Hacker: differenze tra le versioni
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{{Organizzare|ad una rapida occhiata, vedo vari problemi di scrittura: alcuni tratti vanno riorganizzati|informatica|ottobre 2019}}
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[[File:glider.svg|thumb|Il "[[Glider (hacker)|glider]]", proposto da [[Eric Steven Raymond|Eric S. Raymond]] come simbolo degli hacker<ref>{{cita web|autore=|url= http://www.catb.org/hacker-emblem/|titolo= The Glider: A Universal Hacker Emblem|accesso= 30 dicembre 2007|editore= catb.org|data= 3 dicembre 2006}}</ref>]]
'''Hacker''' è un termine della [[lingua inglese]] che designa una persona che utilizza le proprie competenze informatiche per esplorare i dettagli dei sistemi programmabili e sperimenta come estenderne l'utilizzo.<ref>{{Cita web|url=http://www.catb.org/jargon/html/H/hacker.html|titolo=Jargon File|sito=http://www.catb.org/|accesso=14 maggio 2019}}</ref>
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=== L'ambiente culturale presso il MIT ===
{{Vedi anche|Massachusetts Institute of Technology}}
{{
La cultura hacker è un'idea derivata da una comunità di entusiasti programmatori di computer e progettisti di sistemi negli anni sessanta attorno a un gruppo di appassionati di [[modellismo ferroviario]] del Tech Model Railroad Club (TMRC)<ref>{{Cita web|url=https://slice.mit.edu/2015/04/06/happy-birthday-hack/|titolo=Happy 60th Birthday to the Word "Hack"|cognome=London|nome=Jay|data=6 aprile 2015|accesso=16 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160507193534/https://slice.mit.edu/2015/04/06/happy-birthday-hack/|dataarchivio=7 maggio 2016|urlmorto=sì}}</ref> del Massachusetts Institute of Technology (TMIT) e al MIT Artificial Intelligence Laboratory.<ref>{{Cita web|url=http://www.catb.org/~esr/writings/cathedral-bazaar/hacker-history/ar01s02.html|titolo=The Early Hackers|cognome=Raymond|nome=Eric|wkautore=Eric S. Raymond|data=25 agosto 2000|opera=A Brief History of Hackerdom|editore=Thyrsus Enterprises|accesso=6 dicembre 2008}}</ref><ref>[[Steven Levy]], ''[[Hackers. Gli eroi della rivoluzione informatica]]'', 1999, Shake Editore, ISBN 88-86926-97-9</ref> {{cn|Una ristretta enclave all'interno di quest'ultimo era il comitato Signals and Power (segnali ed elettricità) - gli addetti alla gestione del sistema del circuito elettrico dei trenini del club. Un sistema costituito da un sofisticato assortimento di [[relè]] e interruttori analogo a quello che regolava il sistema telefonico del campus. Per gestirlo era sufficiente che un membro del gruppo inviasse semplicemente i vari comandi tramite un telefono collegato al sistema, osservando poi il comportamento dei trenini. I nuovi ingegneri elettrici responsabili per la costruzione e il mantenimento di tale sistema considerarono lo spirito di simili attività analogo a quello del phone hacking. Adottando il termine hacking, iniziarono così a raffinarne ulteriormente la portata. Dal punto di vista del comitato Signals and Power, usare un relè in meno in un determinato tratto di binari significava poterlo utilizzare per qualche progetto futuro. In maniera sottile, il termine hacking si trasformò da sinonimo di gioco ozioso, a un gioco in grado di migliorare le prestazioni o l'efficienza complessiva del sistema ferroviario del club. Quanto prima i membri di quel comitato cominciarono a indicare con orgoglio l'attività di ricostruzione e miglioramento del circuito per il funzionamento delle rotaie con il termine "hacking", mentre "hacker" erano quanti si dedicavano a tali attività.}}▼
▲La cultura hacker è un'idea derivata da una comunità di entusiasti programmatori di computer e progettisti di sistemi negli anni sessanta attorno a un gruppo di appassionati di [[modellismo ferroviario]] del Tech Model Railroad Club (TMRC)<ref>{{Cita web|url=https://slice.mit.edu/2015/04/06/happy-birthday-hack/|titolo=Happy 60th Birthday to the Word "Hack"|cognome=London|nome=Jay|data=6 aprile 2015|accesso=16 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160507193534/https://slice.mit.edu/2015/04/06/happy-birthday-hack/
[[File:Stering.jpg|thumb|[[Bruce Sterling]] autore del libro [[Giro di vite contro gli hacker]]]]
=== Le prime attività famose ===
Considerata la loro affinità per i sistemi elettronici sofisticati - {{
[[File:Spacewar!-PDP-1-20070512.jpg|thumb|[[Spacewar!]]]]
