Ethica: differenze tra le versioni

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Organizzata secondo un [[Metodo deduttivo|metodo assiomatico-deduttivo]] volto a garantire la certezza dei risultati (benché a prezzo di una lettura particolarmente ostica) essa si articola in cinque parti:
 
*nella prima, su [[Dio]], l'autore vuole dimostrare che esiste un'unica [[Sostanza (filosofia)|sostanza]] [[Infinito (filosofia)|infinita]] che si manifesta in infiniti [[Attributo (filosofia)|attributi]], che nel loro complesso sono la sostanza stessa;<ref>{{cita libro|autore=Baruch Spinoza |altri=a cura di Emilia Giancotti |titolo=Etica dimostrata con metodo geometrico |editore=PGreco |città=Milano |anno=2010 |isbn=978-88-95563-20-6 |paginap=350}}</ref> solo due di questi, estensione e pensiero, sono percepibili per l'uomo. Questi due attributi «si esprimono nei "[[Modo (filosofia)|modi]]" ("[[affezione|affezioni]]" della sostanza), distinti in infiniti, in quanto coestesi all'infinità degli attributi, e finiti, ossia articolati nelle cose particolari».<ref>{{treccani|etica_res-77d7c2b1-a042-11e1-9b2f-d5ce3506d72e_(Dizionario-di-filosofia)|Etica (Ethica)|accesso=11 dicembre 2013}}</ref> I modi, materiali e ideali, sono dominati da un [[determinismo]] al quale Dio stesso, identificato con la [[natura]] nel suo complesso, non si sottrae;
*nella seconda, sulla [[mente]], viene descritto il parallelismo tra il [[Corpo (filosofia)|corpo]] e la mente dell'[[uomo]] che dà luogo alle nostre [[Conoscenza|conoscenze]] [[Sensibilità (filosofia)|sensibili]] e si mostra come, oltre a queste, è possibile accedere anche a conoscenze adeguate, cioè chiare e distinte e certamente [[Verità|vere]];
*nella terza parte, sugli [[Emotività|affetti]], si mostra come l'intera gamma delle emozioni dell'uomo dipende da un fondamentale impulso all'autoconservazione, all'istinto vitale dal quale, in corrispondenza di un aumento della propria forza, deriva la gioia e in corrispondenza di una sua diminuzione la tristezza;
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== Il metodo geometrico ==
{{Citazione|L'assiduo manoscritto / aspetta, già pregno d'infinito. / Qualcuno costruisce Dio nella penombra. / Un uomo genera Dio. È un ebreo / di tristi occhi e di pelle olivastra / [...]. Il mago insiste e foggia / Dio con geometria raffinata; / dalla sua debolezza, dal suo nulla, / seguita a modellare Dio con la parola.|da ''Baruch Spinoza'', di [[Jorge Luis Borges]]<ref>Citato in Filippo Mignini, ''Un «segno di contraddizione»'', in {{cita libro|autore=Baruch Spinoza |titolo=Opere |città=Milano |editore=Mondadori |anno=2007 |paginap=XI |isbn=978-88-04-51825-9}}</ref>}}
 
L'opera è fortemente sistematica; essa si propone di trattare tutti i campi di indagine della filosofia scandendoli in cinque parti (su Dio, la mente, le passioni, la schiavitù dell'uomo nei loro confronti e la possibilità della sua liberazione da esse) corrispondenti a un percorso che, partendo dalle questioni più fondamentali della metafisica, conduce fino all'etica con il preciso obiettivo di formulare una teoria della beatitudine umana.<ref>{{cita|Scribano|pp. 7-8}}.</ref>
 
