Centa: differenze tra le versioni

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|note_bacino = <ref name=piastr>''PIANO DI BACINO STRALCIO SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO'', [[Provincia di Savona]]; in .pdf su {{collegamento interrotto|1=[http://www.provincia.savona.it/sites/default/files/allegati/piani-di-bacino/CENTA_rel_gen_DGP169_2014.pdf www.provincia.savona.it] |data=settembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
|altitudine_sorgente = 5<ref name=lig>{{Cita web |url= http://geoportale.regione.liguria.it//geoviewer/pages/apps/repertorio/repertorio.html?id=637 |sito= geoportale.regione.liguria.it | titolo = Carta tecnica regionale su ''Limiti Amministrativi (Comunali, Provinciali, Regionali) sc. 1:25000'' | anno = 2011 | editore = Regione Liguria }}</ref>
|nasce = Fraz. ''[[Leca (Albenga)|Leca]]'' presso [[Albenga]]
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Il fiume Centa si trova descritto in latino da Plinio come ''Merula'' (trad. ''merlo''), sebbene probabilmente fosse in errore con il [[Merula]] che scorre nella vicina [[Andora]], anche se un tempo veniva chiamato [[Meira]].
La nascita del nome ''Centa'' ha diverse tradizioni, tra queste perché nasce da cento rivoli, oppure dalle ''centine'' che un tempo venivano messe a bagno nelle sue acque per la marcitura della canapa un tempo coltivata nella piana.
 
Una valida supposizione storica vuole che il canale aperto nel XIII secolo per far scorrere le acque vicino alla città e portare via i liquami ma anche per mettere a bagno la canapa e quindi poterla filare, avesse cintato la città: da un lato il vecchio corso indirizzato verso [[Santuario_di_Nostra_Signora_di_PontelungoSantuario di Nostra Signora di Pontelungo#Pontelungo|Pontelungo]] e quello nuovo dove passa ora, tale cintura attorno alla città venne comunemente e dialettalmente chiamate ''Cinta'', che è il primo nome che si può rinvenire per il Centa sui documenti storici, in quanto era la cintura intorno alla città.
 
Il ''Centa'' è usato anche per indicare il suo comprensorio (''le Valli del Centa'') e durante l'epoca napoleonica è stato utilizzato per indicare il territorio con a capo Albenga ''Giurisdizione del Centa''.<ref>{{cita libro | nome=Istituto Internazionale di Studi Liguri| Cognomecognome= | titolo=San Domenico di Albenga | 2019 | Tipografia Bacchetta | Albenga}}</ref>
 
