Tesi su Feuerbach: differenze tra le versioni

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|titolo = Tesi su Feuerbach
|titoloorig = Thesen über Feuerbach
|titolotraslitterato = Tiesen ubach faebach
|immagine = Engels-LudwigFeuerbach-1888.jpg
|didascalia = Frontespizio di un'edizione postuma del [[1888]]
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|annoorig = 1845
|annoita =
|genere = [[Saggio]]
|lingua = deDE
}}
Le '''''Tesi su Feuerbach''''' (''{{Tedesco|Thesen über Feuerbach''|Tiesen ubach faebach}}) sono un breve scritto di [[Karl Marx]], elaborato nell'aprile del [[1845]], e riportato alla luce da [[Friedrich Engels]] dopo la morte dell'autore.
 
Le Tesi furono pubblicate come appendice da [[Friedrich Engels|Engels]] nel suo scritto del [[1888]] dedicato a [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]] e intitolato ''"[[Ludwig Feuerbach unde deril Ausgangpunto derdi klassischenapprodo deutschendella Philosophie.filosofia Mitclassica Anhang: Karl Marx über Feuerbach v. J. 1845tedesca]]''."<ref>Marx, ''Le opere che hanno cambiato il mondo'' (a cura di Ferruccio Andolfi), op. cit., p. 142, Newton Compton.</ref> (''Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca. In appendice: Karl Marx su Feuerbach''). Questo scritto, oltre a essere un completo superamento delle concezioni [[Ludwig Feuerbach|feuerbachiane]], mostra la fondazione di una [[Filosofia marxista|filosofia storicamente del tutto originale]], la [[filosofia della prassi]], una [[gnoseologia]] che può ricevere conferma soltanto dall'attività [[rivoluzione|rivoluzionaria]] volta alla liberazione dell'uomo dall'[[alienazione]] sociale.
 
== Tesi su Feuerbach: la conoscenza come prassi ==
[[File:ElfteThese.jpg|thumb|Undicesima tesi, manoscritto originale di [[Karl Marx|Marx]].|210x210px]]
[[File:Feuerbach andreas.jpg|thumb|upright=0.8|Ludwig Feuerbach]]
 
