Castello di Verrès: differenze tra le versioni
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=== Le origini ===
[[File:IbletoChallant.jpg|thumb|left|upright|Ritratto di Ibleto di Challant]]
I primi documenti che attestano l'esistenza a [[Verrès]] di un castello, di proprietà della famiglia [[De Verretio]], risalgono al 1287<ref>{{cita web|titolo=Cenni storici sul castello di Verrès su regione.vda.it|url=
Verso la metà del [[XIV secolo]] i De Verretio si estinsero senza lasciare possibili [[Erede|eredi]]: in tal modo le loro terre tornarono nelle mani dei conti di Savoia, i quali le concedettero nel 1372 a [[Ibleto di Challant]], essendosi costui distinto nel ricoprire diverse cariche al loro servizio<ref name="storiacomune"/><ref>Ibleto era già divenuto proprietario per via ereditaria delle terre dei De Arnado e dei De Turrilia. I primi infatti avevano ceduto i loro diritti a [[Ebalo I di Challant]] alla fine del XIII secolo, mentre il feudo dei secondi era stato affidato dai Savoia a Pietro di Challant-Chatillon nella prima metà del XIV secolo. {{Cita|''Verrès et son château''|Omar Borettaz, pp. 24-25}}.</ref>.
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Il castello seguì quindi le vicende dei discendenti di Giacomo, passando prima a suo figlio [[Luigi di Challant|Luigi]], poi a suo nipote [[Filiberto di Challant|Filiberto]] e quindi al figlio di quest'ultimo [[Renato di Challant]], che adibirono però a residenza il vicino e più comodo [[castello di Issogne]]<ref name="Issogne"/>.
Dai tempi della sua costruzione da parte di Ibleto, circa centocinquanta anni prima, il castello non aveva subito particolari lavori di modifica o manutenzione. Nel 1536 Renato, con l'aiuto del capitano spagnolo [[Pietro de Valle]], famoso architetto militare, ingrandì la fortezza adattandola alle [[armi da fuoco]] dell'epoca. Fece così costruire alla base dell'edificio cubico una cinta muraria munita di [[contrafforte|contrafforti]] e di torrette poligonali, adatte all'uso dei [[cannone|cannoni]], che munì di pezzi di [[artiglieria]] provenienti dal suo feudo di [[Valangin]] in [[Svizzera]]. A Renato si devono anche l'attuale [[vestibolo (architettura)|antiporta]] accessibile tramite un [[ponte levatoio]], nuove finestre cinquecentesche a crociera e nuove porte ad [[Arco (architettura)#Arco rialzato|arco moresco]]<ref>{{cita web|titolo=La fortezza di Renato di Challant su regione.vda.it|url=
I lavori sono ricordati da una lapide in pietra situata sopra l'ingresso dell'antiporta, affiancata dagli [[stemmi]] di Renato di Challant (alla sinistra del testo) e della sua seconda moglie Mencia di Braganza (alla destra del testo):<ref>{{Cita|Ferrero|p. 39}}.</ref>
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Alla morte di Renato di Challant, senza eredi maschi, nel 1565, i suoi beni passarono al genero Giovanni Federico [[Madruzzo]], marito della figlia [[Renato di Challant#Vita familiare|Isabella]], ma nacque una lunga contesa legale con altri parenti maschi della [[Challant (famiglia)|famiglia Challant]], nuovamente a causa della [[legge salica]], che non prevedeva Isabella potesse ereditare i beni del padre<ref name="verresvarasc"/>.
I [[Casa Savoia|Savoia]] ripresero quindi il controllo diretto sul castello di Verrès, adibendolo a vedetta e presidio militare, ma nel 1661 il [[duca di Savoia]] [[Carlo Emanuele II di Savoia|Carlo Emanuele II]] fece smantellare gli armamenti del castello per trasferirli, insieme a quelli del [[castello di Montjovet]], al [[forte di Bard]], in una posizione più strategica per il controllo della [[Valle d'Aosta|Valle]], ed il maniero fu abbandonato<ref name="recuperoottocento">{{cita web|titolo=Il recupero ottocentesco su regione.vda.it|url=
Nel 1696 terminarono infine le dispute legali tra gli eredi di Isabella di Challant e Giovanni Federico Madruzzo e la famiglia Challant, e il castello tornò di proprietà di questi ultimi. Il castello rimase di proprietà della famiglia Challant fino all'estinzione della casata nel [[XIX secolo]], ma non fu più abitato ed andò in rovina<ref name="verresvarasc"/>. La robusta muratura esterna resistette bene ma il tetto in legno venne abbattuto per non pagare il canone erariale, lasciando i piani superiori esposti alle intemperie<ref name="recuperoottocento"/>.
