Ducato di Spoleto: differenze tra le versioni
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Alla morte di Trasamondo I il ducato passò al figlio [[Faroaldo II]]<ref>Paolo Diacono, ''Historia Langobardorum'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 30.</ref>. Durante il regno di [[Liutprando]], re dal [[712]], Faroaldo occupò il porto di [[Classe (Ravenna)|Classe]], ma il monarca, che perseguiva con determinazione una politica di accentramento e consolidamento del potere centrale reprimendo la dura opposizione dei ducati della Langobardia Minor, gli ordinò di restituirlo ai Bizantini (712 o [[713]])<ref>{{Cita|Jarnut|p. 87}}.</ref>. Contro il duca insorse il figlio, [[Trasamondo II]], che gli impose il ritiro in un monastero e ne prese il posto<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 44.</ref>, anche se è possibile che la deposizione di Faroaldo risalga al [[710]]<ref name="Rovagnati115" />, quindi prima dell'ascesa al trono di Liutprando. Una leggenda riporta che nel [[705]] Faroaldo II era divenuto protettore di [[san Tommaso di Farfa]]<ref>Grasselli-Tarallo, ''Guida ai monasteri d'Italia'', p. 355.</ref>, al quale avrebbe donato terreni e risorse per la ricostruzione dell'[[abbazia di Farfa]], distrutta dai Longobardi sul finire del secolo precedente; il duca stesso si sarebbe poi ritirato nel [[Abbazia di San Pietro in Valle|monastero di San Pietro in Valle]], presso [[Ferentillo]] (che tuttora conserva alcune tombe ducali), morendovi nel [[728]]<ref>''La storia'', Mondadori, p. 625</ref>.
Nel [[717]] Liutprando, che aveva ripreso un'azione militare volta a estendere il dominio longobardo in Italia, attaccò [[Ravenna]] e Trasamondo ne approfittò per occupare [[Narni]], ma quando, nel [[724]], il re provocò [[papa Gregorio II]] a [[Roma]], trovò la resistenza dei duchi autonomisti della Langobardia Minor<ref>{{Cita|Jarnut|p. 88}}.</ref>; gli spoletini si opposero a Liutprando sul [[ponte Salario]], contribuendo alla sconfitta del sovrano<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 49.</ref>. Si creò così un'alleanza tra Spoleto, [[Ducato di Benevento|Benevento]] e il Papato, legati dal comune interesse a contrastare il rafforzamento di Liutprando, che quindi si alleò a sua volta con l'esarca [[Eutichio (esarca)|Eutichio]] al quale era accomunato, in quel frangente, dalla volontà di ricondurre sotto il potere legittimo i potentati indipendentisti dell'Italia centro-meridionale. Liutprando marciò quindi su Spoleto, l'occupò e ottenne la sottomissione di Trasamondo e di [[Romualdo II di Benevento]]<ref>{{Cita|Jarnut
Nella seconda metà dell'[[VIII secolo]] la tradizionale autonomia politica del ducato venne contenuta dai successori di Liutprando, che alla sua morte ([[744]]) avevano lasciato il [[Regno longobardo]] all'apice della potenza e della coesione: gli ultimi re longobardi continuarono quindi a opporsi all'eccessiva frammentazione del particolarismo ducale<ref>{{Cita|Jarnut|p. 94}}.</ref>. Anche [[Rachis]], seppure sovrano debole rispetto al grande predecessore, fu in grado di imporre a Spoleto un duca a lui fedele: [[Lupo di Spoleto|Lupo]]<ref>{{Cita|Jarnut|p. 109}}.</ref>.
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*{{cita testo|curatore1= Ignazio Giorgi|curatore2= Ugo Balzani|titolo= Il regesto di Farfa compilato da [[Gregorio di Catino]]|annooriginale=1879 |anno=1914 |editore=Soc. romana di storia patria |città=Roma |volume= Voll. I-V}}
*{{cita libro|cognome= Grasselli|nome= |coautori= Tarallo|titolo= Guida ai monasteri d'Italia|anno= 2007|editore= |città= Asti}}
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*{{cita libro|cognome= Kelly|nome= John N.D.|titolo=Vite dei Papi|anno= 2000|editore= Piemme|città= Casale Monferrato}}
*{{cita libro|cognome= Rovagnati|nome= Sergio|titolo=I Longobardi|anno= 2002|editore= Xenia|città= Milano|isbn= 88-7273-484-3|cid=Rovagnati}}
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