Maria Fusco conobbe Ernestina Maria Luisa, la quale giunse presso la Pia Casa il giorno 11 settembre 1878<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|p. 74.}}</ref>.
 
Dopo meno di due anni di permanenza nella Pia Casa, la giovane Ernestina decise di entrare a far parte della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. Iniziò il suo percorso di noviziato il 15 maggio 1880, non presso la Casa madre di Pagani, bensì ad Ariano di Puglia sotto la guida del vescovo Francesco Trotta, assieme ad altre sue compagne. Fece, poi, la sua professione religiosa il 15 maggio 1881 (vigilia della Solennità di Pentecoste) scegliendo come nome da religiosa quello di suor Giuseppina, in ossequio a San Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, sotto la cui tutela la Pia Casa era stata istituita<ref>{{Cita libro|titolo=LaB. Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 –Carderi (1977)|autore=Benedetto Carderi Op.P.|curatore=Suore dello Spirito Santo|anno=1977|editore=EUROSIA|città=Roma|p=142|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136.}}</ref>; difatti, quella parte dell’ex monastero dove erano alloggiate le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue era denominata proprio “Ritiro San Giuseppe”<ref>{{Cita libro|titolo=LaB. Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 –Carderi (1977)|autore=Benedetto Carderi Op.P.|curatore=Suore dello Spirito Santo|anno=1977|editore=Eurosia|città=Roma|p=21|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136.}}</ref>. Suor Arcucci, tuttavia, pareva non essere stata permeata della spiritualità propria della Congregazione nella quale aveva professato ed anche i rapporti con Tommaso Maria Fusco sembrano non siano andati mai oltre un semplice approccio iniziale. Del resto il fatto di aver compiuto il periodo di noviziato e la successiva professione religiosa ad Ariano di Puglia e non a Pagani la orientò maggiormente verso l’Ora et Labora benedettino<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|p. 73.}}</ref>.
 
Suor Giuseppina Arcucci fin da subito manifestò le sue doti di insegnante, difatti, poco più che ventenne, già dal 1883, si ritrovò ad essere la direttrice ufficiale della scuola della Pia Casa<ref>{{Cita libro|titolo=LaB. Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 –Carderi (1977)|autore=Benedetto Carderi Op.P.|curatore=Suore dello Spirito Santo|anno=1977|editore=Eurosia|città=Roma|p=56|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136.}}</ref>. L’opera caritativa da lei espletata assieme alle altre suore non si esaurì, tuttavia, al solo ambito educativo, ma si estese anche in quello assistenziale. Una prova in tal senso venne offerta in occasione dell'[[incidente ferroviario di Pianerottolo]], il 3 settembre 1889, quando assieme alle sue consorelle e ad altre autorità, accorse in aiuto dei feriti ed accolse l’orfana di una delle vittime dell’incidente, originaria di [[Minervino Murge]]<ref>{{Cita libro|titolo=IlR. primoCapobianco mezzo secolo di vita dell’istituto Suore dello Spirito Santo nella Pia Casa d’Istruzione e Lavoro|autore=Riccardo Capobianco|anno=(1929)|editore=Stabilimentopp. Tipografico Apullo – Irpino|città=Ariano di Puglia|pp=31-33|SBN=IT\ICCU\SBL\0409523.}}</ref>.
 