Un classico esempio della definizione di hacker è [[Spacewar!]], un video game sviluppato nei primi [[Anni 1960|anni sessanta]] dagli hacker del MIT, che includeva tutte le caratteristiche dell'hacking tradizionale: era divertente e casuale, non serviva ad altro che a fornire divertimento. Dal punto di vista del software, però, rappresentava una testimonianza delle innovazioni rese possibili dalle capacità dei programmatori e inoltre era completamente libero e gratuito e quindi finì per essere ampiamente condiviso con altri programmatori. Verso la fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]], divenne così il passatempo preferito di quanti lavoravano ai mainframe in ogni parte del mondo.{{
Furono i concetti di innovazione collettiva e proprietà condivisa del software a distanziare l'attività di computer hacking degli [[Anni 1960|anni sessanta]] da quelle di tunnel hacking e phone hacking del decennio precedente. Queste ultime tendevano a rivelarsi attività condotte in solitaria o in piccoli gruppi, per lo più limitate all'ambito del campus, e la natura segreta di tali attività non favoriva l'aperta circolazione di nuove scoperte. Invece i computer hacker operavano all'interno di una disciplina scientifica basata sulla collaborazione e sull'aperto riconoscimento dell'innovazione. Non sempre hacker e ricercatori "ufficiali" andavano a braccetto, ma nella rapida evoluzione di quell'ambito i due gruppi di programmatori finirono per impostare un rapporto basato sulla collaborazione.{{cn}}▼
▲Furono i concetti di innovazione collettiva e proprietà condivisa del software a distanziare l'attività di computer hacking degli [[Anni 1960|anni sessanta]] da quelle di tunnel hacking e phone hacking del decennio precedente. Queste ultime tendevano a rivelarsi attività condotte in solitaria o in piccoli gruppi, per lo più limitate all'ambito del campus, e la natura segreta di tali attività non favoriva l'aperta circolazione di nuove scoperte. Invece i computer hacker operavano all'interno di una disciplina scientifica basata sulla collaborazione e sull'aperto riconoscimento dell'innovazione. Non sempre hacker e ricercatori "ufficiali" andavano a braccetto, ma nella rapida evoluzione di quell'ambito i due gruppi di programmatori finirono per impostare un rapporto basato sulla collaborazione.{{
[[File:Richard Matthew Stallman.jpeg|thumb|[[Richard Stallman]]]]
=== L'evoluzione concettuale dagli anni 1970 ===
Il fatto che la successiva generazione di programmatori, incluso [[Richard Stallman]], aspirasse a seguire le orme dei primi hacker, non fa altro che testimoniare le prodigiose capacità di questi ultimi. Nella seconda metà degli [[Anni 1970|anni settanta]] il termine "hacker" aveva assunto la connotazione di élite e, in senso generale, era chiunque scrivesse codice software per il solo gusto di riuscirci e indicava abilità nella programmazione.{{
Tuttavia, nel corso di un simile trasferimento di valori andò perduto il [[tabù]] culturale originato al MIT contro ogni comportamento malevolo o doloso. Mentre i programmatori più giovani iniziavano a sperimentare le proprie capacità con finalità anche dannose creando e diffondendo [[virus (informatica)|virus]], facendo irruzione nei sistemi informatici militari, provocando deliberatamente il blocco di macchine quali lo stesso [[KL-10|Oz]] del MIT, popolare nodo di collegamento con ARPAnet - il termine "hacker" assunse connotati [[punk (cultura)|punk]] e [[nichilismo|nichilisti]]. Divenne quindi facile discreditare l'immagine dell'hacker con articoli negativi su quotidiani e riviste. Nonostante libri come quello di Levy avessero fatto parecchio per documentare lo spirito originale di esplorazione da cui nacque la cultura dell'[[hacking]], per la maggioranza dei giornalisti l'hacker divenne sinonimo di criminale.{{
== Descrizione ==
{{Vedi anche|Cultura hacker}}
L'hacker si impegna nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d'interesse, ma in tutti gli aspetti della sua vita. In ambito informatico l'hacker, con riferimento alla rete Internet, è un esperto di programmazione e di reti telematiche che, perseguendo l’obiettivo di democratizzare l'accesso all'informazione e animato da princìpi etici, opera per aumentare i gradi di libertà di un sistema chiuso e insegnare ad altri come mantenerlo libero ed efficiente<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/hacker/|titolo=hacker nell'Enciclopedia Treccani
Il concetto di ''hacking'' che indica l'attività si è poi esteso alla comunità di hobbisti per l'[[Home computer|home computing]], concentrandosi sull'hardware alla fine degli anni settanta (ad esempio l'[[Homebrew Computer Club]])<ref>Levy, part 2</ref> e sul software ([[video game]]<ref>Levy, part 3</ref>, [[software cracking]], [[demoscene]]) negli anni ottanta e novanta. Successivamente, ciò avrebbe continuato a comprendere molte nuove definizioni inerenti all'arte e la filosofia di vita.
