Giuseppe Saragat: differenze tra le versioni
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Tornò in patria al termine della [[Seconda guerra mondiale]] e nel [[1946]] venne eletto deputato all'[[Assemblea Costituente]], di cui fu presidente sino al [[1947]], anno in cui [[Alcide De Gasperi]] ruppe l'accordo con socialisti e comunisti. Contrario all'alleanza tra i socialisti ed il [[Partito Comunista Italiano]], nel [[gennaio]] del [[1947]] provocò la cosiddetta "scissione di palazzo Barberini", in cui vide la nascita il [[Partito Socialista dei Lavoratori Italiani]], che nel [[1951]] divenne [[Partito Socialista Democratico Italiano]] in seguito alla fusione con il [[Partito Socialista Unitario]].
Nelle elezioni politiche del [[1948]] si scagliò contro il [[Fronte Democratico Popolare]], l'alleanza social-comunista in cui militava anche il "caro nemico" [[Pietro Nenni|Nenni]]: durante la campagna elettorale il Fronte gli rimproverò l'alleanza con la [[Democrazia Cristiana]], coniando contro Saragat alcune espressioni politicamente
Più volte vicepresidente del Consiglio nei governi De Gasperi, fu anche ministro degli Esteri dal [[1962]] al [[1964]] e si schierò a favore della formula politica del [[centrosinistra]]. Il [[28 dicembre]] del 1964 fu eletto [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della repubblica]] al 21° scrutinio, grazie anche ai voti
Socialista libertario, Saragat viene oggi considerato il padre della dottrina socialdemocratica [[italia]]na. Riformista e dal forte senso atlantista (fu favorevole al [[Piano Marshall]] e all'ingresso dell'Italia nella [[NATO]]), egli era convinto che la [[socialdemocrazia]]
==Collegamenti Esterni==
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