Pessano con Bornago: differenze tra le versioni
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Nel [[1162]] il contado della Martesana, insieme al [[Seprio]], alleato dell'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I Barbarossa]], prese parte alla distruzione di [[Porta Nuova (Milano)|Porta Nuova]] a Milano.
Pessano e Bornago ricompaiono all'onore delle cronache in due sentenze rispettivamente del 18 febbraio e del 5 giugno [[1220]]. Nella prima Oldrado, console del comune di Milano, si occupa di alcuni beni posti a [[Casciago]], nel varesotto e tra i sottoscrittori vi è Gotecino da Pessano (''de Pesciano''), figlio di Gotecino, forse il primo membro noto della famiglia dei da Pessano. La seconda, del magistrato Gualderico da Beolco, riguarda una causa tra un certo Ambrogio da Olgiate e Martino Scotti da Bornago, figlio di Guinizzone; nello stesso documento vengono menzionati anche Giacomo e Sacco Scotti, probabilmente parenti di Martino, nonché un Arderico da Pessano. Gli Scotti da Bornago continueranno ad essere una delle famiglie più importanti del villaggio per almeno altri due secoli. Durante il XIII secolo si moltiplicano i personaggi provenienti da Pessano o Bornago citati nei documenti dell'epoca.<ref>Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, cart. 133, 390</ref>
Nel [[1263]] Pessano e Bornago diventarono feudo dei [[Della Torre|Torriani]]. Daal [[1311]] subentrarono i [[Visconti]], signori di [[Milano]]. Nel settembre del 1263 [[Filippo della Torre]], signore del castello di Pessano, vi fece imprigionare in una gabbia di legno Simone da Locarno insieme al nipote Guidotto e al parente Remigio. Nell'aprile [[1264]] riuscirono ad evadere ma furono catturati: Remigio fu decapitato mentre gli altri due vi furono nuovamente rinchiusi per un certo periodo prima di essere trasferiti a Milano dove Guidotto morì. È una delle poche notizie giunte sino ai giorni nostri riguardanti il castello del piccolo villaggio trasformato nel [[1760]] in [[Villa Negroni]].<ref>Giulini, ''Memorie'', vol. 8, p. 200</ref>
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