Arsiero: differenze tra le versioni

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Storia: Simboli
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Il primo documento che parla di questo paese risale al 975 d.C.
 
Durante l'Alto Medioevo qui vi fu un importante castello, il ''castrum Arserii'' - costruito probabilmente nel X secolo come castello vescovile per difendere la zona dalle scorrerie degli Ungari - di cui nel corso dei secoli ebbero l'investitura i Velo, i Cendinara, i da Lezzo, i della Scala. Esso venne distrutto probabilmente verso la metà del XIV secolo, durante le furiose lotte tra i Padovani e gli Scaligeri sul territorio vicentino. Attorno ad esso esistevano altre fortificazioni minori con compito di vedetta: il ''castrum Tovi'' sul monte Tovo, il castello della rocca di Piajo, nei pressi del colle di San Rocco, e quello del monte Campo Azzaron, dove ancora nell'Ottocento, ai tempi del [[Gaetano Maccà|Maccà]], esistevano le ''vestigia di un antico castello''.
 
Alla fine del Duecento l'abitato di Arsiero diede i natali al primo membro conosciuto della [[Thiene (famiglia)|famiglia Thiene]], un certo Vincenzo del fu Tealdino, che svolgeva, per sua stessa ammissione al momento del testamento, l'attività di usuraio a Thiene e nella campagna circostante<ref>Lo documentano alcuni atti conservati nell'Archivio di Stato di Verona, citati da [[Gian Maria Varanini]], ''Vicenza nel Trecento: Istituzioni, classe dirigente, economia'', in ''Storia di Vicenza'', II, Vicenza, 1988, pp. 193–195.</ref>.
 
Nel luglio e nel settembre del 1202 nella chiesa campestre di Sant'Agata di [[Cogollo del Cengio|Cogollo]], i rappresentanti e i nobili del territorio fissarono i confini e la "regula" dei comuni di Arsiero, Velo, Cogollo, Caltrano, Chiuppano, Camisino e Castelletto di Rotzo. Nel 1262 una sentenza di Andrea Mocenigo stabilì sul Toraro, Campomolon e Campedello - montagne che Arsiero teneva in affitto da Vicenza - i confini con i [[Castel Beseno|signori di Beseno]]<ref name = Brazzale11 >Antonio Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', op. cit., pp. 11-14.</ref>.
 
Nel [[Trecento]], come il resto del territorio vicentino, quello di Arsiero fu sottoposto alla dominazione [[scaligeri|scaligera]] e, verso la metà del secolo, sotto l'aspetto amministrativo al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Schio]] rimanendo tale sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}.</ref>.
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Durante la [[guerra della Lega di Cambrai]], nel 1507 e 1508 ad Arsiero e a Forni vennero costruiti dei bastioni per ostacolare l'avanzata di [[Massimiliano I d'Austria]], ma nel maggio del 1510, col dilagare al piano degli imperiali, gli abitati vennero saccheggiati.
 
Nel dicembre del 1643 ad Arsiero divampò un grande incendio: molte case - i tetti allora erano in gran parte ricoperti di paglia - vennero distrutte; questa calamità non fece che accentuare il grave stato di miseria in cui versava la popolazione, ripetutamente colpita dalla peste<ref name = Brazzale11/>.
 
=== Epoca contemporanea ===
Nel 1797, dopo l'arrivo dei francesi, si tenne il primo mercato, poi sospeso per la protesta dei Thienesi, ma nel settembre dell'anno successivo - dopo il passaggio del Veneto agli austriaci in seguito al [[trattato di Campoformio]] - venne riaperto definitivamente con cadenza settimanale.
 
Il periodo delle guerre napoleoniche fu tormentato da grandi carestie ed epidemie, tanto che morirono di fame centinaia di persone; la situazione migliorò dopo il 1815 con il passaggio sotto il [[Regno Lombardo-Veneto]].
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Nel 1852 Arsiero ebbe la prima illuminazione pubblica a petrolio e, dopo l'annessione al Regno d'Italia, nel 1872 il primo ufficio postale. Nell'ultimo quarto di secolo nella zona di Schio e in tutto l'Alto Vicentino si svilupparono nuove industrie e migliorò di molto la situazione economica; ad Arsiero sorse e si sviluppò la Cartiera Rossi.
 
