Autonomia Operaia: differenze tra le versioni
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Da quel momento l'Autonomia Operaia si avvicinò alle posizioni dei gruppi terroristici che si stavano formando, così molti militanti entrarono in clandestinità, rafforzando il numero dei militanti di gruppi come le [[Brigate Rosse]] ma in maniera particolare dei [[Nuclei Armati Proletari]] che agivano all'interno delle carceri, dove molti autonomi furono rinchiusi.</br>
Alcune frangie minoritarie dei movimenti della lotta armata furono espressione diretta di gruppi autonomi passati in clandestinità, fra questi si devono ricordare almeno
i Proletari Armati per il Comunismo,
e la più longeva e meglio strutturata [[Azione Rivoluzionaria]].</br>
Altri autonomi approdarono nelle file delle già costituite e operanti [[UCC]] (Unità Comuniste Combattenti) e [[Prima Linea]] diffusi più che altro nell'Italia centro-settentrionale.</br>
Bisogna però ricordare che la maggiorparte degli autonomi negli anni '80 si disperse e alcuni rientrarono nei residui movimenti della sinistra extraparlamentare che si erano riuniti in [[Democrazia Proletaria]] un partito che poi si è presentato anche alle elezioni.</br>
== Il convegno di Bologna ==
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