Concept store: differenze tra le versioni
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{{C|la definizione di concept store è errata, vedi discussione, il seguito della pagina è piuttosto arbitrario e approssimativo|economia|dicembre 2010}}
{{f|commercio|settembre 2009}}
[[File:Concept-Store Townhouse.jpg|thumb|240px|L'interno di un concept store a Zurigo]]
Il '''concept store''' è un punto vendita caratterizzato da una combinazione insolita, per lo più di alta qualità, di gamme di prodotti e marchi rispetto all'esperienza tradizionale del negozio. Le sue qualità distintive sono infatti quelle della eterogeneità di gestione, superficie e merceologia. L'obiettivo di un concept store infatti è quello di allestire un'esperienza di esplorazione e di scoperta da parte del cliente attraverso una pluralità di suggestioni, provenienti dalla varietà di prodotti esposti e dall'architettura stessa dell'ambiente. Per tali peculiarità esso si distingue sia dalla [[boutique]] che dal [[grande magazzino]].
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== Il concept ==
Nel [[1950]] a [[Londra]] la stilista [[Mary Quant]] aprì il suo negozio ''Bazaar'' lungo la [[King's Road]]. Divenne rapidamente il simbolo della ''Swinging London'' nel decennio successivo ma anche uno stile di vita, di marketing che diffuse la famosa [[minigonna]] e ad altri capi di abbigliamento, piatti, decorazioni, cosmetici od oggetti di cancelleria. Sempre nella capitale britannica, nello stesso periodo, venne inaugurato ''Biba''.
Il primo concept store è stato aperto a [[New York]] nel [[1986]] da [[Ralph Lauren]]: l'idea che guidava la struttura architettonica dell'ambiente era quella del lusso patriottico, in base al quale l'America doveva essere vissuta come un fantasmagorico [[Set (cinema)|set]] hollywoodiano. Con questo gesto si annunciavano i parametri essenziali della formula: occorre un'idea forte per progettare un ambiente capace di trasformarsi in un mondo compiuto, in un viaggio di esplorazione, in un'avventura di atmosfere affascinanti. Le proposte del concept store sono iper-specializzate: l'idea deve essere in grado di fondere prodotti e servizi di qualità apicale nei diversi settori secondo un progetto di esperienza coerente e armoniosa. L'architettura dell'ambiente deve estremizzare la percezione dei prodotti: la scelta delle luci, delle musiche, degli aromi, deve avvolgere tutti i sensi dei clienti come l'approdo in una città sconosciuta.▼
▲Il primo concept store propriamente detto è stato aperto a [[New York]] nel [[1986]] da [[Ralph Lauren]]: l'idea che guidava la struttura architettonica dell'ambiente era quella del lusso patriottico, in base al quale l'[[America]] doveva essere vissuta come un fantasmagorico [[Set (cinema)|set]] hollywoodiano. Con questo gesto si annunciavano i parametri essenziali della formula: occorre un'idea forte per progettare un ambiente capace di trasformarsi in un mondo compiuto, in un viaggio di esplorazione, in un'avventura di atmosfere affascinanti
Il termine "Concept store" è stato coniato dal sociologo italiano [[Francesco Morace]] nel [[1991]] per definire questo tipo di luogo. [[Carla Sozzani]] ha recentemente aperto a [[Milano]] la ''Galleria Carla Sozzani'', un punto vendita a metà strada tra una libreria e uno spazio espositivo, poi ribattezzato ''10 Corso Como'', il suo indirizzo. Vi sono mescolate fotografie, creazioni uniche nel loro genere, mobili, libri e un caffè. Durante la sua visita al luogo, il sociologo sopra citato affermò: "Niente più negozi di immagini, ecco il concept shop ».
Diversi anni dopo, il concetto di Carla Sozzani è stato sviluppato in [[Asia]].
Altri [[Stati dell'Europa|Paesi europei]] hanno i loro concept store di riferimento, come [[Andreas Murkudis]] a [[Berlino]] che vende cosmetici, abbigliamento, illuminazione o bagagli, o Londra con il negozio di [[Rei Kawakubo]], ''Dover Street Market.''
== Obiettivi e mezzi del concept store ==
La capacità di accoglienza e il [[comfort]] stabiliscono i punti cardine della strategia del concept store: l'obiettivo infatti è quello di incrementare il numero dei visitatori e aumentare la loro permanenza all'interno del negozio. Quanto più si prolunga la durata della visita, tanto maggiore appare la probabilità di acquisto. Al contempo, la varietà dell'offerta permette anche di differenziare i target cui sono rivolte le proposte di esperienza. Lo stesso luogo che durante la giornata può proporre articoli di design per la casa, profumi, [[moda]] – la sera può trasformarsi in un luogo di attrazione per l'aperitivo, o in una libreria con [[sala da tè]]. Lo scopo è sempre quello di creare un universo completo di attese e di bisogni intorno ad un argomento, capace di connettere la molteplicità di oggetti e di servizi articolati nello spazio del concept store. Le proposte del concept store sono iper-specializzate: l'idea deve essere in grado di fondere prodotti e servizi di qualità apicale nei diversi settori secondo un progetto di esperienza coerente e armoniosa. L'architettura dell'ambiente deve estremizzare la percezione dei prodotti: la scelta delle luci, delle musiche, degli aromi, deve avvolgere tutti i sensi dei clienti come l'approdo in una città sconosciuta.
[[Categoria:Esercizi commerciali]]
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