===La nascita delle Suore dello Spirito Santo===
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La denominazione “Suore dello Spirito Santo” venne suggerita dal vescovo Andrea D’Agostino, il quale desiderava ardentemente che tra i fedeli della sua diocesi vi fosse una maggiore conoscenza della Terza Persona della Santissima Trinità, e le Suore dello Spirito Santo hanno nella loro spiritualità e carisma anche questa missione<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|accesso=2022-03-25|dataarchivio=25 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220325203217/https://www.suoredellospiritosanto.org/chi-siamo/|urlmorto=no}}</ref>. Lo stesso vescovo scrisse la prima Regola pubblicata il 2 febbraio 1896, giorno considerato dalla Congregazione come quello della propria fondazione e fece giungere da Colonia (Germania) un quadro raffigurante lo Spirito Santo<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/festa-della-luce-chiesa-vita-consacrata-congregazione-delle-suore-dello-spirito-santo/|titolo=Festa della luce: Chiesa, Vita Consacrata, Congregazione delle Suore dello Spirito Santo|accesso=2022-03-25|data=2022-02-02|dataarchivio=25 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220325140625/https://www.suoredellospiritosanto.org/festa-della-luce-chiesa-vita-consacrata-congregazione-delle-suore-dello-spirito-santo/|urlmorto=no}}</ref>.
 
Il carisma che suor Giuseppina Arcucci trasfuse nelle “sue” figlie si esplicò nel campo educativo a beneficio dei bambini poveri e di famiglie benestanti, nell’accoglienza delle orfane civili e di guerra, nell’assistenza ai poveri e a coloro che necessitavano di cibo, vestiti, medicinali, nella visita agli ammalati e ai carcerati non tirandosi indietro nemmeno nei periodi di grandi epidemie<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/suore-dello-spirito-santo-la-vicinanza-agli-infermi/|titolo=Suore dello Spirito Santo: la vicinanza agli infermi|accesso=2022-03-25|data=2022-02-11|dataarchivio=11 febbraio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220211093450/https://www.suoredellospiritosanto.org/suore-dello-spirito-santo-la-vicinanza-agli-infermi/|urlmorto=no}}</ref>. Lei stessa possedeva competenze infermieristiche, acquisite a Napoli tra le Figlie della Carità<ref>{{Cita libro|titolo=SuorR. GiuseppinaCapobianco Arcucci – Fondatrice de l’Istituto delle Suore dello Spirito Santo|autore=Riccardo Capobianco|anno=(1949)|editore=Scuolap. Tipografica Villa Russo|città=Miano|p=18|SBN=IT\ICCU\TER\0040903.}}</ref>. Le suore si impegnarono, inoltre, nel catechismo ai fanciulli, aiutate dal vescovo d’Agostino<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci dalla Casa del Popolo al Cenacolo dello Spirito|autore=BenedettoB. Carderi O.P.|anno=(1987)|editore=Casap. Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|p=86|SBN=IT\ICCU\TER\0040699.}}</ref>, continuando in questo modo ciò che già facevano le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue<ref>{{Cita|B. Carderi (1977)|pp. 41 – 98 – 114.}}</ref>. Quanto appena detto può essere riassunto in una breve espressione: "urgenza della carità", ossia l’avere un cuore vigile, accorto e squisitamente materno verso tutte le povertà e i bisogni del proprio tempo<ref>{{Cita web|url=//www.suoredellospiritosanto.org/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|accesso=2022-03-25|dataarchivio=25 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220325203217/https://www.suoredellospiritosanto.org/chi-siamo/|urlmorto=no}}</ref>.
 
