Project Echo: differenze tra le versioni
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{{Veicolo spaziale/Sandbox|nome=Echo 1A|operatore=NASA|tipo=Comunicazioni|costruttore=Bell Labs|primo lancio=12 Agosto 1960, 03:39:43 GMT|immagine=Echo-1.jpg|durata=7.75 Anni|equipaggio=Nessuno|status=Decaduto il 25 Maggio 1968|orbita=Orbita Terrestre Bassa|nazione=Stati Uniti d'America|didascalia=Echo 1 completamente gonfiato in un hangar della Marina a Weeksville, North Carolina.|costruiti=1|lanciati=1|ultimo lancio=12 Agosto 1960, 03:39:43 GMT}}{{Veicolo spaziale/Sandbox|nome=Echo 2|immagine=Echo_II.jpg|operatore=NASA|nazione=Stati Uniti d'America|costruttore=Bell Labs|orbita=Orbita Terrestre Bassa|equipaggio=Nessuno|durata=5.5 anni|status=Decaduto il 6 giugno 1969|costruiti=1|lanciati=1|didascalia=Echo 2 sottoposto a test di trazione in un hangar a Weeksville, North Carolina.|tipo=Comunicazioni|primo lancio=25 gennaio 1964, 13:59:04 GMT|ultimo lancio=25 gennaio 1964, 13:59:04 GMT}}
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Nell'ottobre 1958, Pierce, insieme al collega ingegnere Rudolf Kompfner, eseguì un esperimento per osservare gli effetti di rifrazione atmosferica usando satelliti riflettenti a pallone. Credendo che l'esperimento avrebbe fatto avanzare la ricerca verso le comunicazioni transoceaniche satellitari, il 6 ottobre 1958 i due ingegneri presentarono un documento al ''National Symposium on Extended Range and Space Communication'' in cui sostenevano l'utilizzo dei suddetti riflettori di comunicazione passiva tramite i satelliti a pallone.
Lo stesso mese fu formata la [[NASA|National Aeronautics and Space Administration]] (NASA) e, due mesi dopo, il JPL fu trasferito dall'[[United States Army|esercito degli Stati Uniti]] alla nuova agenzia. Echo, il primo progetto che riguardava i satelliti per le comunicazioni della NASA, fu ufficialmente delineato in una riunione del 22 gennaio 1959 a cui parteciparono rappresentanti della NASA, del JPL e dei Bell Telephone Laboratories che fissarono il lancio iniziale per settembre del 1959.<ref name="history.nasa.gov">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/SP-4217/sp4217.htm|titolo=Beyond the Ionosphere: Fifty Years of Satellite communication}}</ref>
== Obiettivi ==
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Una prima trasmissione, inviata da ovest a est, partì da un'antenna parabolica di 26 metri di diametro costruita dal JPL e situata a Goldstone. In seguito i segnali furono ricevuti a Holmdel da un riflettore a tromba, noto per le sue proprietà a basso rumore, dal diametro di 6 × 6 metri. In questo caso venne selezionata una frequenza di trasmissione di 2390 [[Hertz|megahertz]], poiché questa era la banda di frequenza prevista per i futuri esperimenti satellitari.
Una seconda trasmissione, inviata da est a ovest, partì da un'antenna parabolica dal diametro di 18 metri situata a [[Antenna a tromba di Holmdel|Holmdel]] e venne poi ricevuta dall'antenna del [[programma Pioneer]] situata a Goldstone. In questa trasmissione venne utilizzata una frequenza di trasmissione di 960,05 megahertz poiché il ricevitore JPL era rimasto sintonizzato su questa frequenza dal programma lunare Pioneer.<ref
L'acquisizione e l'inseguimento dei satelliti sono stati realizzati seguendo tre metodi: ottico, slave digitale e radar automatico.
L'inseguimento ottico era il metodo più semplice ma poteva essere usato solo di notte, quando il [[Sole]] illuminava il satellite. In ogni sito erano montati sulla struttura dell'antenna dei [[Telescopio|telescopi]] a campo largo e stretto con una telecamera e le immagini trasmesse venivano mostrate a un servo operatore che controllava la posizione dell'antenna per tracciare il satellite. Quando l'inseguimento ottico non era disponibile, veniva usato un sistema informatico chiamato ''slave digitale'' che poteva acquisire e tracciare Echo. Il sistema riceveva i dati di tracciamento primari dalla rete di stazioni Minitrack della NASA, in seguito il computer emetteva comandi di puntamento direttamente dall'antenna. Il terzo metodo di tracciamento era un sottosistema radar a onda continua. Il radar non era adatto per l'acquisizione del satellite, ma una volta che Echo veniva acquisito dall'ottica o dallo slave digitale, i segnali radar potevano essere usati per eseguire l'inseguimento automatico.
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=== Echo 1 ===
Echo 1 aveva un diametro di 30 metri con rivestimento non rigido fatto di Mylar spesso 12,7 μm, una massa totale di 180
=== Echo 2 ===
Echo 2 è stato un pallone satellitare di 41,1 metri di diametro, l'ultimo lanciato dal Progetto Echo. Per migliorare la sua scorrevolezza e sfericità, venne usato un sistema di gonfiaggio rivisto. A differenza di Echo 1, il rivestimento di Echo 2 era rigido, pertanto il pallone era in grado di mantenere la sua forma senza una pressione interna costante; non era necessaria una fornitura a lungo termine di gas di gonfiaggio e poteva facilmente resistere a colpi di [[Micrometeorite|micrometeoriti]]. Mentre il polimero era ancora in campo elastico, il pallone veniva rivestito con una pellicola di mylar di 9 μm di spessore tra due strati di foglio di alluminio di 4.5 μm gonfiato a una pressione che causava una leggera deformazione plastica degli strati metallici del laminato. In questo modo si ottenne un guscio sferico rigido e molto liscio. Un sistema di telemetria a fari tracciava il segnale satellitare, monitorava la temperatura della pelle del veicolo spaziale (tra -120 e +16
== Voli ==
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Il 13 maggio 1960 avvenne il primo tentativo di messa in orbita di un satellite Echo. La missione, che funse anche da viaggio inaugurale del veicolo di lancio [[Thor-Delta]], fallì prima del dispiegamento del carico utile. Echo 1 partì correttamente dalla LC-17A di [[Cape Canaveral]] tramite lo stadio Thor ma, durante la fase di coasting, i getti di controllo dell'assetto sullo stadio Delta non ancora sperimentato non si accesero mandando il carico utile nell'[[Oceano Atlantico]] invece che in orbita.
Il 12 agosto 1960 Echo 1A (''Echo 1'') fu messo con successo in orbita tra i 1.519 e i 1.687
Il 25 gennaio 1964, Echo 2 fu lanciato su un veicolo di lancio Thor Agena. Oltre agli esperimenti di comunicazione passiva, fu usato per studiare la dinamica dei grandi veicoli spaziali e per la geodesia geometrica globale. Poiché era più grande e viaggiava in un'orbita quasi polare rispetto a Echo 1A, Echo 2 era vistosamente visibile ad occhio nudo. Bruciò rientrando in atmosfera il 7 giugno 1969.
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== Note ==
<references />
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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