Paolo Scheggi: differenze tra le versioni
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Nel gennaio 1965 presenta al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' il manifesto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale, elaborato e firmato con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]], che delinea una visione dell’arte inserita in contesti sempre più ampi.
In primavera appronta la nuova sede della sartoria Marucelli, alla cui progettazione architettonica e ambientale aveva iniziato a lavorare fin dall’anno precedente con la collaborazione di Getulio Alviani e di Carla Venosta, Viene inaugurata con la sfilata di abiti [[Optical art|optical]] di cui sono spettatori, fra gli altri, [[Lucio Fontana]] <ref name="G" group=N>«Scheggi viene spesso visto come un «successore di Fontana, laddove Fontana chiede all’osservatore di guardare al di là della tela, il lavoro di Scheggi, come stratificazione della tela, occupa lo spazio stesso dell'osservatore, spingendolo a guardare al suo interno» </ref><ref name="G" /
L'adesione di Scheggi al movimento "Nove Tendencjie" assieme agli scambi e alle collaborazioni con altri gruppi internazionali – "Gruppo Zero" e "Gruppo Nul" – lo portano a partecipare nel 1965 alla mostra Nul = Zero, organizzata dalla 'Galerie Orez Den Haag' alla 'Galleria De Bezige Bij' di [[Amsterdam]], e all'esposizione Nova Tendencija 3, tenutasi alla [[Galleria d'arte moderna di Zagabria]], dove stringe importanti contatti con Ivan Picelj e con il mondo culturale [[jugoslavo]] <ref name="A" />.
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