Demostene: differenze tra le versioni

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Nella Roma antica, infatti, autori come Longino e [[Cecilio]] considerarono la sua oratoria come sublime<ref>{{en}} D. C. Innes, ''Longinus and Caecilius''.</ref>, [[Giovenale]] lo esaltò come un "largus et exundans ingenii fons" ("grande e traboccante fontana del genio")<ref>Giovenale, Satura, X. 119.</ref>.
[[Cicerone]] non soltanto ne fu ammiratore, ma chiamò Filippiche le proprie orazioni contro Marco Antonio in evidente segno di imitazione del ruolo politico di Demostene<ref>{{en}} C. Wooten, "Cicero's Reactions to Demosthenes", p. 37</ref> ed in merito Plutarco stesso sottolinea le connessioni tra Cicerone e Demostene<ref>{{Cita|Plutarco|3}}.</ref>
 
Nel corso del [[Medioevo]] e del [[Rinascimento]], Demostene mantenne la propria reputazione<ref>{{en}} A. J. L. Blanshard & T. A. Sowerby, ''Thomas Wilson's Demosthenes'', pp. 46-55.</ref> e fu letto assai più di ogni altro oratore, tranne, forse, Cicerone<ref>{{en}} G. Gibson, ''Interpreting a Classic'', p. 1</ref>.