Maracatumba... ma non è una rumba: differenze tra le versioni

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Dopo avventure di ogni genere, e non riuscendo nell'intento, alla scadenza del terzo giorno Filippo viene trasformato in un cane, scoprendo che la sua anima si trovava nell'animale: quando però viene sorpreso dall'accalappiacani il capo dell'Ufficio Animagrafico mobilita gli angeli custodi i quali, trasformati a loro volta in cani, invadono il canile liberando l'anima di Filippo che può ritornare in vita nelle sue precedenti sembianze umane e riunirsi ad Ester<ref>{{cita web |url=http://cinecensura.com/wp-content/uploads/1951/02/Marakatumba...-Ma-non-%C3%A8-una-rumba-Edizione-approvata.pdf |titolo=Marakatumba... ma non è una rumba! – Documento originale dell'edizione approvata |sito=Cinecensura |accesso=17 luglio 2022}}</ref>.
 
Il 5 settembre 1951 la General Film e la Herald Pictures presentarono ricorso contro la decisione e, dopo modifiche sostanziali, conservando alcune sequenze della prima versione di Gaetano Amata, eliminando totalmente le sequenze dell'aldilà dirette da Enzo Trapani e il ruolo di [[Ada Colangeli]], che nel film interpreta la domestica del conte Pirri, nella nuova edizione cambiato in uno zio non nominato, e girando nuove scene sotto la direzione di Edmondo Lozzi, il film ottenne il visto di censura n. 10.496 del 30 ottobre 1951 con un metraggio di 2.280 metri<ref>{{cita web |url=https://www.italiataglia.it/files/visti21000_wm_pdf/10496.pdf |titolo=Marakatumba... ma non è una rumba – Documento originale del visto di censura |sito=Italia Taglia |accesso=17 luglio 2022}}</ref>. Nella versione definitiva del film la regìa è attribuita soltanto ad Edmondo Lozzi, non nominando i due registi delle versioni precedenti, Gaetano Amata ed Enzo Trapani.
 
== Colonna sonora ==