Liberal Democratici (Regno Unito): differenze tra le versioni

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=== I Lib Dems ===
Nel [[1988]] i liberali ede i socialdemocratici si unirono, e diederodando vita al ''Liberal-Democratic Party'', abbreviato in ''Lib-Dems''.
 
Le elezioni del [[1997]] videro per la prima volta un notevole avvicinamento dei Lib-Dems verso i Laburisti di [[Tony Blair]]. Con la maggiore autonomia riconosciuta a [[Scozia]] e [[Galles]] nel [[1999]], i Liberal -Democratici, da sempre propugnatori di un più deciso decentramento, entrarono a far parte dei governi locali, insieme ai Laburisti, ottenendo importanti concessioni sui programmi di governo (ad esempio, l'abolizione delle tasse universitarie in Scozia).
 
Nel [[1999]], dopo 11undici anni, il leader [[Paddy Ashdown]] lasciò il timone al giovane e carismatico parlamentare scozzese [[Charles Kennedy]], da molti visto come l'antitesi del tipico e grigio politico britannico. Secondo molti osservatori, [[Charles Kennedy]] portò i Liberal-Democratici alla sinistra del cosiddetto New Labour (Nuovo Labour) di [[Tony Blair]]. In quegli anni, infatti, i Lib-Dems sostennero politiche quali la tassazione fino al 50% per i redditi più alti, l'educazione universitaria gratuita, politiche ambientali più radicali,la depenalizzazione dell'uso di cannabis, la difesa ada oltranza dei diritti civili, la riforma elettorale in senso proporzionale, la devoluzione federalista, la difesa dei diritti degli omosessuali e politiche ambientali più radicali.
 
Con il suo stile meno convenzionale (era soprannominato ''chatshow Charlie''), Charles Kennedy condusse i Lib-Dems ai migliori risultati elettorali dagli anni '20, ottenendo 63 parlamentari (e oltre il 23% dei consensi) alle elezioni del maggio [[2005]]. Un altro fattore cruciale per la sorprendente crescita dei Lib-Dems fu la loro ferma e coerente opposizione alla guerra in [[Iraq]]. Un numero notevole di ex-simpatizzanti Laburistilaburisti, infatti, in contrasto con il loro partito tradizionale, appoggiarono la politica estera dei Lib-Dems.<ref name="www.liberalhistory.org.uk"/>
 
Nel gennaio [[2006]] i Lib-Dems conobbero uno dei più difficili momenti negli ultimi vent'anni. Sotto crescente pressione da parte di alcune fazioni interne (la destra del partito accomunata dal programma liberista dell{{'}}''Orange Book''), il leader [[Charles Kennedy]] rassegnò le dimissioni a causa delle complicate condizioni di salute, dovute all'eccessivo consumo di alcool. La campagna per la designazione del nuovo leader si concluse il 2 marzo 2006 con l'elezione di Sir [[Menzies Campbell]], di gran lunga il più anziano dei contendenti e da taluni visto come il candidato più conservatore tra i Liberal -Democratici.
 
Nel [[2007]], alle [[elezioni parlamentari in Scozia del 2007|elezioni]] per il [[Parlamento scozzese]] e per l'[[Parlamento gallese|Assemblea Nazionale per ilnazionale Gallesgallese]], i Lib-Dems mantennero sostanzialmente inalterati i propri seggi, rispettivamente 16 (1uno in meno) e 6. Il dato più preoccupante emerse invece dalle contemporanee amministrative in [[Inghilterra]]. I Lib-Dems ottennero {{formatnum:2126}} consiglieri, ben 246 in meno, con un calo del 10%, a cui si aggiunse la perdita del controllo di 4 consigli, scendendo a 23 consigli contro i 27 precedenti. Il dato, però, si offriva ad una duplice interpretazione. Da un lato i Lib-Dems perdevano consensi a vantaggio dei conservatori, soprattutto nel sud dell'Inghilterra, a causa della campagna ambientalista condotta dai Tories; dall'altro lato, i Lib-Dems superavano i Laburisti in termini di consiglieri (2126 contro 1865) e vi si avvicinavano molto in termini percentuali, 26 contro 27%. In tal modo, i Lib-Dems confermavano il proprio ruolo di terza forza del paese, con un consenso pari almeno al 20%.
 
