|Nazionalità = italiano
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Dal [[1971]] al [[1999]] è stato l'autista e l'assistente personale di [[Stanley Kubrick]]. Nel 2012 ha scritto con Filippo Ulivieri un libro di memorie, ''[[Stanley Kubrick e me]]'', pubblicato da [[il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]], in cui racconta la sua vita quotidiana col [[Regista cinematografico|regista]]. Nel 2015 è stato il protagonista del documentario ''[[S Is for Stanley - Trent'anni dietro al volante per Stanley Kubrick]]'', diretto da [[Alex Infascelli]].
== Biografia ==
Emilio D'Alessandro nasce a [[Cassino]] da genitori italiani - Giuseppe e Civita. Nel [[1944]], durante la [[Battaglia di Cassino|battaglia di Montecassino]], la casa di famiglia viene distrutta e i D'Alessandro sono costretti a sfollare in [[Puglia]]. Ritornano a Cassino alla fine della [[seconda guerra mondiale]], dove trovano una città devastata dai bombardamenti. Dopo aver completato la scuola di [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|avviamento]], lavora come meccanico in un'officina di [[Sant'Angelo in Theodice]]. AlNel 1960, al momento della leva obbligatoria, ledecide immagini della guerra viste da bambino lo spingono adi emigrare per cercare fortuna.
Il 18 gennaio 1960 parte per l'Inghilterra; arrivaGiunto a [[Londra]] il 20 gennaio, dove inizia a lavorare come tuttofare al ''Cumberlands Hospice'', nel sobborgo di Stanmore. ALavora marzo lavoraquindi come inserviente al Royal Orthopaedic Hospital e contemporaneamente come giardiniere della zona. Nel 1963 trova lavoro in una fabbrica come addetto alla manutenzione dei macchinari; per qualche mese dopo lavora anche come meccanico in un'officina.
Il 10 marzo 1962 si sposa con Janette . Il 18 dicembre 1965 nasce la prima figlia Marisa, e il 1º marzo 1968 il secondogenito Jon-Pierre.
=== La carriera da pilota ===
Assecondando la sua passione per le corse automobilistiche, nel 1967 si iscrive alla scuola di guida sportiva presso il [[circuito di Brands Hatch]], seguendo il consiglio di [[Colin Chapman]], fondatore della [[Lotus Cars]]. Completato il corso, nel 1968 inizia a gareggiare in [[Formula Ford]] contro piloti del calibro diquali [[James Hunt]] eed [[Emerson Fittipaldi]].
A causa degli scioperi causati dalle forti tensioni sociali nella Gran Bretagna della fine degli anni '60sessanta, Emilio D'Alessandro perde il suo lavoro allain fabbrica. Per mantenere la sua famiglia e i costi della promettente carriera da pilota, lavora in una fabbrica di occhiali e come venditore di gelati, senza grandi risultati. Nel 1970, alle soglie della povertà, si reinventa come autista per una compagnia di taxi privati di [[Borehamwood]], accompagnando principalmente attori e registi cinematografici e televisivi nei vicini studi della [[Associated British Picture Corporation|Associated British Pictures]].
=== L'incontro con Stanley Kubrick ===
Nel dicembre del 1970 gli viene chiesto di trasportare un grosso fallo di porcellana dagli studi di Borehamwood a un appartamento a [[Thamesmead]]: si tratta dell'iconica scultura ''Rocking Machine'' di [[Herman Makkink]], scelta da [[Stanley Kubrick]] per il suo film ''[[Arancia meccanica]]'', di cui sono in corso le riprese. All'inizio del 1971 viene convocato nella villa di Abbots Mead, alla periferia di Londra, residenza di Stanley Kubrick: dopo un breve colloquio, il regista lo assume come suo autista personale.
Nel corso degli anni, i compiti a lui assegnati aumentano, dalla cura dei cani e dei gatti del regista alla riparazione degli elettrodomestici, dall'assistenza per gli attori alla logistica delle produzioni cinematografiche. D'Alessandro raccoglie pensieri, timori e gioie di tutti i collaboratori di Kubrick: l'intraprendenza di [[Ryan O'Neal]], la spavalderia di [[Jack Nicholson]], le crisi di [[Shelley Duvall]] messa a dura prova dagli infiniti ciak di ''[[Shining (film)|Shining]]'', la dedizione di [[Tom Cruise]] e [[Nicole Kidman]] al progetto ''[[Eyes Wide Shut]]''. D'Alessandro viene impiegato anche per l'organizzazione di Childwickbury, l'enorme maniero nella campagna inglese dove Kubrick si trasferisce nel 1979. D'Alessandro è l'unico responsabile della gestione degli uffici privati e si guadagna la fiducia di Kubrick, diventandone via via segretario, tuttofare e confidente.
Dopo la morte del regista, Emilio D'Alessandro torna in Italia, dove vive tuttora.<ref>Stanley Kubrick e me, Il Saggiatore 2012.</ref>
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