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=== Il piano terra ===
[[File:Verres-stairway.JPG|thumb|left|La poderosa scalinata che occupa il corpo centrale del castello di Verrès (foto di inizio [[XX secolo|Novecento]])]]
Entrati nel castello ci si ritrova in un androne quadrato ricoperto da una volta a sesto acuto, ulteriore elemento di difesa del castello. Su di esso si aprono infatti diverse [[feritoia|feritoie]] ed una botola sul soffitto, dalle quali sarebbe stato possibile bersagliare eventuali invasori intrappolati all'interno<ref>{{Cita|Giacosa 1905|pp. 161-162}}.</ref><ref name="castelloverresvda-1">{{cita web|titolo=Il percorso di visita del castello regione.vda.it|url=
Per entrare veramente nel corpo centrale del maniero bisogna ancora oltrepassare un doppio portale sormontato da un arco a tutto sesto dal lato verso l'androne e da un arco a sesto acuto dal lato che dà sul cortile interno, un tempo protetto da una [[saracinesca]] che scorreva tra i due portali<ref name="verrescomune"/><ref name="castelloverresvda-1"/><ref>{{Cita|Ferrero|pp. 40-41}}.</ref>.
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Dalla cucina si accede a quella che era la sala da pranzo padronale, accessibile anche dallo scalone, che occupa il resto del lato occidentale del piano. La sala era riscaldata da due grandi [[braciere|bracieri]] posti ai suoi angoli ed era collegata tramite un passavivande alla cucina sul lato sud del castello. La stanza è illuminata da [[bifora|bifore]] gotiche che danno sull'esterno e da una [[quadrifora]] [[XIV secolo|trecentesca]] che si apre sul cortile interno<ref name="verrescomune"/><ref name="annamariaferrero46" />.
La cucina padronale, posta sul lato meridionale del piano, è dotata di tre grandi camini, di cui quello sul lato verso lo scalone di dimensioni eccezionali ed originariamente destinato alla cottura di animali interi. La stanza è coperta da una [[volta a vela|volta a vele]] multiple risalente ai tempi di [[Renato di Challant]] e che ne riporta al centro lo stemma insieme alle lettere R e M, iniziali di Renato e della moglie Mencia<ref name="annamariaferrero45">{{Cita|Ferrero|p. 45}}.</ref>, unica copertura originale del castello, a differenza delle altre, rifatte durante i restauri del [[XX secolo]]. Il lato orientale della cucina è occupato da alcuni armadi a muro e da una grande dispensa ricavata nell'intercapedine del muro<ref name="verrescomune"/><ref name="castelloverresvda-0">{{cita web|titolo=Il percorso di visita del castello regione.vda.it|url=
Il lato orientale del castello è occupato da quelle che erano le camere da letto dei signori, riscaldate da grandi camini in pietra e coperte da [[soffitto a cassettoni|soffitti di legno a cassettoni]], e dotate di complessivamente cinque [[latrina|latrine]] a muro che scaricavano verso l'esterno sulle rocce sottostanti<ref name="verrescomune"/><ref name="annamariaferrero45" />.
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== Il castello nella cultura di massa ==
Il castello di Verrès è uno dei monumenti più visitati della Valle d'Aosta e nel triennio 2007-2009 ha contato circa {{formatnum:20000}} ingressi ogni anno<ref name="visitatori">{{cita web|titolo=Visitatori per tipologia di biglietto d'ingresso presso alcuni castelli della Regione Autonoma Valle d'Aosta - Anni 2007-2009
Nel 1884 il maniero venne utilizzato da [[Alfredo d'Andrade]] come uno dei modelli per la [[Borgo e Rocca medievali|Rocca del Borgo Medievale di Torino]], realizzata in occasione dell'Esposizione Generale Italiana Artistica e Industriale di quell'anno<ref name="borgotorino">{{cita web|titolo=I modelli del Borgo Medievale di Torino - il castello di Verrès|url=http://www.comune.torino.it/musei/civici/bm/italiano/modelli/verres.htm|accesso=22 marzo 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050411170320/http://www.comune.torino.it/musei/civici/bm/italiano/modelli/verres.htm}}</ref>.
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