Notazione musicale: differenze tra le versioni
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===Sumeri===
{{vedi anche|Musica della Mesopotamia}}
Le prime forme di notazione musicale possono essere rintracciate in una tavoletta incisa dai [[Sumeri]] con la [[scrittura cuneiforme]] presso [[Nippur]], oggi in [[Iraq]], attorno al 2000 a.C. La tavoletta rappresenta delle frammentarie istruzioni per l'esecuzione di una musica, e indica che la composizione è costruita sugli intervalli di terza e usando una [[scala diatonica]].<ref>Kilmer & Civil, 1986.</ref> Una tavoletta del 1250 a.C.
[[Image:Delphichymn.jpg|thumb|Una fotografia della pietra originale a [[Delfi]] contenente il secondo dei due ''Inni Delfici'' ad [[Apollo]]. La musica è annotata nella linea dei simboli che compaiono talvolta sopra la riga continua di [[Alfabeto greco|lettere greche]].]]
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=== Storia ===
{{Vedi anche|Storia della semiografia musicale}}
La notazione musicale moderna si deve a [[Guido monaco|Guido d'Arezzo]], monaco benedettino vissuto tra il [[X secolo|X]] e l'[[XI secolo]], (ca. 992 - dopo il 1033), che trovò una formula mnemonica atta a rammentare il preciso modo di intonare le note di una serie di sei suoni detto [[esacordo]].<ref>
# '''Ut''' queant laxis
# '''re'''sonare fibris,
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* Marco Russo, ''La notazione musicale nell'era dell'Informatica'', “Nuova Rivista Musicale Italiana”, (XXIX - IX Nuova serie) n. 2, aprile-giugno 2005, pp. 209– 247
* Jesús Villa-Rojo, ''Notazione e grafia musicale nel XX secolo'', maggio 2013, pp. VI+346, illustrato, [[Zecchini Editore]].
* [[Paolo Tortiglione]], ''Semiography and Semiology of Contemporary Music'',
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