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[[File:Brugnato-IMG 0135.JPG|thumb|left|Scorcio di piazza Alcide De Gasperi nel centro storico]]
La città, sorta alla confluenza dei fiumi Vara e Gravegnola, ebbe forse origine dall'opera dei monaci di [[Abbazia di San Colombano|San Colombano]] nel [[VII secolo]] in una zona di confluenza di antichi percorsi che scendevano dall’Appennino e risalivano da [[Luni (colonia romana)|Luni]] in direzione di Genova o verso Piacenza e Tortona.<ref name="Comunestoria">{{cita web|url=http://www.comune.brugnato.sp.it/territorio_brugnato.asp|titolo=Fonte dal sito del Comune di Brugnato-Storia|accesso=14 gennaio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110522203656/http://www.comune.brugnato.sp.it/territorio_brugnato.asp|dataarchivio=22 maggio 2011}}</ref>.
La crescente importanza del sito religioso, e di conseguenza della comunità di Brugnato, furono "protetti" e "riconosciuti" anche dal potere imperiale con citazioni nei diplomi di [[Carlo il Grosso]]<ref name=Comunestoria/> (881), [[Ottone III di Sassonia|Ottone III]]<ref name=Comunestoria/> (996) ed [[Enrico II il Santo|Enrico II]] (1014).
<br>Questi diplomi fanno riferimento e citano i precedenti re [[longobardi]] e franchi [[Rachis]], [[Astolfo (re)|Astolfo]] che, con [[Liutprando]], avevano costituito il predio abbaziale nel Modenese, Parmense, Piacentino, Lodigiano e, probabilmente, da re [[Desiderio (re)|Desiderio]], ex duca della Tuscia, i beni posseduti nel Volterrano. Tutti ricordati fra i benefattori di Brugnato<ref name="Tomaini"/>. Inoltre, ora in territorio di [[Borghetto di Vara]], vi è da citare l'antica [[Abbazia dell'Accola|abbazia di Santa Maria Assunta della corte dell'Accola]], citata già nell'anno 881 in un decreto dell'imperatore Carlo il Grosso. Dalla visita pastorale di monsignor [[Francesco Durazzo]] del 12 ottobre 1640, il vescovo dichiara che l'abbazia dell'Accola è "praebenda annexa Capitulo" (Brugnato). All'ufficio abbaziale, fra gli altri, presiedettero: Giuseppe Antonio Imperiale dal 1699 al 1748, anno della sua uccisione, il giorno 11 giugno, da parte delle truppe stanziate nel feudo imperiale di [[Suvero]], comandate dal generale Clerici e sconfitte dalla sollevazione della popolazione di Brugnato e Borghetto Vara (episodio, oltre quello più noto del [[Giovan Battista Perasso|Balilla]], della [[guerra di successione austriaca]] (1740-18 ottobre 1748), [[Trattato di Aquisgrana (1748)|pace di Aquisgrana]])<ref name="Tomaini"/>; Giuseppe Gerolamo di Negro dal 1754 al 1762; Antonio Maria Di Negro dal 1762 al 1773; dal 1773-1791 il vescovo di Brugnato, Francesco Maria Gentile e, dal 1792 al 1808, l'abate Angelo Cattaneo<ref name="Tomaini"/><ref name=Comunestoria/>. Dove espressamente si attestarono i numerosi possedimenti brugnatesi, privilegi e poteri e la completa indipendenza da feudatari o vescovi (''nullius diocesis''), salvo un diretto assoggettamento alla [[Santa Sede]]<ref name=Comunestoria/>.
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