Le suore traevano sostentamento dal loro lavoro, da sussidi elargiti dai vari ministeri, dal Papa, dai vescovi di Ariano di Puglia e dalle offerte dei vari benefattori. Non mancarono, inoltre, encomi e riconoscimenti da parte di autorità ecclesiastiche, civili e scolastiche per l’educazione impartita, i lavori realizzati dalle alunne della scuola di lavoro, per l’igiene, i pasti distribuiti quotidianamente ai bambini e la carità espletata nei confronti dei bisognosi. La stessa suor Giuseppina Arcucci venne più volte encomiata come donna esemplare, piena di carità, intelligente e colta<ref>Alcuni di questi elogi possono essere riscontrati nei documenti pubblicati integralmente in: {{Cita libro|titolo=IlR. primoCapobianco mezzo secolo di vita dell’istituto Suore dello Spirito Santo nella Pia Casa d’Istruzione e Lavoro|autore=Riccardo Capobianco|anno=(1929|editore=Stabilimento Tipografico Apullo – Irpino|città=Ariano di Puglia|SBN=IT\ICCU\SBL\0409523.)}}</ref>. Il popolo di Ariano di Puglia apprezzava quanto fatto dalle suore della Pia Casa, e ciò ebbe modo di dimostrarlo in occasione dell’incendio che il 4 giugno 1904 danneggiò pesantemente il Pio istituto, attraverso un’ampia mobilitazione popolare, sia nel domare le fiamme, sia nella successiva raccolta fondi destinata alla riparazione dei danni subiti dall’edificio<ref>{{Cita libro|titolo=IlR. primoCapobianco mezzo secolo di vita dell’istituto Suore dello Spirito Santo nella Pia Casa d’Istruzione e Lavoro|autore=Riccardo Capobianco|anno=(1929)|editore=Stabilimentopp. Tipografico Apullo – Irpino|città=Ariano di Puglia|pp=45-46|SBN=IT\ICCU\SBL\0409523.}}</ref>.
 
===Le vertenze con il Comune di Ariano di Puglia===
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Terminata questa fase di controversie, suor Giuseppina Arcucci e le altre suore dovettero affrontare ulteriori difficoltà, soprattutto dal punto di vista economico, in particolar modo in seguito alla morte del vescovo Andrea D’Agostino, sopraggiunta il 13 febbraio 1913. Nonostante ciò, suor Giuseppina continuò la sua opera benefica e incoraggiò le suore a fare altrettanto, estendendola anche oltre i confini di Ariano di Puglia. Già nel 1911, infatti, fu aperta a Faeto la prima casa filiale su richiesta dell’allora vescovo di Troia Domenico Lancellotti, mentre nel 1915 suor Giuseppina Arcucci prontamente diede disponibilità ad accogliere alcune orfane del [[terremoto della Marsica del 1915]] che sconvolse appunto la Marsica ed il centro Italia<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/la-serva-di-dio-giuseppina-arcucci-e-il-terremoto-del-13-gennaio-1915/|titolo=La Serva di Dio Giuseppina Arcucci e il terremoto del 13 gennaio 1915|accesso=2022-03-25|data=2022-01-12|dataarchivio=25 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220325140619/https://www.suoredellospiritosanto.org/la-serva-di-dio-giuseppina-arcucci-e-il-terremoto-del-13-gennaio-1915/|urlmorto=no}}</ref>. Con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] suor Giuseppina Arcucci e le altre suore si fecero carico delle orfane dei soldati morti al fronte e offrirono il loro sostegno alle vedove e alle sorelle dei caduti, nonché ai profughi friulani, adoperandosi, inoltre, per gli stessi soldati attraverso la realizzazione di maglioni di lana ed altri indumenti<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/le-suore-dello-spirito-santo-e-la-grande-guerra/|titolo=Le Suore dello Spirito Santo e la Grande Guerra|accesso=2022-03-25|data=2021-11-07|dataarchivio=7 novembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211107204256/https://www.suoredellospiritosanto.org/le-suore-dello-spirito-santo-e-la-grande-guerra/|urlmorto=no}}</ref>.
 