L'esposizione del contenuto dell{{'}}''Etica'', come specificato sin dal titolo, è poi organizzata secondo un metodo «geometrico» ispirato al modello [[Deduzione|assiomatico-deduttivo]] della [[geometria euclidea]].<ref name=scribano_8>{{cita|Scribano|p. 8.}}</ref> Spinoza procede enunciando [[Assioma|assiomi]] e [[Definizione|definizioni]] sulla base dei quali [[Dimostrazione|dimostra]] delle [[Teorema|proposizioni]] con i loro eventuali [[Corollario|corollari]]. Tale metodo, che mira a garantire dimostrativamente la certezza dei risultati a cui man mano si perviene,<ref name=nadler_250/> è considerato da alcuni commentatori come un significativo specchio di quella che per Spinoza è la struttura della sostanza stessa a cui afferisce tutto quello che è nel mondo, dal momento che la causalità della dinamica dell'universo corporeo vi è tradotta in una serie di corrispondenti nessi di implicazione logica;<ref>{{cita|Nadler|p. 251}} rimanda a {{en}} {{cita libro|autore=Piet Steenbakkers |titolo=Spinoza's Ethica from Manuscript to Print |editore=Van Gorcum |città=Assen |anno=1994 |paginecapitolo=cap. 5}}</ref> altri, senza necessariamente contestare questa tesi, hanno sostenuto che comunque la forma dell{{'}}''Etica'' avrebbe potuto altrettanto bene essere quella di un normale testo filosofico in prosa.<ref>{{cita|Nadler|p. 251}} rimanda a {{en}} {{cita libro|autore=Harry Wolfson |titolo=The Philosophy of Spinoza |url=https://archive.org/details/philosophyofspin033315mbp |editore=Harvard University Press |città=Cambridge (MA) |anno=1934 |paginecapitolo=cap. 2}}</ref> A ogni modo, è stato sottolineato che, in primo luogo, sovente Spinoza sottintende, come presupposti, tesi che non ha ancora enunciato e che verranno dimostrate solo successivamente;<ref name=scribano_8/> e che, in secondo luogo, alcuni di quelli che l'autore considera assiomi implicano prese di posizione filosoficamente impegnative e sono comunque lontani dall'autoevidenza,<ref>{{cita|Scribano|p. 14.}}</ref> giustificandosi piuttosto, poco alla volta, in virtù delle conseguenze che ne vengono tratte.<ref>{{cita|Gentile, Durante, Radetti|p. 656.}}</ref>
 
Inoltre, a più riprese Spinoza sembra mostrare delle insofferenze nei confronti della rigidità del metodo euclideo.<ref>{{cita|Scribano|pp. 9, 91.}}</ref> È anche per questo che spesso egli aggiunge alle sue proposizioni degli [[Scolio|scoli]] più estesi e di carattere discorsivo in cui chiarifica i suoi risultati o, anche, si occupa di mostrare come essi confutano le posizioni di alcuni dei suoi avversari; allo stesso scopo sono presenti prefazioni o appendici alle singole parti.<ref name=scribano_8/>
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L'[[Illuminismo]] francese, pur lontano da un interesse per la metafisica come Spinoza l'aveva intesa, si riconobbe (con pensatori come [[Julien Offray de La Mettrie|La Mettrie]], [[Paul Henri Thiry d'Holbach|d'Holbach]] e [[Denis Diderot|Diderot]]) nelle sue teorie razionaliste e deterministe, attribuendogli anche posizioni materialiste.<ref>{{cita libro|autore=Marco Ravera |titolo=Invito al pensiero di Spinoza |editore=Mursia |città=Milano |anno=1987 |pp=201-202 }}</ref> In Germania, in seguito alla ripresa di un testo anti-spinoziano di [[Christian Wolff|Wolff]] da parte di [[Moses Mendelssohn|Mendelssohn]], che era incline a una certa apertura nei confronti delle tesi dell{{'}}''Etica'', si aprì una controversia tra quest'ultimo e [[Friedrich Heinrich Jacobi|Jacobi]] sullo spinozismo di [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]; questa determinò una riapertura della discussione sullo spinozismo, sullo sfondo dell'Illuminismo e di un incipiente [[Romanticismo]], la quale a sua volta finì per interessare anche [[Johann Gottfried Herder|Herder]] e, in modo meno diretto, [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] e [[Immanuel Kant|Kant]].<ref>{{cita|Scribano|pp. 169-172}}.</ref>
 
