Ansaldo 210/22 Mod. 1935: differenze tra le versioni

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La prima serie di pezzi fu commissionata all'Ansaldo ed alla OTO il 1º ottobre [[1938]], per una quantità di 24 esemplari in totale, equamente divisi fra le due società. Una seconda commessa fu emessa per 66 pezzi nel [[1939]], ridotta nel 1941 a 46 pezzi ed ulteriormente ridotta a 34 nel [[1943]]. La produzione dal 1939 al 1943 sembra essere stata di 85 complessi<ref>Da N. Pignato e F. Cappellano, art. cit. pag 8 risulta che ne furono consegnati 9 entro il 1939, 30 nel 1941, 30 nel 1942 e 16 nel 1943, comunque gli autori stessi sollevano dubbi su queste cifre.</ref>; secondo invece lo Speciale Esercito Italiano nel 1943 (ed Albertelli, 2013), Cappellano riporta a p.169 il riassunto dato da un documento segreto della produzione Ansaldo, fino al 31 marzo 1943, in cui non figura alcuna produzione di obici da 210/22 mm fin dal 1940.
 
Il primo [[Unità militari terrestri|reparto]] ad avere in carico gli obici da 210/22 mod. 35 fu il LXXIII [[Battaglione|Gruppo]] [[Arma di Artiglieriaartiglieria|Artiglieriaartiglieria]] d'Armataarmata, inquadrato nel [[1942]] nell'[[8ª Armata (Regio Esercito)|8ª Armata]], o ARMIR. Il primo impiego bellico del pezzo avvenne in [[Fronte orientale (1941-1945)|Russia]], con il LXXIII gruppo inquadrato nel 9º Raggruppamento Artiglieria d'Armata. Il gruppo arrivò per ferrovia a Nikitowka il 4 agosto [[1942]], per proseguire fino a Diogtewo con i mezzi propri. Nel settembre dello stesso anno il comando dell'ARMIR dispose che i gruppi d'artiglieria fossero pluricalibro, quindi al LXXIII gruppo rimase solo la 176ª [[Compagnia militare|batteria]], mentre la 177ª e la 178ª furono assegnate al XXXI ed al XXXIV gruppo (entrambi questi ultimi erano originariamente armati di 12 cannoni da [[Ansaldo 149/40 Mod. 351935]]). Nello stesso mese la ''176ª batteria'' sparò i primi colpi in teatro operativo con il 210/22, operando in controbatteria ed interdizione. Il 14 dicembre i 210/22 furono schierati sul [[Don (fiume Russia)|Don]], ma dopo soli quattro giorni iniziò la ritirata, rendendo inutilizzabili ed abbandonando i pezzi il 19 dicembre.
 
Nel 1943 fu costituito in Italia un secondo gruppo su 210/22, il LXXIV gruppo, che non divenne mai operativo.
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Dopo l'8 settembre 1943 la produzione del pezzo proseguì negli stabilimenti OTO, per la [[Wehrmacht]], che ne ebbe un totale di 22, denominati ''21&nbsp;cm H 520(i)'' (Obice italiano da 21&nbsp;cm numero 520).
 
Dopo la guerra i reggimenti di artiglieria pesante (che riprese la denominazione precedente al [[1936]]) furono ricostituiti, ed il 1º aprile [[1952]] fu costituito il V Gruppo obici 210/22 (9º Reggimento artiglieria pesante) a [[Trento]], i primi tre pezzi presero parte alle esercitazioni del [[1952]] nella conca di [[Asiago]]. Il V gruppo nel dicembre dello stesso anno fu rinominato ''I gruppo''. Dopo aver partecipato ad esercitazioni negli anni successivi, il I gruppo nel giugno del [[1955]] rilasciò i 210/22 per passare all'[[obice203 damm 203/25M115|M115]] (equivalente del "M1 8 in", americano). Il 210/22 fu definitivamente radiato dalla tabelle organiche dell'Esercito Italiano nel 1969.
 
L'unica nazione in cui fu esportato il 210/22 Mod 35 fu l'[[Ungheria]], che acquistò 8 obici del primo lotto, costruiti dalla OTO, il pezzo fu utilizzato a partire dal 1940 come ''21&nbsp;cm 39M'', constatando alcune deficienze nell'affusto, furono rinforzate le ruote e fu introdotta una barra di collegamento fra le code, portando all'obice ''21&nbsp;cm 40Ma''. Sebbene la commessa totale fosse di 14 pezzi, sembra che ne siano stati consegnati solo 12<ref>N. Pignato e F. Cappellano, art. cit. pag 13.</ref>.