Antonio Bortone: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Figlio di un fabbro, fece il suo primo apprendistato nei laboratori dei [[cartapesta]]i leccesi <ref>Caterina Ragusa ''Guida alla Cartapesta Leccese'', Congedo Editore 1997</ref>. Notato per le sue qualità dall'intendente provinciale Sozi-Carafa, per il quale Bortone era stato incaricato di eseguire un ritratto, fu da questi avviato alla scuola di disegno e della plastica nell'ospizio San Ferdinando di Lecce dove apprese la tecnica della scultura da Antonio Maccagnani (zio del famoso [[Eugenio Maccagnani|Eugenio]]) e da qui, nel [[1861]], con un assegno della provincia, proseguì i suoi studi artistici all'Accademia di Belle Arti di Napoli con [[Tito Angelini]], insegnante di scultura e direttore della Scuola di disegno dove sviluppò un interesse soprattutto per la scultura di temi religiosi e civili che caratterizzò la sua produzione posteriore.
Verso il 1865 Bortone si stabilì a Firenze dove aprì uno studio di scultura e realizzò il ''Gladiatore morente'' che gli valse l'aiuto del già noto [[Giovanni Duprè]]. Sue la statua di ''[[Gino Capponi]]'' in Santa Croce e sulla facciata di S. Maria del Fiore i grandi medaglioni rappresentanti Giotto e Michelangelo, e le statue di S. Girolamo e S. Antonino.<ref>[http://www.belsalento.com/Antonio%20Bortone%20%20in%20Bel%20Salento.htm Parco letterario del Salento] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130617135255/http://www.belsalento.com/Antonio%20Bortone%20%20in%20Bel%20Salento.htm |data=17 giugno 2013 }}</ref>
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