Pessano con Bornago: differenze tra le versioni
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La cascina Canepa e la cascina Valera, le più grandi e importanti, si svilupparono durante buona parte del medioevo come nuclei urbani indipendenti da Pessano e Bornago per poi confluire nel feudo di [[Melzo]] e [[Gorgonzola (Italia)|Gorgonzola]] sotto gli [[Sforza]]. La prima documentazione riguardante il contado della [[Martesana]] (''Matriciana''), di cui Pessano e Bornago facevano parte risale invece al X secolo. In quel tempo il contado comprendeva un vasto territorio che si estendeva da [[Garlate]] a [[Truccazzano]], da [[Mariano Comense]] all'[[Adda]]. La necessità di proteggersi dalle scorrerie degli [[ungari]] portò all'edificazione di diversi castelli nel contado, di cui il più importante era quello di [[Castelmarte]], nelle colline sopra [[Erba]]. Si tratta di un periodo caratterizzato da scarso sviluppo dell'agricoltura, flagellata da carestie, incendi e devastazioni e in cui sterpaglie, foreste e paludi occupavano ancora buona parte del territorio della Martesana. Le graminacee maggiormente disponibili risultavano quelle spontanee come il [[Panicum miliaceum|miglio]], il [[sorgo]] e la [[saggina]] i cui semi venivano macinati, impastati e idratati per ottenere una pappa nota come "puls". Nel XVI secolo, con l'importazione in Europa del [[mais]] e la sua diffusione nella Martesana e in molte aree dell'Italia settentrionale, la puls divenne la [[polenta]].
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Nel [[1162]] il contado della Martesana, insieme al [[Seprio]], alleato dell'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I Barbarossa]], prese parte alla distruzione di [[Porta Nuova (Milano)|Porta Nuova]] a Milano.
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Nel [[1280]]-[[1288]] [[Goffredo da Bussero]], noto cronista, nel ''Liber Notitiae Sanctorum Mediolani'' attestò per la prima volta la presenza delle due chiese parrocchiali: ''loco Bornago ecclesia sancti Cornelii et Cipriani'' e ''loco Pesano ecclesia sanctorum Vitalis et Valeriae''. Due edifici che nel XVI secolo verranno descritti come piccoli, l'altare rivolto ad oriente, tetto a capanna, pavimento in cotto, in grado di ospitare un centinaio di persone e ciascuna circondata da un piccolo cimitero. Il primo titolare della chiesa di Pessano di cui si abbia notizia è l'anziano Alessandro da Groppello, autore di una lamentela e in seguito citato in una lettera dell'economo Giovanni Imperiali a [[Cicco Simonetta]] nel [[1477]]. Nel [[1518]] il parroco fu Pietro da Arzago.
==== Signoria viscontea e sforzesca ====
Nel [[1312]] [[Matteo Visconti]] fece imprigionare [[Guido della Torre]] nel castello prendendo possesso del feudo di Pessano.
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=== Dal XVI secolo all'Unità d'Italia ===
Tra il [[1499]] e il [[1526]] la contea di Melzo e Gorgonzola passò in mano prima ai [[Trivulzio (famiglia)|Trivulzio]] poi agli [[Stampa (famiglia)|Stampa]], tra il [[1526]] e il [[1529]] ai [[De Leyva]] e tra il [[1529]] e il [[1533]] ad [[Antonio Rabia]]. Nel luglio [[1533]] [[Francesco II Sforza]] donò il feudo di Pessano ai Trivulzio quale proprietà ufficiale e definitiva, questa famiglia ne manterrà la signoria sino al [[1678]].
L'epoca spagnola fu un periodo contraddistinto dalla scomparsa di molte botteghe artigiane e dal rinselvatichimento delle campagne. La popolazione dei due paesi subì un calo significativo tanto che all'inizio del XVII secolo, secondo lo Stato delle anime delle parrocchie di Pessano e Bornago del [[1592]], Pessano contava appena 201 abitanti e Bornago 183 abitanti, comprese le numerose cascine esterne ai nuclei urbani. Il cognome più diffuso a Bornago era Brambilla dal momento che molti valligiani di [[Val Brembilla (valle)|Val Brembilla]] erano emigrati nel paese in seguito ad una politica di esenzioni fiscali promossa dai proprietari terrieri dei due paesi. A Pessano vi erano solo quattro botteghe: un'osteria, una fucina, un tessitore e un prestinaio, quest'ultimo peraltro in Cascina Valera; a Bornago vi era un ortolano. Vengono citate alcune delle cascine oggi comprese nel territorio comunale: Boscona (oggi Bosco), Canepa, Castigliona (oggi Castiona), Novellana, Oltrona e Valera.