Nel 1882-1889 vi fu il movimento franoso del Brustolè, la parte del [[monte Priaforà]] che sovrasta il torrente Posina nella strettoia degli ''stancari''; movimento franoso ricomparso con l'alluvione del 1966<ref>Ora monitorato mediante paline in cemento poste sopra la frana, la cui distanza è misurata da sopra gli ''stancari''.</ref>.
 
Il periodo di sviluppo e di relativo benessere venne interrotto dallo scoppio della [[prima guerra mondiale]]. Il 18 maggio 1916 Arsiero fu abbandonata e occupata dal 27 maggio al 16 giugno di quell'anno dalle truppe del XX Corpo d'armata [[Impero austro-ungarico|austro-ungarico]]; fu la postazione più avanzata raggiunta dalle [[forze armate dell'Impero austro-ungarico]] durante la cosiddetta “offensiva"offensiva di primavera”primavera" o ''[[Battaglia degli Altipiani|Strafexpedition]]''. Nel tentativo, poi riuscito, di riconquistare il paese, l'abitato fu duramente bombardato dal [[Regio esercito]] italiano, che distrusse a cannonate anche il tetto della chiesa arcipretale, mai più ripristinato nella situazione originaria.
 
Arsiero ritornò italiana alla fine di giugno, dopo che gli austriaci si furono ritirati dal fondovalle per attestarsi su posizioni più sicure e inespugnabili. La popolazione però vi fece ritorno solo ai primi del 1919 per iniziare la ricostruzione degli edifici danneggiati o distrutti. Qualche anno dopo, nel 1925, al centro del Cimitero militare venne anche costruito l'[[Cimitero militare monumentale di Arsiero|Ossario monumentale]] con lampada votiva<ref name = Brazzale11/>.
 
Dopo la fine della guerra, spostati i confini con l'annessione del Trentino, il paese cominciò a perdere la sua importanza. Tuttavia ancor oggi, per diversi motivi e servizi - commercio, lavoro, scuola, vicariato diocesano, servizio veterinario, iniziative turistico-culturali - gravitano su Arsiero i paesi dell'[[Unione montana Alto Astico]] e dell'[[Unione montana Pasubio Alto Vicentino]].
 
Nella seconda guerra mondiale, il territorio del comune fu teatro di tragici eventi soprattutto legati alla guerra civile. Si ricordano in particolare la fucilazione di 6 partigiani catturati al termine dello scontro a località Cuso ed al ponte di Pontare nel comune di [[Zanè (VI)]], avvenuta il 27 Aprileaprile 1945. A guerra terminata poi, il 19 Maggiomaggio 1945 ha avuto luogo la strage di Costalonga, in cui nell'omonima località un gruppo di ex- partigiani forlivesi uccise 12 militi della B.N. "Capanni", dopo averli prelevati da Thiene ove erano incarcerati.
 
Nel 1944 l'oratorio di S. Rocco venne fatto saltare dai partigiani ''(v. qui sotto'').
 
Nel secondo dopoguerra, un avvenimento di particolare rilievo fu l'alluvione del 4 novembre 1966, che arrecò danni non indifferenti all'assetto del territorio e alle industrie della zona.
 
=== Simboli ===
Lo stemma è d'azzurro, al [[tronco d'albero]] sradicato, incendiato, accostato da due fiamme di rosso, sostenuti da una terrazza d'oro.<ref name="Storia">{{cita web|titolo= Storia del Comune |url=https://www.comune.arsiero.vi.it/zf/index.php/storia-comune/|sito= Comune di Arsiero}}</ref>
 
=== Onorificenze ===
Il Comune è decorato della Croce al merito di guerra concessa con regio decreto n. 205 del 19 gennaio 1918.<ref name="Storia"/>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==