Il nuovo vescovo di Ariano di Puglia, mons. Cosimo Agostino, non ebbe dal principio simpatia per le religiose<ref>{{Cita libro|titolo=Sul Tricolle dell’Irpinia Una incomparabile educatrice – Suor Giuseppina Arcucci|autore=GiovanniG. Cittadini|editore=Operapp. Mater Misericordie|città=Macerata|pp=70-72|SBN=IT\ICCU\NAP\0233715.}}</ref>, come non ne ebbe in sede vacante il vescovo di Lucera e amministratore apostolico di Ariano di Puglia Lorenzo Chieppa<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|pp. 102-103.}}</ref>, il quale formulò alla Santa Sede considerazioni poco favorevoli alle Suore dello Spirito Santo. Tuttavia, mons. Cosimo Agostino nel corso del tempo mutò questa sua posizione, tant’è vero che il 22 febbraio 1918 manifestò al Papa la sua volontà di riconoscere l’Associazione delle Suore dello Spirito Santo come congregazione di diritto diocesano, al fine di garantirle maggiore stabilità e favorirne lo sviluppo<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci dalla Casa del Popolo al Cenacolo dello Spirito|autore=BenedettoB. Carderi O.P.|anno=(1987)|editore=Casapp. Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|pp=105-107|SBN=IT\ICCU\TER\0040699.}}</ref>. Anche mons. Giuseppe Lojacono, successore di mons. Cosimo Agostino, consapevole dei riconoscimenti ricevuti dalla Pia Casa, non esitò a concedere il suo appoggio a suor Giuseppina e alle sue consorelle<ref>{{Cita libro|titolo=Una Madre per tutti – Giuseppina Arcucci|autore=MarioM. Grechi|anno=1990|editore=Casap. Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|p=55|SBN=IT\ICCU\NAP\0236689.}}</ref>.
 
L’operosità di suor Giuseppina Arcucci e delle “sue” figlie fu notevole. Gli alunni della Pia Casa si distinguevano spesso nei gradi successivi di studio per educazione e diligenza, mentre ai bisognosi venivano riservate tutte le attenzioni e cure possibili. Gli echi di questa operosità si diffusero ampiamente in diverse regioni del centro e sud Italia al punto che molti, tra vescovi, autorità civili, e privati cittadini, chiesero l’invio di suore per la direzione o il semplice servizio presso asili, scuole, ospedali, cliniche private, colonie marittime e montane, seminari, parrocchie. Di seguito solo alcune delle città dove le Suore dello Spirito Santo svolsero il loro servizio: [[Napoli]], [[Bari]], [[Alberobello]], [[Pescina]], [[Roma]], [[San Cesareo]], [[Macerata]], [[Subiaco]], [[Trevico]], [[Roseto Valfortore]]<ref>Notizie su alcune delle case filiali sono riportate in: {{Cita libro|titolo=Il 75° di fondazione dell'Istituto delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino 1877 – 1952|anno=1953|editore=Congregazione delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino|città=Napoli|SBN=IT\ICCU\BRI\0446139}}</ref>. Anche i lavori di ricamo e cucito realizzati dalle stesse religiose, dalle orfanelle e dalle giovani delle scuole di lavoro e dei laboratori di ricamo della Pia Casa di Ariano Irpino e di altre case filiali, riscossero notevole successo e molti di essi venero in diverse occasioni esposti e premiati nelle maggiori fiere campionarie italiane<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci: una Madre sempre attuale|autore=FeliceF. Battista|anno=2011|editore=Congregazionepp. delle Suore dello Spirito Santo|città=Ariano Irpino|pp=45-46|SBN=IT\ICCU\TER\0040563.}}</ref>.
 
Un importante, quanto triste, evento nel quale suor Giuseppina Arcucci e le altre suore svolsero un’opera umanitaria ragguardevole fu il [[terremoto dell'Irpinia e del Vulture del 1930]]. Nonostante i danni subiti in una parte dell’edificio della Pia Casa ed una conseguente riduzione degli spazi necessari per lo svolgimento delle attività quotidiane dell’Istituto, le suore ospitarono un ospedale da campo nel quale prestarono il loro servizio al fine di alleviare le sofferenze dei feriti e dare ristoro ai soccorritori<ref>{{Cita libro|titolo=L’operaR. diCapobianco soccorso prodigata da le Suore dello Spirito Santo ne la Pia Casa d’Istruzione e Lavoro dopo il terremoto del Vulture del 23 luglio 1930|autore=Riccardo Capobianco|anno=(1932|editore=Premiata Tipografia R). Mariano e figli|città=Ariano Irpino|SBN=IT\ICCU\SBL\0409521}}</ref>.
 
