Isma'il Pascià: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Ismāʿīl nacque al [[Il Cairo|Cairo]] nel Palazzo [[al-Musafir Khana]],
secondo dei tre figli di [[Ibrāhīm Pascià]] e nipote di [[Mehmet Ali]]; sua madre era [[Hoshiyar Hanim]], terza moglie del padre, ritenuta una sorella della [[
Fu iniziato alla [[massoneria]] dal gruppo francese di [[Ferdinand de Lesseps]]<ref>{{fr}}[http://www.lexpress.fr/actualite/societe/les-francs-macons-en-terres-d-islam_496022.html {{fr}} Antoine Sfeir, "Les francs-maçons en terre d'Islam", ''L'Express'', 29.5.2003.]</ref>
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=== Canale di Suez ===
Ismāʿīl è strettamente legato alla costruzione del [[canale di Suez]]: ne diede il consenso e supervisionò la parte egiziana dei lavori. Al momento della sua ascesa al trono, rifiutò di ratificare le concessioni alla [[Compagnia del Canale di Suez]] del suo predecessore Saʿīd e la questione fu affidata nel 1864 al giudizio di un arbitrato di [[Napoleone III]], che riconobbe un compenso alla compagnia di 3.800.000 di sterline per le perdite derivanti dai cambiamenti imposti da Ismāʿīl rispetto al piano originario. Il chedivè allora usò ogni mezzo possibile per rafforzare la sua causa di fronte ai sovrani stranieri e all'opinione pubblica, e vi riuscì grazie al suo indubbio carisma e alle sue spese giudiziose. Nel 1867 visitò Parigi e [[Londra]], dove fu ricevuto dalla [[regina Vittoria del Regno Unito|regina Vittoria]] e dal [[lord mayor]] di Londra; durante il soggiorno in Gran Bretagna passò in rivista la flotta britannica con il [[sultano ottomano]]. Nel 1869 fece un'altra visita al Regno Unito. Quando il canale fu infine inaugurato nel
=== Debiti ===
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Infine giunse l'inevitabile crisi economica: il debito nazionale egiziano era di oltre 100 milioni di [[sterlina britannica|sterline britanniche]] (rispetto agli appena 3 milioni dell'ascesa al trono di Ismāʿīl), accumulato dal [[chedivè]], la cui idea di base per liquidare i debiti era quella di chiedere ulteriori prestiti, anche a costo di accollarsi ratei di interesse superiori. I possessori delle obbligazioni egiziane rimasero restii a sottoscrivere le nuove emissioni governative; nei tribunali internazionali furono pronunciati giudizi negativi nei confronti del chedivè e, quando questi non poté ottenere più alcun prestito, cedette le sue quote di proprietà della Compagnia del Canale di Suez nel 1875 al governo [[Regno Unito|britannico]] per appena £ 3.976.582; ciò dette immediatamente seguito all'avvio delle pesanti ingerenze della corona britannica e della [[Francia]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://weekly.ahram.org.eg/2001/543/ismail.jpg.] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
[[File:Ismail Pacha.jpg|miniatura|"L'ex-Khedive" raffigurato da Théobald Chartran ''su Vanity Fair'', Maggio 1881]]
Nel dicembre 1875 il governo britannico inviò [[Stephen Cave]] per indagare sulle finanze dell'Egitto e nell'aprile 1876 fu pubblicata la sua relazione, in cui si avvertiva che, per ovviare agli sprechi e sperperi egiziani, era necessario per le potenze straniere intervenire per rimettere in ordine i conti: il risultato fu l'istituzione della "Caisse de la Dette" (commissione del debito pubblico). A ottobre [[George Goschen, I
== La rivolta di ʿOrābī Pascià e l'esilio ==
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