Pessano con Bornago: differenze tra le versioni

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Pessano e Bornago ricompaiono all'onore delle cronache in due sentenze rispettivamente del 18 febbraio e del 5 giugno [[1220]]. Nella prima Oldrado, console del comune di Milano, si occupa di alcuni beni posti a [[Casciago]], nel varesotto e tra i sottoscrittori vi è Gotecino da Pessano (''de Pesciano''), figlio di Gotecino, forse il primo membro noto della famiglia dei da Pessano. La seconda, del magistrato Gualderico da Beolco, riguarda una causa tra un certo Ambrogio da Olgiate e Martino Scotti da Bornago, figlio di Guinizzone; nello stesso documento vengono menzionati anche Giacomo e Sacco Scotti, probabilmente parenti di Martino, nonché un Arderico da Pessano. Gli Scotti da Bornago continueranno ad essere una delle famiglie più importanti del villaggio per almeno altri due secoli. A partire dal XIII secolo si moltiplicano i personaggi provenienti da Pessano o Bornago citati nei documenti dell'epoca.<ref>Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, cart. 133, 390</ref>
 
Nel [[1263]] Pessano e Bornago divennero feudo dei [[Della Torre|Torriani]]. Dal [[1311]] subentrarono i [[Visconti]], signori di [[Milano]]. Nel settembre dello stesso anno [[Filippo della Torre]], signore del castello di Pessano, vi fece imprigionare in una gabbia di legno Simone da Locarno insieme al nipote Guidotto e al parente Remigio. Nell'aprile [[1264]] riuscirono ad evadere ma furono catturati: Remigio fu decapitato mentre gli altri due vi furono nuovamente rinchiusi per un certo periodo prima di essere trasferiti a Milano dove Guidotto morì. È una delle poche notizie giunte sino ai giorni nostri riguardanti il castello del piccolo villaggio trasformato nel [[1760]] in Villa Negroni.<ref>{{cita|Giulini|p. 200}}.</ref>
 
Risale al luglio [[1274]] il primo documento contenente informazioni riguardanti la comunità e la proprietà fondiaria di Bornago. Si tratta della consegna delle terre dell'obbedienza del villaggio, appartenenti a Bonacorso Carimani, [[primicerio]] "delle Cento Ferule" di Milano nonché beneficiario della [[basilica di San Babila]], allo stesso Comune di Milano che vi aveva inviato il messo Mirano (o Marino) da Lomagna. Si menziona la presenza a Bornago di rappresentanti della comunità, costituiti da alcuni anziani (probabilmente due) e da un'assemblea di vicini (vicinìa), formata dai capifamiglia locali. Vi si ritrovano anche i maggiori proprietari terrieri, appartenenti alle famiglie Serazzoni, Guinizzoni (forse discendenti del citato Guinizzone Scotti), Aquania, Albrigi, da Bornago (Bornaghi) e da Carugate (Carugati). Non di minore importanza è la prima menzione dell'esistenza di unadella chiesa di San Cipriano e di alcuni campi chiusi con viti appartenenti alla [[basilica di San Simpliciano]].<ref>{{cita|Dizionario della Chiesa ambrosiana|pp. 3448-3450}}.</ref>
 
Nel [[1280]]-[[1288]] [[Goffredo da Bussero]], noto cronista, nel ''Liber Notitiae Sanctorum Mediolani'' attestò per la prima volta la presenza delledi dueentrambe le chiese parrocchiali: ''loco Bornago, ecclesiaEcclesia sanctisanctorum Cornelii et Cipriani'' e ''loco PesanoPexano, ecclesiaEcclesia sanctorum Vitalis et Valeriae'', entrambe appartenenti alla [[pieve di Gorgonzola]].<ref>{{cita|Tartari|p. 10}}.</ref> Due edifici che nel XVI secolo verranno descritti come piccoli, l'altare rivolto ad oriente, tetto a capanna, pavimento in cotto, in grado di ospitare un centinaio di persone e ciascuna circondata da un piccolo cimitero. Il primo titolare della chiesa di Pessano di cui si abbia notizia è l'anziano Alessandro da Groppello, autore di una lamentela e in seguito citato in una lettera dell'economo Giovanni Imperiali a [[Cicco Simonetta]] nel [[1477]]. Nel [[1518]] il parroco fu Pietro da Arzago.
 
==== Signoria viscontea e sforzesca ====
Dal [[1311]] il feudo di Pessano passò ai [[Visconti]], signori di [[Milano]]. Nel [[1312]] [[Matteo Visconti]] fece imprigionare [[Guido della Torre]] nel castello prendendo possesso del feudo di Pessano.
 
Nel [[1373]]-[[1374]] [[Bernabò Visconti]], co-signore di Milano, donò in dote alla nipote [[Donnina Visconti]], che aveva sposato il condottiero [[John Hawkwood]], un feudo comprendente Pessano, Bornago, Valera e [[Carugate]].