Il vittorioso regime prima imprigionò la famiglia nella fortezza di [[Daugavgrīva|Dünamünde]] vicino a [[Riga]] e in seguito li esiliò a [[Cholmogory]] sul fiume [[Dvina settentrionale]]. Anna infine morì di [[polmonite]] il 18 marzo 1746. Suo figlio Ivan VI fu assassinato a [[Šlissel'burg]] il 16 luglio 1764, mentre suo marito Antonio Ulrico morì a [[Cholmogory]] il 194 marzomaggio 1774. I suoi restanti quattro figli ([[Caterina Antónova di Brunswick|Caterina]], Elisabetta, Pietro e [[Alessio Antonovič di Brunswick|Alessio]]<ref>{{Cita libro | cognome = Kamenskiĭ | nome = Aleksandr Abramovich |cognome2= Griffiths |nome2= David B. | titolo = The Russian Empire in the Eighteenth Century: Tradition and Modernization from Peter to Catherine (The New Russian History) | anno = 1997 | editore = M.E. Sharpe | città = | pagine = 164 | isbn= 1-56324-575-2 }}</ref>) furono rilasciati dal carcere il 30 giugno 1780 e affidati alla custodia della zia, la regina vedova di Danimarca, [[Giuliana Maria di Brunswick-Lüneburg]]. Si stabilirono nello [[Jutland]], dove vissero in tutta comodità in [[detenzione domiciliare]] a [[Horsens]] per il resto della loro vita sotto la tutela di Giuliana e a spese di [[Caterina II di Russia|Caterina la Grande]]. Avendo vissuto come prigionieri, non ebbero una vita sociale, limitandosi a tenere una piccola "corte" di 40-50 persone, tutti danesi, tranne il sacerdote.<ref>Marie Tetzlaff: Katarina den stora (1998)</ref>