=== Portate medie mensili ===
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* XIII secolo alluvione che fece crollare il ''pons supranus'';
* 29 settembre 1564 - descrizione descritta come: ''le acque avevano una larghezza di due miglia e coprì tutti i terreni di 6 palmi (1,5 m)'' <ref name="a">{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=7FulCli_WdcC&pg=PA155&dq=1564+centa+albenga&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjLxJ6hnvfoAhXHxIsKHbEGAPkQ6AEIOjAC#v=onepage&q=1564%20centa%20albenga&f=false |titolo=Storia della città e diocesi di Albenga|accesso=22/04/ aprile 2020}}</ref>, dalla devastazione che c'è stata (crollo di case e muri), si pensa che questa sia la piena con tempo di ritorno maggiore di 500 anni;
* 9 dicembre 1570 - ''l'acqua si poteva pescare dai pozzi senza fune''<ref name="a" />;
* 1587 - ''l'acqua dal monastero delle Monache arrivava fino a Ceriale''<ref name="a" />;
...
* 1802 - esce dalla sua sede rendendo instabile il [[#Ponte del Branca|Ponte del Branca]] e facendo crollare alcune muraglie di contenimento delle acque<ref>{{cita web|url=http://www.libridiliguria.it/2012/10/10/albenga-da-napoleone-allunita-di-italia/|titolo=Albenga da Napoleone all’Unità di Italia|accesso=28 aprile 2020|dataarchivio=29 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201029135207/http://www.libridiliguria.it/2012/10/10/albenga-da-napoleone-allunita-di-italia/|urlmorto=sì}}</ref>;
* 10 novembre 1886 - Dalle cronache si registra che l’acqua inondava le botteghe e le case fino al primo piano mentre cavalli e buoi venivano trascinati fino al secondo piano delle case per salvarle dalla spaventosa corrente del Centa, che aveva già inghiottito un disgraziato che non fu abbastanza sollecito a porsi in salvo; nella stessa occasione si verificò l'[[incidente ferroviario di Vadino]];
* 5 novembre 1994;
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===Collegamento Albenga-Torino===
Nell'epoca napoleonica sono stati molti i progetti pensati per facilitare la comunicazione attraverso le vie d'acqua. Pochi anni dopo, nel 1825, l'ingegnere idraulico [[Ignazio Michelotti]] proponeva di congiungere Albenga con Torino, con uno sviluppo percorribile dalle imbarcazioni di circa 180 km. Partendo da Albenga sul Centa si arrivava al Neva fino all'appenino, da qui si progettava un attraversamento arrivando sul [[Tanaro]] fino a Bassignana, quindi si scendeva fino a [[Garessio]], poi sull'[[Ellero]] da Bastia a [[Mondovì]], quindi da qua un canale navigabile fino a [[Fossano]], da qui sulla [[Stura di Demonte|Stura]] fino ad arrivare a [[Bra]], quindi passando per i colli del [[Monferrato]] fino a [[Chieri]] dove si arriva a [[Moncalieri]] e di qui lungo il [[Po]] a [[Torino]].
Il progetto piacque a Gaetano Cappuccio, che pochi anni dopo, intorno al sesto decennio del 1800, propose di realizzare un canale navigabile sotto il [[Colle San Bernardo]] così da poter mettere in comunicazione la valle del Centa e quella del Tanaro.<ref>{{cita web|url=https://trucioli.it/2018/02/15/orient-express-ligure-piemontese-no-grazieil-conte-gilbert-chabrol-de-volvic-artefice-della-savona-moderna-pagine-di-storiaormai-dimenticate-e-lunghe-tre-secoli/|titolo=Orient Express Ligure-Piemontese|accesso=28/04/ aprile 2020}}</ref> Per l'ingegnere Piemontese, riferendosi a [[Torino]]:"''questa città diverrebbe pel nuovo canale ciò che tra poco sarà Ismailia per quello di Suez, stazione cioè intermedia e principale per le navi, che correranno dall’uno all’altro mare, emporio del commercio e dell’industria della valle del Po...<ref>{{cita web|url=http://www.museotorino.it/resources/pdf/books/85/files/assets/common/downloads/page0128.pdf|titolo=Museo di Torino page0128|accesso=28/04/ aprile 2020}}</ref>"''
 
==Geografia==
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È soggetto in caso di forti precipitazioni a piene imponenti (anche di 2.500&nbsp;m³/s) che in più di un'occasione hanno causato pesanti danni alla città di Albenga come nel novembre 1994, nel novembre 2000 o nel settembre 2006.
 
La portata massima del Centa è quantificata in base alle normative del 2018, in special modo si segnala un'area drenata di 432 km<sup>2</sup>, si hanno le seguenti portate al colmo di piena<ref>{{cita web|url=http://www.pianidibacino.ambienteinliguria.it/SV/03centa/varianti/DDG_2018_3478.pdf|titolo=Piano di bacino del Centa|accesso=22/04/ aprile 2020}}</ref>:
 
* T = 30 anni => 1520 m<sup>3</sup>/s
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=== Ponti non più esistenti ===
Sono molti i ponti realizzati nel corso dei secoli sul fiume Centa, alcuni dei quali si conosco perfettamente e per altri restano solo poche tracce.
 