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== Impatto culturale ==
All'ingresso del ''Ray and Maria Stata Center'' del MIT è presente un cartello con la Hacking Etiquette (galateo dell'hacking) che riporta undici regole sviluppate dalla comunità hacker studentesca.<ref>''Hacking'', MIT Division of Student Life, in ''Policies and Procedure''. {{cita web|url=http://studentlife.mit.edu/mindandhandbook/policies/hacking|titolo=Copia archiviata|accesso=9 luglio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150710113854/http://studentlife.mit.edu/mindandhandbook/policies/hacking
# Sii sottile: non lasciare alcuna prova che tu sia mai stato lì.
# Lascia le cose come le hai trovate, o meglio.
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* ''[[Disconnect (film)|Disconnect]]'' ([[2012]])
* ''[[Anonymous - L'esercito degli hacktivisti]]'' ([[2012]])
* ''[[Red! La storia di Redhack]]''<ref>{{Cita web|autore = RedHack|url = http://ildocumento.it/attivismo/red-la-storia-di-redhack.html|titolo = Red! La storia di Redhack|accesso = |data = 2013|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150316053457/http://ildocumento.it/attivismo/red-la-storia-di-redhack.html
* ''[[Il quinto potere]]'' (''The Fifth Estate'') ([[2013]])
* ''[[Citizenfour|CitizenFour]]'' ([[2014]])
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* [[Antonio Caronia]], [[Domenico Gallo (scrittore)|Domenico Gallo]], ''Houdini e Faust: breve storia del cyberpunk'', Baldini e Castoldi, Milano, 1997, ISBN 88-8089-216-9
* {{cita libro | cognome=Gubitosa | nome=Carlo | wkautore=Carlo Gubitosa | titolo=Italian crackdown. BBS amatoriali, volontari telematici, censure e sequestri nell'Italia degli anni '90 | editore=Apogeo | anno=1999 | ISBN = 978-88-7303-529-9 | url=http://www.apogeonline.com/openpress/libri/529/index.html |accesso=3 luglio 2010 }}
* [[wikidata:Q57320342|Miscione, Gianluca]]. “hAcK3rZ and Information Warfare.” ''Quaderni di Sociologia'', 2000, 21. <nowiki>https://doi.org/10.4000/qds.1359</nowiki>.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gianluca|cognome=Miscione|data=1º gennaio 2000
* Steven Levy, ''Crypto, i ribelli del codice in difesa della privacy'', 2002, Shake Editore, ISBN 88-86926-81-2
* {{cita libro | cognome=Di Corinto | nome=Arturo | wkautore=Arturo Di Corinto | titolo=Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete | editore=Manifestolibri | anno=2002 | ISBN = 88-7285-249-8 | }}
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* [[Anna Fici]], ''Mondo hacker e logica dell'azione collettiva'', 2004, Franco Angeli, ISBN 88-464-5935-0
* [[McKenzie Wark]], ''Un manifesto hacker'', 2005, Feltrinelli, ISBN 88-07-17108-2
* {{cita libro | cognome=Gubitosa | nome=Carlo | wkautore=Carlo Gubitosa | titolo=Elogio della pirateria. Dal Corsaro Nero agli hacker, dieci storie di ribellioni creative | editore=Terre di Mezzo | anno=2005 | ISBN=978-88-89385-37-1 | url=http://www.stampalternativa.it/liberacultura/books/elogio_pirateria.pdf | accesso=3 luglio 2010
* {{cita libro | cognome=Gubitosa | nome=Carlo | wkautore=Carlo Gubitosa | titolo=Hacker, scienziati e pionieri. Storia sociale del ciberspazio e della comunicazione elettronica | editore=Stampa Alternativa | città=Viterbo | anno=2007 | ISBN=978-88-7226-973-2 | url=http://www.stampalternativa.it/liberacultura/?p=156 | accesso=3 luglio
* Giovanni Ziccardi, ''Hacker. Il richiamo della libertà'', [[Marsilio Editori]], 2011. ISBN 978-88-317-0925-5
* [[Stefano Chiccarelli]], [[Andrea Monti (giurista)|Andrea Monti]], ''[[Spaghetti hacker]]'', 2011, Monti & Ambrosini Editori, ISBN 978-88-89479-14-8
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://hacks.mit.edu/|titolo=The IHTFP Gallery - Sito ufficiale degli Hacks del MIT|lingua=en|accesso=2 luglio 2018}}
* {{cita web|url=http://catb.org/jargon/html/index.html|titolo=Il New Hacker Dictionary|lingua=en|accesso=2 luglio 2018}}
* {{Cita web |titolo=How To Become A Hacker |autore=Eric Steven Raymond |url=http://www.catb.org/~esr/faqs/hacker-howto.html |lingua=en|accesso=2 luglio 2018}}
* {{cita web|url=http://www.catb.org/~esr/hacker-emblem/|titolo=Proposta per il simbolo degli hacker|lingua=en|accesso=2 luglio 2018}}
* {{Cita web |titolo=How To Become A Hacker |autore=Ishant Gaddamwar |url=https://www.darkhackerworld.com/2020/05/how-to-become-hacker.html |lingua=en|accesso = 31 maggio 2020}}
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