Meina: differenze tra le versioni
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Altre famiglie, il cui nome è stato od è tuttora legato al possesso di palazzi e ville storiche meinesi sono: Bedone, Bonomi, de Savoiroux, Faraone, Favini, Galli, [[Gatti (famiglia)|Gatti Grami]], Lorenzini, Luoni, [[Arnoldo Mondadori|Mondadori]], Pernot.<ref>{{Cita libro|autore=A. Vincenti - G. Pacciarotti - P. Spinelli|titolo=Ville della provincia di Novara|anno=1988|editore=|città=|p=417|pp=|ISBN=}}</ref>
Nel corso dell'Ottocento Meina divenne un rilevante centro industriale: potendo sfruttare le acque del Tiasca, grazie al quale negli anni precedenti erano già stati costruiti numerosi mulini, si insediarono tre importanti cartiere, tutte dotate di macchine a vapore continue, e una fabbrica di torcitura di cotone. A queste si aggiunse prima, nel 1854, una filatura di seta e quindi, per iniziativa dell'imprenditore Emilio Foltzer, una grande fabbrica di oli lubrificanti e grassi per macchine. Nel territorio del comune si insediarono altre fabbriche di più modeste dimensioni e importanza.<ref>Si veda Carlo Manni, ''Vedute fotografiche Meinesi tra l'800 e il '900'', edizione Comune di Meina, 1985</ref> Nei primi del '900, tra le piccole borgate del lago, Meina è la più industriosa, favorita dalla forza idraulica del Tiasca, dal suo porto (che per esempio già nel '600 imbarcava carbone di legna diretto a Milano) e dall'intraprendenza dei suoi abitanti.<ref>Si veda "Il Vergante: storia, paesaggi e itinerari" di Vittorio Grassi e Carlo Manni
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