Potere Operaio: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
correggo nota disambigua |
mNessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{Nota disambigua|descrizione=il movimento "Il potere operaio pisano" e il suo periodico "{{no markup|Il potere operaio}}"|titolo=Il potere operaio pisano}}
{{Partito politico
|nome = Potere Operaio
Riga 79:
viva il Partito, rivoluzione,<br />
bandiere rosse e comunismo sarà!<br />
<br /> Sulle note della
</div>
}}
==Origini==
Il gruppo politico trasse origine dal nucleo redazionale della rivista
La Classe, dalla seconda metà dello stesso anno, rinominata ''Potere Operaio'' divenne l'organo dell'omonima organizzazione fondata quello stesso anno da Negri, Scalzone, Piperno<ref name=egs>{{Cita|Antonio Negri - Biography||egs}}.</ref> e di cui Negri fu il teorico e lo stratega<ref>Concetto Vecchio, [https://books.google.it/books?id=gVQgAQAAQBAJ&pg=PT116&lpg=PT116&dq=toni+negri+potere+operai&source=bl&ots=-R6HSXBrdK&sig=ZvnRdi8pjMmU0jdFDIMsHrNcG0w&hl=it&sa=X&ei=IiATVaX8G8KhyAPrrYCoDg&ved=0CDMQ6AEwBDgU#v=onepage&q=toni%20negri%20potere%20operai&f=false ''Vietato obbedire''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171214072556/https://books.google.it/books?id=gVQgAQAAQBAJ&pg=PT116&lpg=PT116&dq=toni+negri+potere+operai&source=bl&ots=-R6HSXBrdK&sig=ZvnRdi8pjMmU0jdFDIMsHrNcG0w&hl=it&sa=X&ei=IiATVaX8G8KhyAPrrYCoDg&ved=0CDMQ6AEwBDgU#v=onepage&q=toni%20negri%20potere%20operai&f=false |data=14 dicembre 2017 }}, BUR, Milano, 2005.</ref><ref>Anche [[Costanzo Preve]], seppur in posizione di netta ostilità, nel suo saggio [http://www.kelebekler.com/occ/disobbed09.htm ''Dalla Rivoluzione alla Disobbedienza''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160825192426/http://www.kelebekler.com/occ/disobbed09.htm |data=25 agosto 2016 }} riconosce che Negri "aveva fornito a Potere Operaio una teoria folle, ma pur sempre una teoria comunicabile in modo razionale ed universalistico"</ref>. Direttore della rivista fu, fino al suo arresto nel novembre 1969, Francesco Tolin sostituito per un breve periodo da Letizia Paolozzi e poi, fino allo scioglimento di Potere Operaio nel giugno del 1973, [[Emilio Vesce]]. Collaboratori furono: i veneto-emiliani Negri, [[Guido Bianchini]] (il più giovane partigiano d'Italia<ref name=zag>{{cita web
Riga 96:
|dataarchivio=21 aprile 2015
|urlmorto=no
}}</ref>), oltre che Emilio Vesce; militanti della [[
|autore=Flora de Musso
|url=http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=824
Riga 111:
==Impostazione teorica==
Potere Operaio (abbreviato con la sigla Pot.Op.) è stato il gruppo della sinistra extraparlamentare più rappresentativo dell'[[operaismo]], la corrente marxista che faceva capo in particolare a [[Mario Tronti]] (tra i fondatori di "Classe Operaia") che negli [[anni 1960|anni sessanta]] aveva proposto una innovativa lettura de ''[[Il Capitale]]'' nel suo testo più rappresentativo di quegli anni, ''Operai e Capitale''. Potere Operaio fece proprie le tesi trontiane della [[lotta di classe]] interamente strutturata intorno al conflitto del mondo della fabbrica dell'''operaio massa'', soggetto operaio tipico del fordismo che in Italia andava manifestandosi appieno solo nel decennio del [[Miracolo economico italiano|boom economico]], surclassando quel mondo industriale caratterizzato dall'[[operaio]] professionale che era stato bacino elettorale e soggetto sociale di riferimento del [[Partito Comunista Italiano|PCI]].
L'operaio massa, descritto da Tronti come "rude razza pagana senza ideali, senza fede e senza morale", era un soggetto slegato dal concetto di controllo dei mezzi di produzione proprio della tradizione comunista del movimento operaio, soggetto allo sfruttamento capitalistico e all'[[alienazione]] della catena di montaggio, spesso nel caso italiano emigrato e quindi straniero e senza radici affettive e culturali. Questo nuovo soggetto sarebbe stato in grado, con la sua conflittualità intrinseca verso l'organizzazione del lavoro capitalistico, di destrutturare l'impalcatura immobilistica della [[sindacato|rappresentanza sindacale]] e del [[riformismo]] dei partiti della sinistra portando all'interno della fabbrica (e fuori) una lotta radicale e spontanea che, una volta indirizzata politicamente, avrebbe configurato l'inizio di un [[rivoluzione|processo rivoluzionario]].
|