Nell'autunno del 2007, allontanandosi la prospettiva di nuove elezioni generali, molti nel partito pensarono fosse opportuno ricercare un nuovo leader più giovane e carismatico. Menzies Campbell, che allora aveva 66 anni, si dimise il 15 ottobre 2007. Qualche mese dopo fu eletto il suo successore, [[Nick Clegg]].<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/politics/7148367.stm www.bbc.co.uk].</ref>
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Alle elezioni parlamentari del 6 maggio [[2010]] il partito ottenne solo 57 seggi<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/shared/election2010/results/ www.bbc.co.uk].</ref> alla [[Camera dei comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], benché i sondaggi durante la campagna elettorale e la buona impressione suscitata da Clegg nei tre dibattiti televisivi contro Gordon Brown e David Cameron avessero fatto pensare ad un risultato più favorevole. I Lib-Dem furono penalizzati dal sistema uninominale maggioritario, ottenendo il 23% dei voti (+1%), ma 57 seggi (-5), pari appena all'8,3% del consesso parlamentare. Ciò, comunque, non impedì ai liberali di tornare, dopo novant'anni, al governo. I Tories, infatti, pur risultando il primo partito, non ottennero la maggioranza assoluta dei seggi e furono costretti ad aprire ad un governo di coalizione con i Lib-Dem, il terzo partito della Camera. Nick Clegg divenne così vice-primo ministro del Governo del Regno Unito.<ref>[http://www.repubblica.it/esteri/2010/05/12/news/gb_governo-4008373/ www.repubblica.it].</ref>
 
Il partito, però, pagò cara questa partecipazione in termini di consenso. Sebbene [[Nick Clegg]] avesse chiarito prima delle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 2010|elezioni del 2010]] che in caso di uno ''hung parliament'' (parlamento sospeso) il suo schieramento avrebbe sostenuto in una coalizione il partito più votato in termini assoluti, parte della componente progressista dell'elettorato giudicò negativamente l'alleanza con i Conservatori di David Cameron. I Liberal -Democratici, costretti per ragioni politiche a esprimersi favorevolmente a misure di stampo tradizionalmente conservatore, ede impossibilitati a porre in essere tutte le misure promesse in campagna elettorale, subirono un fortissimo calo di popolarità.
Le personalità del partito hanno sempre difeso il proprio operato, sostenendo che sarebbe stato impossibile mantenere tutti gli impegni del manifesto, dal momento che i Liberal -Democratici erano la parte minoritaria della coalizione governativa, ednonché il terzo partito alla Camera dei Comuni per quantità di seggi.
 
QuesteTali giustificazioni non convinsero però l'elettorato: alle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 2015|elezioni generali del 7 maggio 2015]] il partito ottenne poco meno dell'8% dei voti, facendo suoi solo 8 seggi (1,2% di tutta la rappresentanza parlamentare) alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]]. A seguito di questa pesante sconfitta elettorale, il leader [[Nick Clegg]] rassegnò le sue dimissioni e il deputato [[Tim Farron]] divenne il nuovo leader del partito.
 
Nel [[2017]] il Primo ministro [[Theresa May]] decise di convocare [[Elezioni generali nel Regno Unito del 2017|nuove elezioni]] e i Liberal-democraticiDemocratici ottennero 12 seggi, perdendo solo quello di Nick Clegg.
Tuttavia, sei giorni dopo le elezioni [[Tim Farron]] ha annunciatoannunciò le proprie dimissioni da presidente del partito, spiegando che era inconciliabile per lui essere sia la guida di un partito progressista che un cristiano praticante.
 
Il 27 luglio [[2017]] Vincent Cable è succedutosuccedette a Farron alla guida del partito<ref>{{Cita web|titolo=Vince Cable is new Lib Dem leader|url=https://www.bbc.com/news/uk-politics-40662737|sito=BBC News|accesso=10 aprile 2018|data=20 luglio 2017}}</ref>.
 
In seguito al fallimento delle trattative sulla [[Brexit]] da parte del Governo May, i liberali si sono identificati come i più europeisti nel panorama politico inglese. Sono stati il primo partito ad avanzare una proposta di nuovo referendum. Questo ha comportato un forte incremento dei voti alle [[Elezioni europee del 2019 nel Regno Unito|europee del 2019]], in cui i liberali hanno raggiunto il 19% dei voti (secondi dietro al [[Brexit Party]]).