# "Il difetto principale di ogni [[materialismo]] fino ad oggi, compreso quello di Feuerbach, è che l'oggetto (''Gegenstand'', ciò che sta di fronte), il reale, il sensibile è concepito solo sotto la forma dell<nowiki>'</nowiki>''obietto'' (''Objekt'', ciò che è proiettato fuori dal soggetto) o dell<nowiki>'</nowiki>''intuizione''; ma non come ''attività umana sensibile'', come ''prassi'', non soggettivamente. È accaduto quindi che il lato ''attivo'' è stato sviluppato, in modo astratto e in contrasto col materialismo, dall'[[idealismo]], che naturalmente ignora l'attività reale, sensibile come tale. Feuerbach vuole oggetti sensibili realmente distinti dagli oggetti del pensiero; ma non concepisce l'attività umana stessa come attività oggettiva. Perciò nell'''[[Essenza del cristianesimo]]'' egli considera come schiettamente umano solo il modo di procedere teorico, mentre la prassi è concepita e fissata da lui soltanto nella sua raffigurazione sordidamente giudaica. Pertanto egli non comprende l'importanza dell'attività "rivoluzionaria", dell'attività pratico-critica."
# "La questione se al pensiero umano appartenga una verità oggettiva non è una questione teoretica, ma pratica. È nella prassi che l'uomo deve dimostrare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere immanente del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non - realtà di un pensiero isolato dalla prassi è una questione puramente ''scolastica''."<ref>Dunque il materialismo tradizionale, e anche Feuerbach, considera l'oggetto separato dal soggetto. Per Marx, l'oggetto è anche il risultato dell'attività umana, del soggetto, non è solo passiva ricettività. Soggetto e oggetto sono distinguibili ma non separabili - la loro distinzione è gnoseologica, non [[ontologia|ontologica]].</ref>
# "La dottrina materialistica, secondo la quale gli uomini sono prodotti delle circostanze e dell'educazione<ref>Qui per ''educazione'' s'intende il rapporto dell'uomo con l'ambiente e dell'ambiente con l'uomo.</ref>, dimentica che sono proprio gli uomini che modificano le circostanze e che l'educatore stesso deve essere educato. Essa è perciò costretta a separare la società in due parti, una delle quali sta al di sopra dell'altra. La coincidenza nel variare delle circostanze dell'attività umana, o autotrasformazione, può essere concepita o compresa razionalmente solo come prassi rivoluzionaria."
# "Feuerbach prende le mosse dall'auto-estraneazione religiosa, dalla duplicazione del mondo in un mondo religioso e in un mondo terreno. Il suo lavoro consiste nel risolvere il mondo religioso nella sua base mondana. Ma il fatto che la base mondana si distacchi da se stessa e si costruisca nelle nuvole come un regno fisso e indipendente si può spiegare solo con l'auto-dissociazione e con l'auto-contraddizione di questa base mondana. Questa deve pertanto essere tanto compresa nella sua contraddizione quanto rivoluzionata praticamente. Così, per esempio, dopo che si è scoperto che la famiglia terrena è il segreto della sacra famiglia, è proprio la prima che deve essere dissolta teoricamente e praticamente."
# "Feuerbach, non soddisfatto del pensiero astratto, vuole l'intuizione; ma egli non concepisce la sensibilità come prassi umana sensibile."[[File:Feuerbachlogo.gif|miniatura|242x242px|[[Ludwig Feuerbach]]]]
# "Feuerbach risolve l'essenza religiosa nell'essenza umana. Ma l'essenza umana non è un'astrazione immanente all'individuo singolo. Nella sua realtà, essa è l'insieme dei rapporti sociali. Feuerbach, che non s'addentra nella critica di questa essenza reale, è perciò costretto: 1) a fare astrazione dal corso della storia, a fissare il sentimento religioso per sé e a presupporre un individuo umano astratto, isolato; 2) per lui, perciò, l'essenza umana può essere concepita solo come ''genere'', come universalità interna, muta, che leghi molti individui ''naturalmente''."<ref>Per Marx, l'alienazione sociale e religiosa non può essere risolta in un individuo che venga concepito in modo astratto, illuministico, come rappresentante del ''genere uomo'', un individuo isolato e non esistente nella realtà. Gli individui reali, concreti, sono individui reali - storici, esistono solo nella società e nella storia.</ref>
# "Perciò Feuerbach non vede che il 'sentimento religioso' è anch'esso un prodotto sociale e che l'individuo astratto, che egli analizza, in realtà appartiene a una determinata forma sociale."
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# "I filosofi hanno [finora] solo [[Interpretazione (filosofia)|interpretato]] diversamente il mondo; ma si tratta di trasformarlo."<ref>Non è un caso che, anche attraverso la meditazione di questo testo, un teorico e capo di partito come [[Antonio Gramsci]] chiamerà costantemente il [[marxismo]] "filosofia della prassi".</ref>
 
== CommentoCommenti ==
L'undicesima tesi ha avuto il privilegio di esser di gran lunga la più nota e discussa, fra quelle che compongono il breve scritto marxiano. Essa va letta e interpretata come presa di distanza da una lunga tradizione filosofica che aveva in [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] il suo rappresentante più autorevole, ma rispetto alla quale anche gli autori della sinistra hegeliana non costituivano una rottura. Nella prefazione all'opera ''[[Lineamenti di filosofia del diritto]],'' il filosofo di Stoccarda aveva definito il ruolo della filosofia attraverso la celebre affermazione "la filosofia è il proprio tempo appreso nel concetto"; un sapere quindi crepuscolare, destinato a cogliere il movimento del reale nel suo esser-già-stato, a render ragione della realtà quale essa era venuta costituendosi come manifestazione progressiva dello Spirito. La filosofia, proteso lo sguardo verso il passato, è dunque rispecchiamento e traduzione concettuale del processo di inveramento della Ragione.