Adolf Hitler: differenze tra le versioni

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Capo del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]], nonché principale ideatore del [[nazionalsocialismo]], Hitler conquistò il potere cavalcando l'orgoglio ferito del popolo tedesco, dopo la sconfitta nella [[prima guerra mondiale]] e la grave crisi economica che affliggeva la [[Repubblica di Weimar]]. Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di [[nazionalismo]], [[anticomunismo]] e [[antisemitismo]] e, dopo alterne vicende (fallito [[Putsch di Monaco|Putsch]] nel 1923 e conseguenti otto mesi di carcerazione, durante i quali iniziò la stesura del ''[[Mein Kampf]]''), arrivò alla Cancelleria tedesca nel gennaio del 1933.
 
Nel 1934, dopo la morte del presidente [[Paul von Hindenburg]], si attribuì per legge il titolo di ''Führer'' e Cancelliere del ''[[Germania nazista|Reich]]'', accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e instaurando un [[Dittatura|regime dittatoriale]]. Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta principalmente a espandere il ''[[Lebensraum]]'' (in [[Lingua italiana|italiano]] "spazio vitale") tedesco a spese delle popolazioni dell'[[Europa orientale]].<ref>Il progetto hitleriano era la fondazione di un nuovo Impero pangermanico («Terzo ''Reich''»), erede del [[Sacro Romano Impero]] (962-1806962–1806) e dell'[[Impero tedesco]] (1871-19181871–1918).</ref> In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse a [[Campagna di Polonia|invadere la Polonia]] il 1º settembre 1939, provocando così lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]].
 
Da quel momento, Hitler diresse personalmente le operazioni di guerra, esercitando un'influenza determinante nelle scelte strategiche e nella conduzione operativa. Grazie anche alle sue decisioni e alla sua determinazione, i primi anni del conflitto furono caratterizzati da impressionanti vittorie, che permisero al Terzo Reich di dominare gran parte dell'Europa e che sembrarono dimostrare l'invincibilità della ''[[Wehrmacht]]''. Tuttavia, a partire dal 1942, con il formarsi della potente coalizione degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati anglo-americano-sovietici]], la Germania dovette passare sulla difensiva e subire gli attacchi sempre più efficaci dei suoi nemici. Abbandonato dagli alleati, logorato dalle continue sconfitte e in condizioni fisiche e psichiche sempre più precarie, Hitler rifiutò di cedere le armi e continuò a resistere ostinatamente. Rimasto bloccato con le truppe a lui fedeli in una [[Berlino]] ormai accerchiata dall'[[Armata Rossa]], si suicidò nel suo [[Führerbunker|bunker]] il 30 aprile 1945 insieme alla compagna [[Eva Braun]], che aveva sposato il giorno prima.
 
Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu propugnatore di un'[[ideologia]] nazionalista e razzista, nonché di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e socialiː [[Generalplan Ost|popolazioni slave]], [[Porajmos|etnie romanì]], [[Storia dei testimoni di Geova nella Germania nazista e durante l'olocausto|testimoni di Geova]], [[Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'olocausto|omosessuali]], [[Resistenza tedesca|oppositori politici]], [[Massoneria|membri della Massoneria]], [[Crimini nazisti contro i prigionieri di guerra sovietici|prigionieri di guerra]], [[Aktion T4|disabili fisici e mentali]] e, in particolar modo, gli [[ebrei]]. Segregati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli ebrei e le altre minoranze furono oggetto dal 1941 di un piano d'internamento e sterminio noto con il nome di [[Soluzione finale della questione ebraica|soluzione finale]], al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di ''Shoah'' o [[Olocausto]].<ref>Il termine ''olocausto'' con riferimento al genocidio degli ebrei è ritenuto non ''[[politicamente corretto]]''; si veda [http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/shoah.htm Olocausto, Shoah, memoria] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090203185403/http://olokaustos.org/saggi/saggi/shoah.htm |data=3 febbraio 2009 }}</ref> La parola [[genocidio]] fu coniata dall'ebreo polacco [[Raphael Lemkin]] in un'opera del 1944 sulle politiche di sterminio naziste.<ref>{{cita news|url=http://articles.cnn.com/2008-11-13/world/sbm.lemkin.profile_1_armenian-revolt-genocide-raphael-lemkin?_s=PM:WORLD|pubblicazione=CNN.com|autore=Jennifer Hyde|data=13 novembre 2008|accesso=18 febbraio 2012|titolo=Polish Jew gave his life defining, fighting genocide|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120202112905/http://articles.cnn.com/2008-11-13/world/sbm.lemkin.profile_1_armenian-revolt-genocide-raphael-lemkin?_s=PM:WORLD}}</ref>
 
== Biografia ==