Villa d'Este (Tivoli): differenze tra le versioni
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Contraddistinta da una particolare elaborazione, è per tale motivo sicuramente la fontana della villa che più anticipa il [[barocco]], in particolare grazie all'effetto conferitole dalle rocce e dai massi ornamentali posti da [[Curzio Maccarone]] a voler creare una scenografia rappresentante i [[monti Tiburtini]], dai quali discendono i tre fiumi, [[Aniene]], [[Erculaneo]] e [[Albuneo]], rappresentati da tre statue mitologiche. Al centro vi è la [[Sibilla Tiburtina]] o Albunea, avente in mano il piccolo [[Melicerte]], figlio della [[ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Ino]], simboleggiante il fiume Albuneo, realizzata da [[Giglio della Vellita]], mentre ai due lati, entro nicchie, due statue di divinità fluviali, di [[Giovanni Malanca]], rappresentano i fiumi Aniene e Erculaneo. Molto suggestivamente, si vede sulla sommità della parte rocciosa la sovrastante fontana di Pegaso, che sembra inserirsi nella fontana e completare la composizione.
Chiude la parte scenografica rupestre una balaustra marmorea, che si apre nella parte centrale, per dar la possibilità alle acque di formare una sorta di cascata a cupola, sotto-percorribile, che si riversa nella grande vasca, a cui fa da sfondo la costruzione sottostante, un [[ninfeo]] curvilineo, nei cui pilastri stanno, in apposite nicchie, dieci ninfe che versano acqua da vasi, opera di [[
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