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L'idea principale dietro questi interventi era quella di sovrapporre una rete stradale regolare con il baricentro dato dal fiume all'insieme disordinato di edifici che era la Roma medievale; insieme alla nuova [[Borgo Nuovo (Roma)|Via Alessandrina]], appena inaugurata nel Borgo da Alessandro VI, e alla ''Via dei Pettinari'' che collegava il [[Trastevere]] da un lato e il [[Campidoglio]] dall'altro, la Lungara e Via Giulia, che secondo il progetto originario avrebbe dovuto raggiungere anche l'Ospedale di Santo Spirito in [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]] grazie al ricostruito ''[[Pons Neronianus]]'',<ref name=del472/><ref name=cast380>{{Cita|Castagnoli|pp.380}}.</ref> venivano a creare una struttura quadrangolare regolare nel labirinto di vicoli della città.<ref name="po19"/> Grazie a questi interventi, il centro della città si sarebbe spostato in direzione del Vaticano e di Trastevere, a scapito del [[Palazzo Senatorio]] sul [[Campidoglio]], simbolo del potere della nobiltà romana.<ref name="po19"/><ref name=tem124/> Questo progetto doveva dunque frenare il potere papale dalla dipendenza delle potenti famiglie nobiliari della città, soprattutto gli [[Orsini]] e i [[Colonna (famiglia)|Colonna]].<ref name=tem124>{{Cita|Temple| p. 124}}.</ref>. Oltre a ciò, questi progetti avevano un obiettivo celebrativo, rafforzando la fama del Pontefice come unificatore dell'Italia e rinnovatore di Roma; infatti nel 1506, dopo la fine della [[peste]], il papa sconfisse rapidamente le potenti famiglie dei [[Baglioni (famiglia)|Baglioni]] e dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]], conquistando [[Perugia]] e [[Bologna]].<ref name="po19">{{Cita|Portoghesi| p. 19}}.</ref> Un'iscrizione lungo la ''Via dei Banchi Nuovi''<ref>''Giulio II p.o.m. che estese il potere di Santa Romana Chiesa e liberò l'Italia. La città di Roma, che assomigliava più a una città conquistata che a una pianificata, abbellita per la gloria dell'Impero''</ref> testimonia questa intenzione.
Oltre a possedere una funzione di comunicazione e di rappresentanza, la strada avrebbe dovuto ospitare il nuovo centro amministrativo laico della città.<ref name="po19"/> Un disegno del Bramante scoperto agli Uffizi da [[Luitpold Frommel]] mostra un nuovo grande complesso amministrativo, il ''Palazzo dei Tribunali'', che si affaccia su una piazza di rappresentanza (il ''Foro Iulio'') aperta sulla nuova strada.<ref name="po19"/> Questo foro venne progettato tra il ''Palazzo'' stesso e la vecchia ''[[Cancelliere#Chiesa cattolica|Cancelleria]]'' (oggi Palazzo Sforza-Cesarini).<ref name=tem6768/> Questo nuovo centro non era lontano dalla [[Camera Apostolica]] (la tesoreria del papa) nel [[Palazzo della Cancelleria]] e dal nuovo [[Palazzo della Zecca Vecchia|palazzo della Zecca]], eretto dal Bramante ai margini di via dei Banchi Nuovi (strada detta anche ''Canale di Ponte'', ampliata dal papa).<ref name=tem6768>{{Cita|Temple| pp. 67-68}}.</ref> Lungo questa strada si trovavano le abitazioni e gli uffici di commercianti e grandi banchieri italiani ed europei, come gli [[Altoviti]], i Ghinucci, gli [[Acciaiuoli]], i [[Chigi]] e i [[Fugger]].<ref name=cast378/> Furono infatti ricercati e promossi legami economici più stretti con i banchieri toscani, in particolare con [[Agostino Chigi]].<ref name="po19"/><ref name=chigiDbi>{{DBI|nome=Agostino Chigi||nomeurl=agostino-chigi|autore=Francesco Dante|volume=24|anno=1980|accesso=13 aprile
