Foro di Augusto: differenze tra le versioni
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Dopo la sconfitta di Marco Antonio e la conquista dell'[[Storia dell'Egitto greco e romano|Egitto tolemaico]] nella [[battaglia di Azio]] ([[31 a.C.]]), il Senato gli aveva conferito nel [[27 a.C.]] i massimi poteri civili e militari, propri delle antiche magistrature repubblicane, e in seguito il titolo sacrale ed onorifico di ''[[Augusto (titolo)|Augustus]]'' ("venerato"). Consolidato il proprio potere, si occupò della riorganizzazione urbanistica e architettonica della capitale, che rappresentò un'importante espressione del nuovo corso politico da lui inaugurato. In questo quadro furono probabilmente avviati anche i lavori di costruzione di un nuovo complesso forense.
Come lo tesso Augusto ricorda nelle [[Res Gestae Divi Augusti#Pars altera. Capitoli 15-24|Res Gestae, 21]], Il nuovo complesso monumentale venne eretto ''ex manubiis'', ossia finanziato con il bottino di guerra ottenuto con le proprie vittorie, secondo la tradizione in auge per i condottieri della tarda [[Repubblica romana|età repubblicana]], e ''in solo privato'', ossia su un terreno acquistato a proprie spese, collocato sulle pendici del [[Quirinale (colle)|Quirinale]], a ridosso del popoloso quartiere della [[Suburra]].
Il Foro venne inaugurato, probabilmente non ancora del tutto completato, nel [[2 a.C.]], anno nel quale Augusto aveva ottenuto il titolo di ''pater patriae'' ("padre della patria") e aveva indicato nel nipote [[Lucio Cesare]] il proprio successore.
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