Mario Merlino: differenze tra le versioni
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Si infiltrò nel [[Anarchia|movimento anarchico]] frequentando inizialmente il circolo "Bakunin" a [[Roma]] dove c'era anche [[Pietro Valpreda]] giunto poco tempo prima da [[Milano]]. A seguito della scissione degli elementi più estremisti, tra cui Valpreda, aderì dall'ottobre [[1969]] al [[Circolo anarchico 22 marzo]] di cui fu tra i fondatori. Al "22 marzo" aderirono anche Olivo Della Savia e Andrea Polito (Polito era in realtà l'agente infiltrato Salvatore Ippolito)<ref>Massimiliano Griner, Piazza Fontana e il mito della strategia della tensione, Lindau, Torino, 2011, pag 68</ref>. Alcune fonti indicano lo stesso Merlino come infiltrato di Avanguardia Nazionale<ref>Mario Caprara e Gianluca Semprini, Neri!, Tascabili Newton Compton, aprile 2011, Roma, pag.244</ref>. Alle riunioni prendevano parte anche [[Anarchici della Baracca|Angelo Casile, Giovanni Aricò e Annelise Borth]]<ref>Massimiliano Griner, Piazza Fontana e il mito della strategia della tensione, Lindau, Torino, 2011, pag 69</ref>.
In realtà, la fondazione del "Circolo anarchico 22 marzo" fu soltanto una copertura. Mario Merlino non è mai stato anarchico, come dimostrato da inchieste, indagini e verbali dell’epoca.<ref name="ref_A">{{Cita libro|titolo="La strage di Stato", Edizioni Samonà e Savelli, Roma, 1971.}}</ref><ref>{{Cita testo|curatore=Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi|titolo=Stragi e terrorismo in Italia dal dopoguerra al 1974|pp=212-214|data=2001-04-26|accesso=2021-08-05|url=https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/301445.pdf|formato=pdf}}</ref> Era, come molti altri, un infiltrato neo-fascista in ambienti anarchici, dopo aver tentato senza successo di infiltrarsi nei gruppi di sinistra. Operava per creare disordini e addossare la responsabilità alle frange di sinistra e al PCI. Durante le manifestazioni, faceva partire molotov e bulloni verso gli schieramenti di polizia, senza dare preavviso agli altri manifestanti, ottenendo sia i disordini sia il discredito della sinistra. Nota è anche la sua attività di delatore e informatore della polizia, confermata da vari episodi in cui Merlino consegnava armi ed esplosivi a componenti di gruppi anarchici, affinché li occultassero: puntualmente, l’indomani subivano perquisizioni di polizia<ref
=== Le accuse per piazza Fontana ===
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* Mario Merlino, ''E venne Valle Giulia'', Edizioni Settimo Sigillo.
=== Traduzioni a cura di Merlino ===
* [[Robert Brasillach]], ''I Poemi di Fresnes'', Edizioni Settimo Sigillo 1988 (traduz. italiana di Mario M. Merlino).
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