Arsiero: differenze tra le versioni

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Dal punto di vista geologico il territorio è di natura calcarea, con montagne aride e fondovalle abbondante di acque, da sempre sfruttate per l'agricoltura e le attività artigianali, più di recente per alcune attività industriali, oltre che per l'approvvigionamento idrico.
 
Nella fascia inferiore del territorio i boschi sono prevalentemente di carpino nero, nella parte superiore di [[faggio]], di abete, di pino nero e di larice; più in alto ancora domina il [[pino mugo]]<ref name = Brazzale8 >Antonio {{cita|Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', ''op. cit.'', 1989|p. 8}}.</ref>.
 
== Origine del nome ==
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{{vedi anche|Storia del territorio vicentino|Val d'Astico#Storia}}
Le origini di Arsiero sono incerte. Fu probabilmente abitato in epoca preistorica e quasi certamente in epoca romana.
 
=== Medioevo ===
Il primo documento che parla di questo paese risale al 975 d.C.
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Alla fine del Duecento l'abitato di Arsiero diede i natali al primo membro conosciuto della [[Thiene (famiglia)|famiglia Thiene]], un certo Vincenzo del fu Tealdino, che svolgeva, per sua stessa ammissione al momento del testamento, l'attività di usuraio a Thiene e nella campagna circostante<ref>Lo documentano alcuni atti conservati nell'Archivio di Stato di Verona, citati da [[Gian Maria Varanini]], ''Vicenza nel Trecento: Istituzioni, classe dirigente, economia'', in ''Storia di Vicenza'', II, Vicenza, 1988, pp. 193–195.</ref>.
 
Nel luglio e nel settembre del 1202 nella chiesa campestre di Sant'Agata di [[Cogollo del Cengio|Cogollo]], i rappresentanti e i nobili del territorio fissarono i confini e la "regula" dei comuni di Arsiero, Velo, Cogollo, Caltrano, Chiuppano, Camisino e Castelletto di Rotzo. Nel 1262 una sentenza di Andrea Mocenigo stabilì sul Toraro, Campomolon e Campedello — montagne che Arsiero teneva in affitto da Vicenza — i confini con i [[Castel Beseno|signori di Beseno]]<ref name = Brazzale11 >Antonio {{cita|Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', op. cit., 1989|pp. 11-14}}.</ref>.
 
Nel [[Trecento]], come il resto del territorio vicentino, quello di Arsiero fu sottoposto alla dominazione [[scaligeri|scaligera]] e, verso la metà del secolo, sotto l'aspetto amministrativo al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Schio]] rimanendo tale sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}.</ref>.
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* Chiesa di Santa Maria dell'Angiadura, ''ad Arsiero''
:Situata nei pressi dei cimitero, era la chiesa del primitivo borgo di Arsiero e servì saltuariamente come parrocchiale. È ricordata fra le chiese vicentine in un elenco della prima metà del XV secolo; ha quattro altari ed è in stile romanico. Sul frontale l'iscrizione 1945 segna la data dell'ultima significativa ristrutturazione.
:In epoca napoleonica si tentò di asportarne le due campanelle; erano già sui carri, ma il popolo intervenne e riuscì a evitare la rapina. Si racconta che il sindaco, afferrato per il codino, sfuggì a malapena al linciaggio da parte delle donne infuriate<ref name = Brazzale16 >Antonio {{cita|Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', ''op. cit.'', 1989|p. 16}}.</ref>.
* Chiesa di San Pietro, ''a Castana''
:Fu costruita dagli abitanti di Castana e Tovo dietro licenza ottenuta il 29 dicembre 1797; fu benedetta nel novembre 1803. La frazione contava allora 600 anime e il rettore della chiesa veniva mantenuto dalla comunità. Ottenne di conservare il Santissimo nel 1884 e nel 1910 ebbe il fonte battesimale. Distrutta nel primo conflitto, fu ricostruita nel 1925. Tre anni dopo fu dotata di cimitero. Staccata da Arsiero, da curazia fu eretta parrocchia nel 1957<ref name = Brazzale16/>.
* Oratorio di San Rocco, ''in località Piaggio''
:Costruito nel 1576 alla fine della pestilenza, sembra nel luogo della massima espansione del morbo, fu custodito da eremiti fino alla fine dell'Ottocento. Fu restaurato nel 1630 per un'altra epidemia della peste. La cappella-atrio davanti alla chiesetta venne costruita nel 1836 anche per riparare i viandanti sulla strada di Posina in caso di maltempo.
:L'oratorio venne gravemente danneggiato dagli eventi bellici della prima guerra mondiale e ricostruito nel primo dopoguerra. La notte del 29 Giugnogiugno 1944 fu fatto saltare in aria dai partigiani in una discutibile azione; tanto che fu ricostruito nel 1959 anche grazie a contributi pubblici. Sembra che all'interno fossero stati depositati degli esplosivi dell'organizzazione TODT, tuttavia rimane il dubbio visto che a poche decine di metri esistono le fortificazioni della Batteria S.Rocco risalenti alla grande guerra, certamente più adatte allo scopo. Fu infine restaurato nel 1962. Un'antica statua di San Rocco, "protettore della villa", è stata collocata nel restaurato palazzo del Centro Servizi Sociali di Arsiero<ref name = Brazzale16/>.
* Oratorio di Maria Ausiliatrice, ''in frazione Scalini''
:Costruito nel secondo dopoguerra
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* Camminate fino alla cima dei monti Caviojo e all'[[ossario del monte Cimone]] percorrendo la famosa strada degli Alpini
* Pria
:Posta tra Arsiero e Barcarola, è una delle località più belle e caratteristiche della Val d'Astico, frequentata soprattutto nel periodo estivo "per un tuffo nell'Astico", con una presenza stagionale di migliaia di persone<ref name = Brazzale28 >Antonio {{cita|Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', ''op. cit.'',1989| pp. 28-32}}.</ref>.
 
