Phoenix Program: differenze tra le versioni
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Non tutte le fonti sono però così favorevoli al programma, che per altro funzionava anche (e soprattutto) grazie ad informatori prezzolati (anche tratti dal sottobosco criminale) e testimonianze del governo sud vietnamita (che era governato da fazioni in lotta tra loro, con la tendenza ad accusare i membri della fazione rivale di doppiogiochismo con il nemico per liberarsi di pericolosi rivali). Quindi una quota molto elevata, soprattutto nei primi anni, di "neutralizzati" era composta da innocenti vittime di rivalità locali. Va rimarcato come il programma non sia mai riuscito a informare decentemente le forze USA delle offensive imminenti, a cominciare da quella del Tet, il che è piuttosto sconfortante per un programma di spionaggio su così vasta scala. Inoltre va anche rimarcato come i metodi, basati sull'uso estensivo della tortura e gli omicidi mirati, siano derivati da quelli francesi in Algeria e Indocina e da quelli tedeschi sul fronte orientale/balcanico della seconda guerra mondiale: ovvero siano derivati da celebri e colossali fallimenti, anche informativi.
Secondo i dati raccolti da Nick Turse nel 1969 il programma produsse non meno di 19.534 "neutralizzazioni", di cui 4.832 assassinate e le altre internate. Di questi però solo 150 erano fuori dubbio quadri del FLN o infiltrati nord-vietnamiti, probabilmente altrettanti erano parenti stretti di Viet Cong classificabili come quadri (inclusi alcuni minori), il resto era ripartito tra "danni collaterali", simpatizzanti di sinistra (ma non necessariamente del FLN), simpatizzanti del FLN, rivali politici di ufficiali e politici sud-
Il programma quindi si rivelò anche controproducente, perché spinse i simpatizzanti di sinistra vietnamiti sopravvissuti alle torture o alla morte dei loro compagni a radicalizzarsi rapidamente verso il FLN, liquidò buona parte dell'opposizione politica democratica del governo di Saigon ed eliminò ogni possibilità di costruire una terza forza politica nel paese, senza, di contro, eliminare una quantità rilevante di quadri politici comunisti, né influire sulla loro popolarità (anzi forse accrescendola e facendoli apparire come ancora più inafferrabili e pericolosi), né riuscendo a controllare e sradicare i gruppi dormienti comunisti che, dopo il 1970, crebbero a dismisura in tutto il paese, impiantando reti di azione politica, reclutamento, spionaggio e controinformazione formidabili e, in buona parte, sconosciute alle autorità americane, come si vide chiaramente negli anni finali del conflitto. (cfr. Nick Turse, Così era il Vietnam, Spara a tutto ciò che si muove, Milano 2015, pp. 250–251 e ss.)
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