Papa Gregorio VII: differenze tra le versioni

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Per la prima volta un papa, non solo scomunicava un sovrano, ma lo inibiva dall'esercizio del suo potere. A differenza di quanto aveva fatto Enrico, peraltro, Gregorio non sancì formalmente la deposizione del monarca, bensì lo considerò sospeso fino a quando non si fosse pentito.<ref name="ReferenceB"/><ref name=DAcunto134/> Che ciò producesse realmente effetti o che rimanesse una vana minaccia, non dipendeva tanto da Gregorio, quanto dai sudditi di Enrico e, soprattutto, dai principi tedeschi. I documenti dell'epoca suggeriscono che la scomunica del re creò una profonda impressione e divisione tra i cristiani, in quanto si era abituati ad una concezione teocratica e sacra del re.<ref>{{cita|Cantarella, 2005|pp. 164-166}}.</ref>
 
Il decreto raggiunse Enrico a [[Utrecht]] alla vigilia di Pasqua, il 26 marzo. La sua reazione fu immediata: in quello stesso giorno gli rispose con una lettera durissima. Definì Gregorio «non papa, ma falso frate», lo dichiarò deposto e, rivolgendosi ai romani nella sua qualità di patrizio, chiese loro di abbandonarlo ed eleggere un nuovo pontefice.<ref>{{cita web |url= https://sourcebooks.fordham.edu/source/henry4-to-g7a.asp|titolo=Medieval Sourcebook: Henry IV: Letter to Gregory VII, 24 gennaio 1076|accesso=28 febbraio 2021|lingua=en|editore=Fordham University | accesso = 20 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220707092236/https://sourcebooks.fordham.edu/source/henry4-to-g7a.asp | dataarchivio = 7 luglio 2022 | urlmorto = no}}</ref>
 
Trent'anni prima, [[Enrico III il Nero|Enrico III]] aveva deposto, nel [[concilio di Sutri]], tre papi in conflitto tra loro; il figlio Enrico IV aveva imitato questa procedura, ma non ebbe lo stesso successo. Al contrario, la scomunica di Gregorio produsse in Germania un effetto clamoroso: tra i vescovi tedeschi si assistette a un rapido e generale cambiamento di sentimenti in favore di Gregorio, mentre i principi laici colsero l'opportunità per portare avanti le loro rivendicazioni anti-regali sotto l'aura di rispettabilità fornita dalla decisione papale. Quando il giorno di [[Pentecoste]] il re propose di discutere le misure da adottare contro Gregorio in un concilio con i suoi nobili, solo in pochi si presentarono. Una seconda convocazione a Magonza, il 15 giugno, andò deserta. I [[Sassoni]] ne approfittarono [[Grande rivolta dei Sassoni|per risollevarsi]] e il partito anti-realista accrebbe vieppiù la sua forza.<ref>{{cita|Cantarella, 2005|pp. 160-161}}.</ref> Solo la [[Lombardia]] rimase fedele a Enrico.<ref name="ReferenceC">{{cita|Salvatorelli, 1940|p. 95}}.</ref>