Giuseppe Spagnulo: differenze tra le versioni
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La sua prima formazione avviene nel laboratorio ceramico del padre, dove s'impadronisce della tecnica del [[tornio]]. Dopo aver compiuto i primi studi presso la Scuola d'Arte della sua città, si trasferisce all'Istituto della Ceramica di Faenza che frequenta dal 1952 al 1958, allievo di [[Angelo Biancini]].
Gli anni faentini sono importanti per la formazione dell'artista. Nel [[Museo delle Ceramiche (Faenza)|Museo delle Ceramiche]] può studiare e interpretare le opere donate da [[Picasso]] all'inizio degli [[anni Cinquanta]] e realizzare i primi esperimenti con il [[grès]]. A scuola, crogiolo di incontri internazionali, ha l'occasione di conoscere il ceramista francese [[Albert Diato]] che gli trasmette l'interesse per i materiali ad “alta temperatura”. Diventa amico di [[Carlo Zauli]] e di [[Nanni Valentini]], con lui condivide l'interesse materico per la terra e una certa affinità poetica. {{citazione|È stato Valentini a farmi capire che l'arte è un'avventura stupenda che va vissuta sino in fondo, a darmi il senso profondo dell'uso delle terre|Giuseppe Spagnulo<ref>{{cita web|url=https://www.duemilanovecento.it/giuseppe-spagnulo-artista|titolo=Giuseppe Spagnulo
Nel 1959 si trasferisce a [[Milano]] per frequentare l'[[Accademia di Brera]]. Il viaggio verso nord acquista per il giovane pugliese un carattere quasi iniziatico; costituisce l'avvio del percorso “di andata” verso la ricerca della propria identità artistica, politica, umana. I primi anni lombardi li dedica alla ricognizione artistica del territorio al fine di verificare la resistenza della scia lasciata dallo [[Spazialismo]], dai [[Arte nucleare|Nucleari]], dal cosiddetto “informale caldo”. Diventa assistente negli studi di [[Lucio Fontana]] e [[Arnaldo Pomodoro]] e entra in contatto anche con [[Tancredi Parmeggiani|Tancredi]] e con [[Piero Manzoni]]. Attraverso Fontana e Manzoni, il giovane scultore entra in contatto con le esperienze della ceramica [[informale]] svolte ad [[Albisola]], all'epoca propaggine culturale della capitale del nord. Agli esordi milanesi risalgono le piccole sculture in grès esposte nella prima mostra personale nel 1965.
Spagnulo aderisce alla [[Sessantotto|protesta del 1968]] simboleggiata nei primi lavori in metallo, destinati
Nel 1969 ha il suo primo figlio, Federico, padre poi dei suoi nipoti: Leonardo e Angelica Spagnulo.
Agli [[anni Settanta]] risalgono i cicli ''Archeologia'' e ''Paesaggi'', realizzati per la mostra del 1977 al ''Newport Harbor Art Museum''. L'artista si interessa al tema della scultura orizzontale, il cui sviluppo pavimentale ricorda per certi versi le esperienze del [[minimalismo]] americano. Nel 1982, dopo un viaggio attraverso il [[Mediterraneo]], riattiva il suo interesse per i materiali e le tecniche ceramiche, costruendo il gigantesco tornio nel quale foggerà l'imponente ''Turris''<ref>{{cita web|url=https://patrimonioculturale.unibo.it/opereoutdoor/gallery-turris/|titolo=Turris|data=1982|accesso=23 luglio 2020|dataarchivio=23 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200723004505/https://patrimonioculturale.unibo.it/opereoutdoor/gallery-turris/|urlmorto=sì}}</ref>, opera più tardi forgiata in ferro. Alla fine degli [[anni Ottanta]] ritorna al tema dei ''Ferri spezzati'' e negli [[anni Novanta]] cerca di conferire un senso inedito alla scultura, sfidando la [[gravità]] della materia mediante la sospensione di enormi blocchi di ferro: l'esempio più significativo è ''Campo sospeso'', opera installata a [[Castello di Burio|Castel Burio]] in [[Piemonte]]. All'inizio degli anni Novanta gli viene affidata la cattedra di [[scultura]] presso l'[[Accademia di Belle Arti di Stoccarda]], in seguito al successo ottenuto presso gallerie e musei tedeschi.
Spagnulo agli inizi del 2000 riceve il ''Premio Faenza'' alla carriera e il Premio al ''Concorso Internazionale d'arredo urbano di Milano''; una grande scultura, ''Scogliere''<ref>{{cita web|url=https://www.alamy.it/l-italia-milano-quartiere-bicocca-scultura-scogliere-di-giuseppe-spagnulo-datata-2002-davanti-al-teatro-teatro-degli-arcimboldi-image269294605.html|titolo=L'Italia, Milano, quartiere Bicocca, scultura Scogliere di Giuseppe Spagnulo datata 2002 davanti al teatro Teatro degli Arcimboldi|accesso=23 luglio 2020}}</ref>, formata da cinque enormi blocchi di acciaio, viene collocata, all'inizio del 2002, davanti al [[Teatro degli Arcimboldi]], in concomitanza con l'apertura di questo importante spazio che ha ospitato fino al 2004 l'attività del [[Teatro alla Scala]]. Nel 2005 espone alla [[Peggy Guggenheim Collection di Venezia]] con la mostra “E se venisse un colpo di vento?” L'anno successivo la XXIV Biennale di [[Gubbio]] gli dedica "Omaggio a Giuseppe Spagnulo”. Nel 2007 vince il concorso per il “Monumento ai Caduti di Nassiriya” con una grande scultura chiamata “La Foresta d'Acciaio”, collocata a Roma nel Parco [[Alfredo Ildefonso Schuster|Schuster]]<ref>{{cita web|url=http://www.sovraintendenzaroma.it/content/la-foresta-dacciaio|titolo=La foresta d'acciaio
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