Egisto Corradi: differenze tra le versioni
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Nato in una famiglia di origini contadine, dopo il diploma da ragioniere si laureò in economia e commercio e si avvicinò ancora giovanissimo al giornalismo.
Come inviato speciale del [[Corriere della Sera]] nel dopoguerra è stato corrispondente e acuto osservatore della realtà nelle principali zone del mondo interessate da eventi bellici. Amava dire che il vero [[giornalismo]] è quello che si pratica con la suola delle scarpe{{Senza fonte}}. [[Ettore Mo]] lo apostrofò simpaticamente:
==Biografia==▼
Egisto Corradi iniziò il mestiere di giornalista come correttore di bozze alla [[Gazzetta di Parma]] (lo stesso giornale per cui lavorò anche [[Giovanni Guareschi]])
Chiamato alle armi come sottotenente degli [[alpini]] per combattere nell'esercito durante la [[Seconda guerra mondiale]], partecipò alla sfortunata [[Campagna di Grecia]]. Dopo il rimpatrio, fu inquadrato nella [[3ª Divisione alpina "Julia"|Divisione Alpina Julia]], insieme alla [[4ª Divisione alpina "Cuneense"|Cuneense]] e alla [[Brigata Alpina Tridentina|Tridentina]] parte dell'[[ARMIR]] che costituiva il [[CSIR|Corpo di Spedizione Italiano in Russia]], con la quale partecipò alla [[Fronte orientale (1941-1945)|campagna di Russia]]. Corradi fu decorato con la [[medaglia d'argento al Valor Militare]]. Narrò nel [[saggio|saggio]] storico-autobiografico ''La ritirata di Russia''<ref>Fu pubblicato da [[Longanesi]] nel [[1964]], quindi una ventina di anni dopo lo svolgersi degli eventi.</ref> il ritiro dei soldati italiani nel gennaio [[1943]] <!-- <ref>[http://www.sovizzonline.it/public/membri/gptecchio/nikolajewka.pdf Approfondimento: .Pdf Sovizzonline.it]</ref>--> nel disperato tentativo di uscire dalla ''sacca'' nella gelida steppa sovietica in cui l'esercito di [[Stalin]] li aveva rinchiusi.
<!--di cui divenne redattore capo all'indomani del 25 aprile [[1945]].-->
Nell'immediato dopoguerra passò al [[Corriere della Sera]], testata per la quale svolse a lungo attività di inviato. Nel [[1950]] documentò per il quotidiano milanese il Rally transafricano
{{Citazione|Il grande urlo si sentì mentre pioveva furiosamente e la [[bora]] tirava raffiche violente: volavano manifesti, tricolori, ombrelli. I rumori erano di grida e di bora. Trieste ronzava come una [[chitarra]] esposta al [[vento]]|}}▼
{{Approfondimento
|titolo=«Guardate mura di una città atomica»
|contenuto=Egisto Corradi è stato un acuto osservatore della realtà del suo tempo e la sua prosa ha costituito materiale di studio per numerosi giornalisti. Ecco come descriveva, in un articolo sul [[Corriere della Sera]] del [[1952]], il moltiplicarsi di sanatori nella zona di [[Sondalo]], in [[Valtellina]]<ref>[http://www.geofilosofia.it/recensioni/Rossattini.html Citato in una recensione di Luisa Bonesio] Geofilosofia.it</ref>:
{{Citazione|A qualche misterioso stabilimento o laboratorio od officina segreta pensa subito chi si trova a percorrere di notte la strada [[Tirano]]-[[Bormio]]. Sulla sinistra, là dove i contrafforti montuosi formanti la valle leggermente si aprono, migliaia di lumi si accendono d'improvviso nel nero velluto delle abetine e delle pinete ... Chi si trova ad osservare questo spettacolo non può non pensare vagamente a misteriose città del futuro, non può non pensare anche per un solo attimo di essere capitato furtivamente sotto le guardate mura di una città atomica.|}}
}}
▲==Biografia==
▲Egisto Corradi iniziò il mestiere di giornalista come correttore di bozze alla [[Gazzetta di Parma]] (lo stesso giornale per cui lavorò anche [[Giovanni Guareschi]]), di cui divenne redattore capo all'indomani del 25 aprile [[1945]].
▲Nell'immediato dopoguerra passò al Corriere della Sera, testata per la quale svolse a lungo attività di inviato. Nel [[1950]] documentò per il quotidiano milanese il Rally transafricano Alger-Le Cap a bordo di un veicolo Lancia Beta. Nel [[1954]] era a [[Trieste]] <!-- <ref>[http://www.otimaster.com/dblog/storico.asp?m=20051008 Fonte: Otimaster.com]</ref>-->:
▲{{Citazione|Il grande urlo si sentì mentre pioveva furiosamente e la [[bora]] tirava raffiche violente: volavano manifesti, tricolori, ombrelli. I rumori erano di grida e di bora. Trieste ronzava come una [[chitarra]] esposta al [[vento]]|}}
Fu uno dei pochi testimoni oculari della [[rivoluzione ungherese del 1956]] («''Dalle 15 di oggi non si transita più sulla strada Nichelsdorf-[[Budapest]]. Un certo numero di carri armati sovietici ha preso oggi posizione sulla strada Virana-Budapest, una decina di chilometri dentro il territorio ungherese e ha bloccato le comunicazioni che da qualche giorno si erano stabilite fra Ungheria e Occidente...''», scriverà per il suo giornale il 2 novembre di quell'anno
<ref>[http://www.radio.rai.it/radio3/radio3_suite/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=191931 Citato in ''1956: Budapest e Suez''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140225092058/http://www.radio.rai.it/radio3/radio3_suite/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=191931 |data=25 febbraio 2014 }}
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