In questo periodo assumono l'aspetto attuale le chiese parrocchiali dei SS.Vitale e Valeria a Pessano e dei SS.Cornelio e Cipriano a Bornago. La peste "manzoniana" del [[1629]]-[[1630]] impose un alto tributo di vite umane nei due paesi e le ossa di molti defunti furono seppellite in un ossario sotterraneo chiuso da una botola in marmo ancora oggi esistente in una cappella della chiesa dei SS.Vitale e Valeria. Molte di queste ossa furono rivenute alla fine del XX secolo in seguito ai lavori di sistemazione della chiesa insieme ad antichi e semplici sepolcri appartenenti all'antica chiesa antecedente alla ricostruzione e all'ampliamento barocco.
Nel [[1678]] morì [[Antonio Teodoro Trivulzio]], ultimo erede della famiglia e la camera ducale decise di far passare il feudo di Pessano sotto la sua proprietà. Nel marzo [[1686]] il feudo venne messo all'asta e acquistato per duemila lire imperiali dal marchese [[Carlo Castiglioni Stampa]]. Nel [[1696]] [[Pietro Antonio Crevenna]] acquistò il feudo di Bornago.
Nel [[1714]] gli austriaci presero possesso del Ducato di Milano. L'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]] ordinò un censimento di persone, case e terreni in tutto il Ducato dal momento che gli ecclesiastici sotto la dominazione spagnola erano i maggiori proprietari di immobili e terreni e godevano di privilegi ed esenzioni fiscali. Pessano risultò avere 197 abitanti mentre Bornago 295. Nel catasto compaiono nuove cascine, che sono pertanto sorte tra il [[1592]] e il [[1714]]: Bragosa, Lodola, Pariana e Ruscona. In questo periodo si sviluppò ulteriormente l'industria serica con la nascita delle [[filanda|filande]] che culminerà solo alla fine del XIX secolo con la costruzione della grande filanda che oggi ospita parte degli uffici comunali. Verso la metà del secolo l'antico castello venne smantellato e al suo posto venne edificata [[Villa Castiglioni]], riutilizzando in parte i materiali ottenuti dalla demolizione; la villa è oggi sede del Centro Don Gnocchi. A Bornago vennero realizzati [[Palazzo Longhi]], sede della biblioteca comunale, [[Villa Bossi (Pessano con Bornago)|Villa Bossi]] e [[Villa Prinetti]].
In epoca napoleonica ([[1796]]-[[1824]]) vennero soppressi gli ordini religiosi, espropriati e razziati molti beni ecclesiastici, le chiese trasformate in stalle e magazzini.
Nel [[1820]] il conte Alessandro Negroni Prati divenne proprietario di Villa Castiglioni che d'ora in poi sarà nota come [[Villa Castiglioni Negroni Prati Morosini|Villa Negroni Prati Morosini]].
Durante il Risorgimento, la villa divenne luogo di convegno dei patrioti italiani grazie alla contessa [[Giuseppina Morosini]], di origine ticinese. Ella partecipò alle [[Cinque Giornate di Milano]] preparando bende per i feriti. Fu amica di [[Angelo Fava]], autore della [[legge Casati]], [[Andrea Verga]], fondatore della scuola psichiatrica, [[Francesco Hayez]] e [[Giuseppe Verdi]], con il quale condivideva la passione per la musica essendo una suonatrice di [[clavicembalo]]. Fu ritratta da [[Francesco Hayez|Hayez]] in un dipinto ora conservato presso la [[Pinacoteca Ambrosiana]]. Il fratello, [[Emilio Morosini]], fu un patriota che prese parte alle [[Cinque Giornate di Milano]] e morì sotto le mura di [[Roma]].
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