Sia [[Johann Gottlieb Fichte|Fichte]] sia [[Friedrich Schelling|Schelling]], poco più tardi, ebbero Spinoza tra i loro punti di riferimento, pur modificando in modo sostanziale alcuni contenuti della sua metafisica nell'adattarli alle proprie idee. Spinoza fu una figura importante anche per [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]]; questi si schierò in sua difesa contro le accuse di ateismo che gli erano state rivolte, affermando che egli, lungi dal negare Dio, aveva piuttosto sostenuto che esiste ''solo'' Dio, e aveva dunque negato l'effettiva realtà del [[cosmo]]; il suo era dunque, per Hegel, non un ateismo ma un [[acosmismo]], in cui solo Dio (cioè la sostanza con i suoi attributi) ha una realtà affermativa e la natura (cioè l'insieme dei modi, finiti e infiniti) è una determinazione, cioè negazione, di Dio, e non ha quindi un'esistenza autonoma;<ref>{{en}} {{cita libro|titolo=Hegel's Philosophy of Religion |autore=Raymond Keith Williamson |editore=State University of New York Press |città=Albany |anno=1984 |isbn=0-87395-827-6 |pp=237 e segg |url=http://books.google.it/books?id=CvWN_1APPXEC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false |accesso=22 ottobre 2013 }}</ref> Hegel dunque, che pure considerò lo spinozismo il necessario esordio di ogni filosofia, rimproverò a Spinoza il fatto di non aver trovato una [[dialettica]] capace di superare i due momenti dell'affermazione e della negazione e di non aver saputo, quindi, garantire l'autonomia (e dinamicità) del finito rispetto all'infinità (statica) della sostanza divina.<ref>{{cita|Scribano|pp. 172-173}}.</ref><ref>{{cita|Ravera|p. 205.}}</ref> Hegel mise anche in luce un'affinità del pensiero di Spinoza con le [[filosofie orientali]] (affinità già notata da Bayle e Malebranche e poi esplorata da altri autori)<ref>{{en}} {{cita pubblicazione|url=http://muse.jhu.edu/journals/journal_of_the_history_of_philosophy/summary/v023/23.2lai.html |titolo=The Linking of Spinoza to Chinese Thought by Bayle and Malebranche |autore=Yuen Ting Lai |rivista=Journal of the History of Philosophy |data=aprile 1985 |numero=2 |volume=23 |pp=151-178 |accesso=27 ottobre 2013 }}</ref> quanto all'«intuizione dell'identità assoluta», che sta alla base tanto del sistema spinoziano (sotto forma del concetto di unità della sostanza opposto, ad esempio, al dualismo cartesiano) quanto delle concezioni orientali.<ref>{{cita libro|autore=G.W.F. Hegel |titolo=Lezioni sulla storia della filosofia |altri=a cura di E. Codignola, G. Sanna |città=Firenze |anno=1981 |paginevolume=vol. III, t. II, p.= 104}} Citato in {{cita libro|autore=Patrizia Pozzi |titolo=Visione e parola: un'interpretazione del concetto spinoziano di "scientia intuitiva". Tra finito e infinito |editore=FrancoAngeli |città=Milano |anno=2012 |p=133 |isbn=978-88-204-0566-3}}</ref>
 