===La morte===
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* {{Cita libro|titolo=La Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 – 1977|autore=Benedetto Carderi O.P.|curatore=Suore dello Spirito Santo|anno=1977|editore=Eurosia|città=Roma|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136|cid=B. Carderi (1977)}}
*{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci dalla Casa del Popolo al Cenacolo dello Spirito|autore=Benedetto Carderi O.P.|anno=1987|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\TER\0040699|cid=B. Carderi (1987)}}
* {{Cita libro|titolo=Sul Tricolle dell’Irpinia Una incomparabile educatrice – Suor Giuseppina Arcucci|autore=Giovanni Cittadini|anno=1959|editore=Opera Mater Misericordie|città=Macerata|SBN=IT\ICCU\NAP\0233715|cid=G. Cittadini}}
* {{Cita libro|titolo=Una Madre per tutti – Giuseppina Arcucci|autore=Mario Grechi|anno=1990|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\NAP\0236689|cid=M. Grechi}}
* {{Cita libro|titolo=Il primo mezzo secolo di vita dell’istituto Suore dello Spirito Santo nella Pia Casa d’Istruzione e Lavoro|autore=Riccardo Capobianco|anno=1929|editore=Stabilimento Tipografico Apullo – Irpino|città=Ariano di Puglia|SBN=IT\ICCU\SBL\0409523|cid=R. Capobianco (1929)}}
* {{Cita libro|titolo=L’opera di soccorso prodigata da le Suore dello Spirito Santo ne la Pia Casa d’Istruzione e Lavoro dopo il terremoto del Vulture 23 luglio 1930|autore=Riccardo Capobianco|anno=1932|editore=Premiata Tipografia R. Mariano e figli|città=Ariano Irpino|SBN=IT\ICCU\SBL\0409521|cid=R. Capobianco (1932)}}
* {{Cita libro|titolo=Suor Giuseppina Arcucci – Fondatrice de l’Istituto delle Suore dello Spirito Santo|autore=Riccardo Capobianco|anno=1949|editore=Scuola Tipografica Villa Russo|città=Napoli|SBN=IT\ICCU\TER\0040903|cid=R. Capobianco (1949)}}
* {{Cita libro|titolo=Nomi e volti di un esercito dimenticato – Gli ufficiali dell’esercito napoletano del 1860-61|autore=Roberto M. Selvaggi|anno=1990|editore=Grimaldi & Company Editori|città=Napoli|SBN=IT\ICCU\PAL\0021741|cid=R. M. Selvaggi}}
* {{Cita libro|titolo=Il 75° di fondazione dell'Istituto delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino 1877 – 1952|anno=1953|editore=Congregazione delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino|SBN=IT\ICCU\BRI\0446139|cid=Il 75° di fondazione dell'Istituto delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino 1877 – 1952}}
* {{Cita libro|titolo=Madre Giuseppina Arcucci torna in benedizione tra le sue figlie|data=1976|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\TER\0040563}}
* {{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci: una Madre sempre attuale|autore=Felice Battista|anno=2011|editore=Congregazione delle Suore dello Spirito Santo|città=Ariano Irpino|cid=F. Battista}}
* {{Cita libro|titolo=I Conservatori femminili a L’Aquila nell’Ottocento – Carità “educatrice”, istruzione e modelli di vita|autore=Olga Di Loreto|anno=2001|editore=Aracne editrice|città=ArricciaIT\ICCU\CFI\1008761}}
* {{cita testo|autore=Erminia Giacomini Miari|autore2=Paola Mariani|titolo=Musei religiosi in Italia|città=Milano|data=2005|editore=Touring|pp=43-44|isbn=9788836536535|cid=Miari-Mariani}}