==== Ponte della ferrovia ====
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==== Pons supranus ====
Era un ponte duecentesco realizzato in muratura che venne distrutto nel quattrocento. Superava il fiume in corrispondenza di ''porta Arroscia''. Nel dipinto di Raffaele De Rossi, ''Crocifisso tra i Santi Antonio Abate e Giovanni Evangelista con il [[Diocesi di Albenga-Imperia|vescovo Giovan Giacomo Gambarana]]'' del 1528, conservato nel Museo Diocesano di Albenga, è presente la prima rappresentazione del ponte ad arco unico. Sostituito poi dal Ponte del Branca.<ref>{{cita libro |cognome= Carbonara |nome= J. |titolo= Giovanni |editore= |città= Roma|anno= 1981}}
* {{cita libro | nome1=Josepha | cognome1=Costa Restano | nome2=Maria Celeste | cognome2=Paoli Maineri|nome3= Mario | cognome3=Marcenaro | titolo=La Cattedrale di Albenga | anno=2007| editore=Litografia Bacchetta | città=Albenga}}</ref>
 
==== Ponte dell'acquedotto romano ====
[[File:Piloni dell'acquedotto romano emergenti nel Centa.jpg|thumb|upright|Piloni dell'acquedotto romano emergenti nel fiume Centa nei pressi di porta Arroscia]]
Era presente l'acquedotto romano che dal monte Bignone arrivava in prossimità di porta Arroscia, realizzato in epoca imperiale, e quando il Centa è in secca si possono ancora vedere i resti nell'alveo del Centa di 9 dei piloni sopra i quali nascevano gli archi.
 
==== Pontelungo ====
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== Aree archeologiche ==
Nell'alveo del fiume Centa sono presenti diverse rovine antiche, difatti la zona vicino all'attuale [[centro storico di Albenga]] era il suburbio della antica ''Albingaunum'' e la zona fuori le mura della città medievale. La valenza archeologica dell'area era già nota, difatti in alcuni scavi realizzati per proteggere la città dalle piene sono emersi resti, come quello di una statua virile, o semplicemente grazie alla presenza dei pilone dell'antico acquedotto, del mulino e ponte del Branca, in mezzo all'alveo ci sono murature di varia interpretazione, probabilmente anche gli antichi argini del Centa già abbattuti all'inizio del XX secolo per un allargamento della sponda destra. Nel corso degli scavi per l'allargamento dell'alveo nel 2001 è emerso il complesso paleocristiano con la chiesa medievale di San Clemente, sorto sulle antiche rovine delle terme romane, all'interno delle quali sono stati rinvenuti cinque sarcofagi tardoantichi in pietra del Finale del tipo con coperchi ad acroterii, uno dei quali è stato trasferito all'interno del [[Battistero di Albenga|battistero]]. C'erano altresì delle canalette di deflusso e dei laterizi appartenenti a un ''[[Suspensura|suspensuraesuspensura]]e'' che però non denunciavano la scoperta delle terme. Invece durante i lavori di nuova arginatura venne alla luce un'estesa area termale di circa 2000 mq, di cui una parte sotto moderni edifici, lungo un asse est-ovest di circa 60 m, parallelo al fiume, su cui si allineano una piscina all'aperto (''natatio'') e i vani destinati alle abluzioni, secondo la tipica sequenza che prevedeva il passaggio dagli ambienti freddi a quelli gradualmente riscaldati.
 
=== Complesso termale romano ===
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== Flora e fauna ==
L'area del Centa è un'area fluviale protetta poiché di grande importanza per numerose specie di uccelli migratori di interesse comunitario, oltre che per della fauna minore. Il Centa in tutto il suo percorso è caratterizzato da lembi di vegetazione palustre e forestale riparia<ref>{{cita web|url=https://www.provincia.savona.it/natura/area-protetta-provinciale/fiume-centa|titolo=Area protetta Provinciale Fiume Centa|accesso=22/04/ aprile 2020}}</ref>. Per questo motivo è compreso nel SIC IT1324909 “Torrente Arroscia e Centa” e nell’area protetta provinciale Fiume Centa (06-OA-Ce).
 
== Note ==