=== Monumenti di pregnanza storica ===
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Fino agli ultimi decenni dell’Ottocento gran parte della popolazione viveva esclusivamente dei prodotti della terra e solo una piccola parte si dedicava all'artigianato - lana, carta, legno, marmo, ferro e rame, mulini - che ad Arsiero e nella Valle del Posina vanta origini antichissime, grazie all'abbondanza delle acque e delle materie prime. Il ferro ad esempio fin dai tempi dell'impero romano veniva estratto sull'altopiano di Tonezza e nel XIII secolo anche sul Monte Toraro.
 
Antiche aziende erano sorte lungo il torrente Posina: la cartiera Braselli, operante già dal 1594 e dotata di "rode cinque", la cartiera dei conti Velo del 1665 con "quattro rode" e quella di Bernardino Tomitano nella contrà di Sotto Santa Maria, con "tre rode e folletto" del 1671. I diritti delle acque di questi opifici, come quelli dei magli e dei mulini delle altre ditte vennero acquistati in parte e unificati nella seconda metà dell’Ottocento da [[Alessandro Rossi (imprenditore)|Alessandro Rossi]] che realizzò nel 1873 il Consorzio della Fabbrica della Carta di Arsiero; qualche anno dopo, nel 1878, suo figlio, Francesco Rossi, costituì la Cartiera Rossi<ref>[http://www.cartotecnicarossi.it/ita/azienda-produzione-carta-crespata-metallizzata-velina-bianca-colorata.asp Cartotecnica Rossi]</ref>. Con questa grande azienda l'economia e la vita del paese subirono un radicale cambiamento: nel giro di pochi anni trovarono lavoro 1300 operai e una cinquantina di impiegati, tanto da assorbire tutta la manodopera locale e parte di quella dei paesi vicini, per cui l'unica grande aspirazione di un giovane era "andare in cartiera"<ref name = Brazzale21 >Antonio {{cita|Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', ''op. cit.'', 1989|pp. 21-24}}.</ref>.
 
Dopo la prima guerra mondiale l'attività industriale venne ridimensionata e un'altissima percentuale di operai, soprattutto della vallata del Posina, emigrò nelle Americhe. L’emigrazione continuò anche dopo la seconda guerra mondiale, questa volta verso altri paesi europei. Molti degli emigranti, dopo alcuni anni, ritornarono e impiegarono i risparmi ottenuti nell’acquisto di terreni o di case, soprattutto nelle zone di pianura dell’Alto Vicentino, mentre le contrade in posizione più elevata rimasero deserte.
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Dal 1954 Arsiero è collegato direttamente a Tonezza e all'altopiano dei Fiorentini, mediante la moderna strada chiamata "Direttissima". Da essa, subito dopo il centro abitato, si diparte il tronco stradale che dal versante di San Rocco porta a [[Posina]], a [[Laghi (Italia)|Laghi]] e alle contrade del comune di Arsiero.
 
Fino al 1964 Arsiero era [[Ferrovia Rocchette-Arsiero|collegato a Piovene Rocchette con una linea ferroviaria]] a [[scartamento ridotto]] percorso da una [[littorina]], che ha notevolmente contribuito allo sviluppo industriale della zona<ref>Antonio {{cita|Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', ''op. cit.'', 1989|pp. 25-27}}.</ref>.
 
== Amministrazione ==