Il necessitarismo e immanentismo di Spinoza, interpretati come [[materialismo]], portarono [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]] e poi [[Friedrich Engels|Engels]] a vedere in lui un precursore delle proprie tesi. L{{'}}''Etica'' fu studiata e apprezzata anche da [[Schopenhauer]], mentre [[Nietzsche]] considerò alcuni dei punti della filosofia di Spinoza (la negazione del libero arbitrio, del finalismo, dell'ordinamento assiologico della natura, del male e di ogni principio non egoistico dell'azione umana) come altrettante acquisizioni di fondamentale importanza.<ref>{{cita|Scribano|pp. 173-174}}.</ref>
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Di là dalla metafisica e dell'anomala teologia di Spinoza, cioè di là dal primo libro dell{{'}}''Etica'', la teoria spinoziana della conoscenza fu studiata e apprezzata dagli [[Empirismo|empiristi]] del Settecento, e in particolare da [[John Locke|Locke]] e [[David Hume|Hume]]; quest'ultimo riprese inoltre la teoria di Spinoza sul ruolo delle passioni nel motivare gli uomini ad agire secondo quanto la ragione determina come utile e anche la sua teoria dell'imitazione degli affetti, che spiega l'empatia sulla quale, secondo Hume, riposa il senso morale.<ref>{{cita|Scribano|pp. 174-175}}.</ref> Alcune categorie spinoziane per la spiegazione del rapporto tra eventi fisici ed eventi mentali furono poi riattualizzate, tra la fine del [[XIX secolo|XIX]] e l'inizio del [[XX secolo]], da [[Ernst Mach|Mach]] e, quindi, da [[William James|James]] e [[Bertrand Russell|Russell]].<ref>{{cita|Scribano|p. 176.}}</ref>
 
Tra l'Ottocento e il Novecento, anche per via della riedizione delle opere di Spinoza (e addirittura della riscoperta di una di esse, il ''Breve trattato'', nel [[1851]]), si ebbe una proliferazione degli studi spinoziani in generale e sull{{'}}''Etica'' in particolare.<ref>{{cita|Ravera|pp. 205-210}}.</ref> Rilevante, nel XX secolo, fu l'influenza della filosofia di Spinoza su [[Giovanni Gentile]], che curò un'importante edizione italiana dell{{'}}''Etica'' pubblicata nel [[1915]],<ref>{{cita libro|autore=Gabriele Turi |titolo=Giovanni Gentile: una biografia |editore=Giunti |città=Firenze |anno=1995 |paginap=137 |isbn=88-09-20755-6 |url=http://books.google.it/books?id=KaHCNhRhCuAC&dq=gentile+spinoza&hl=it&source=gbs_navlinks_s |accesso=31 ottobre 2013}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Alessandro Savorelli |capitolo=Gentile e la storia della filosofia moderna |titolo=Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo |altri=a cura di Piero Di Giovanni |editore=FrancoAngeli |città=Milano |anno=2003 |paginap=42 |isbn=88-464-5101-5 |url=http://books.google.it/books?id=FsLJdBSWc8cC&dq=gentile+spinoza&hl=it&source=gbs_navlinks_s |accesso=31 ottobre 2013}}</ref> e su [[Piero Martinetti]], che ebbe Spinoza tra i punti di riferimento che lo portarono a sviluppare il suo «spiritualismo metafisico di stampo razionalistico».<ref>{{cita libro|autore=[[Giovanni Fornero]], Salvatore Tassinari |titolo=Le filosofie del Novecento |editore=Bruno Mondadori |città= |anno=2002 |paginepp=245-246 |url=http://books.google.it/books?id=ZbkwVoMhNQoC&dq=spinoza+martinetti&hl=it&source=gbs_navlinks_s |accesso=31 ottobre 2013}}</ref> Degno di nota è il commento con cui [[Giorgio Colli]] introdusse l'edizione italiana del [[1959]]:
{{Citazione|L{{'}}''Etica'' richiede lettori non pigri, discretamente dotati e soprattutto che abbiano molto tempo a loro disposizione. Se le si concede tutto questo, in cambio offre molto di più di quello che ci si può ragionevolmente attendere da un libro: svela l'enigma di questa nostra vita, e indica la via della felicità, due doni che nessuno può disprezzare.<ref>Giorgio Colli, ''Presentazione'', in {{cita libro|autore=Baruch Spinoza |titolo=Etica |città=Torino |editore=Bollati Boringhieri |anno=1992 |annooriginale=1959 |paginap=VII |isbn=88-339-1725-8}}</ref>}}
 
== Note ==