Apparato paramilitare del PCI: differenze tra le versioni

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L'organizzazione paramilitare comunista avrebbe ottenuto aiuti in uomini, armi e mezzi dalla [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] e sarebbe stata guidata da combattenti addestrati dai [[URSS|sovietici]] o da ex-comandanti partigiani<ref>{{cita web|autore=Gianni Donno|url=http://www.ragionpolitica.it/testo.3270.anni_settanta_piani_sovietici_invasione.html|titolo=Anni Settanta: piani sovietici d'invasione. Lettera al Presidente Francesco Cossiga|data=2 aprile 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081204113542/http://www.ragionpolitica.it/testo.3270.anni_settanta_piani_sovietici_invasione.html|dataarchivio=4 dicembre 2008|urlmorto=sì}}</ref>.
Secondo altre fonti l'apparato ebbe contatti anche con la ''Politická škola soudruha Synka'', formazione armata attiva in [[Cecoslovacchia]]<ref name=Turi >{{Cita|Turi}}.</ref><ref>{{cita web |url=http://www.internetchi.info/utenti/chi/italiairaq/libri/gladiorossa.htm|titolo=Recensione di GLADIO ROSSA di Rocco Turi|accesso=9 giugno 2008|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080614223846/http://www.internetchi.info/utenti/chi/italiairaq/libri/gladiorossa.htm|dataarchivio=14 giugno 2008}}</ref>. Che tale struttura fosse finalizzata a compiti offensivi lo dimostra il fatto che i militanti comunisti italiani venivano militarmente addestrati oltre cortina a tre livelli (guerriglia, sabotaggio, intercettazione), del tutto sproporzionati se si accettasse l'ipotesi dei soli compiti difensivi<ref>Gianni Donno, ''I comunisti italiani e i piani d'invasione del Patto di Varsavia'', in {{Cita|Cicchitto|p. 172}}.</ref>.
 
Come ebbe a dichiarare [[Paolo Emilio Taviani]], furono due le funzioni principali cui la struttura paramilitare del PCI fu predisposta: sostenere una possibile insurrezione popolare; operare come "quinta colonna" in caso d'attacco da parte dell'Unione Sovietica sul continente europeo<ref>Cfr. le dichiarazioni di [[Paolo Emilio Taviani]] in audizione in Commissione parlamentare riportate {{Cita|Donno}}.</ref>.
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La documentazione proveniente dagli archivi degli USA dimostra che il governo americano fu al corrente della potenzialità insurrezionale del PCI. Il console degli [[USA]] a [[Milano]] fu autore della prima relazione "occidentale" conosciuta sull'articolazione dell'organizzazione paramilitare:
{{Citazione|A capo dell'apparato vi sarebbero Longo, Sereni e Grieco, a loro volta comandanti dalla sezione Comintern di [[Lubiana]]-[[Ginevra]]-[[Lisbona]].
Le operazioni militari sono gestite dall'ex-[[partigiano]] [[Cino Moscatelli]]. L'articolazione interna è suddivisa in vari nuclei e settori comandati dalla legazione [[URSS|sovietica]] in [[Milano]] di Via Filodrammatici 5.<ref>{{Cita|Sechi|p. 67}}.</ref>}}
Secondo le fonti americane la forza così costituita avrebbe contato tra i 130.000 e 160.000 miliziani, mentre altre stime ritenute più attendibili valuterebbero gli effettivi in circa 77.000 unità<ref name="Gianni Donno PCI"/>.