Intorno al 1508, [[Donato Bramante]], il capomastro costruttore della nuova [[Basilica di San Pietro]], incaricato dal papa, iniziò gli espropri e le relative demolizioni (il suo soprannome a Roma era ''Mastro ruinante'', dopo le demolizioni da lui effettuate nel cantiere di San Pietro) per creare la nuova strada nel quartiere più densamente popolato e densamente costruito del Campo Marzio.<ref name=bramanteDbi>{{DBI|nome=Donato Bramante|nomeurl=donato-bramante|autore=Arnaldo Bruschi|volume=13|anno=1971|accesso=13 aprile
[[Giorgio Vasari]] scrive:<ref name=vasBra>Giorgio Vasari: Vita di Donato Bramante – 1568</ref>
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===Via Giulia nel XVI e XVII secolo===
[[File:G.Vasi - Collegio Ecclesiastico a Ponte Sisto.jpg|thumb|Fontana di Ponte Sisto con l'"Ospizio dei Mendicanti" in una [[incisione]] di [[Giuseppe Vasi]]. (1759)]]
Dopo la morte di [[Giulio II]] nel 1513, il suo successore, [[papa Leone X]] della [[Medici|Casa dei Medici]], proseguì i lavori.<ref name=cas382>{{Cita|Castagnoli| p. 382}}.</ref> Soprattutto nella parte settentrionale della strada tra i ruderi incompiuti del Palazzo dei Tribunali e il quartiere delle banche, si svolsero ulteriori attività edilizie, sostenendo così la comunità dei mercanti fiorentini.<ref name=cas382/> In questa zona, importanti artisti, come [[Raffaello]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]], acquistarono appezzamenti di terreno o costruirono imponenti palazzi.<ref name=pie40/><ref name="pie36
Il quartiere intorno alla chiesa di [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], oggi Spirito Santo dei Napoletani, nel Medioevo si chiamava ''Castrum Senense'', perché era abitato principalmente da senesi.<ref name=del473>{{Cita|Delli| p. 473}}.</ref> Per questa zona terminale di via Giulia venne elaborato un piano di sviluppo architettonico ben definito, il cui punto di partenza fu la costruzione di [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]]. Dalla metà del XVI secolo in poi, l'"Ospizio dei Mendicanti", costruito nel 1586 dall'architetto [[Domenico Fontana]] per ordine di [[papa Sisto V]], segnò l'estremità meridionale di Via Giulia.<ref name=pie7976/> L'edificio, concepito per risolvere il problema dell'accattonaggio in città, con una dotazione annuale di 150.000 ''[[Scudo (moneta)|scudi]]'' poteva dare lavoro a 2.000 uomini e donne.<ref name=cas415>{{Cita|Castagnoli| p. 415}}.</ref>
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===2 Fontana del Mascherone===
[[File:Fontana del Mascherone Via Giulia.jpg|thumb|upright=0.5|2 Fontana del Mascherone]]
La fontana, posta diagonalmente rispetto a [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], fu costruita intorno al 1626 a spese della [[Farnese]] da [[Carlo Rainaldi]].<ref name=pie7956>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 56}}.</ref> Fin dal 1570 una fontana pubblica, alimentata dall'acquedotto dell
<ref name=pie7956/> Essa fu posta contro il muro nel 1903, perdendo gran parte del suo fascino.<ref name=pie7956/> Nella casa di fronte (in angolo con via del Mascherone) morì nel 1830 il poeta [[Wilhelm Waiblinger]] [[:File:Via Giulia Sterbehaus Wilhelm Waiblinger.jpg|(Fig.)]].<ref>{{Cita web|url=https://pietreparlanti.it/2020/04/13/wilhelm-waiblinger/|titolo=Wilhelm Waiblinger|data=13 aprile 2020|accesso=1º giugno 2020}}</ref>
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