Canone romano: differenze tra le versioni
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→Modifiche nella riforma liturgica posteriore al Concilio Vaticano II: più chiaro e come proposto in discussione |
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'''Hoc facite in meam commemorationem.'''
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Il Messale riformato dopo il Concilio Vaticano II include nella [[consacrazione]] del pane le parole "quod pro vobis tradetur", dette da Gesù secondo {{Passo biblico2|1Cor|11,24}}, e nella consacrazione del vino
Queste, dall'altra parte, includono nella formula della consacrazione del vino, in mezzo delle parole di Gesù, la frase non biblica "Mistero della fede", frase che nella messa rivista il sacerdote, dopo la consacrazione e dopo la successiva ostensione del calice, dice o canta come introduzione all'acclamazione dei fedeli, per la quale sono proposti tre testi. Se il sacerdote per grave motivo celebra senza un fedele che faccia l'acclamazione, la frase viene omessa.<ref>[https://www.ewtn.com/catholicism/library/omitting-the-mysterium-fidei-4899 Edward McNamara, "Omitting the Mysterium Fidei"]</ref>
Dopo la consacrazione del vino, l'espressione biblica "Tutte le volte che farete questo, lo farete in memoria di me" ({{Passo biblico2|1Cor|11,25}}), trattata grammaticalmente come parole di Gesù, è detta dal sacerdote nel Messale di Pio V durante l'elevazione del calice; nelle edizioni del Messale tridentino a partire da quella del 1604 è detta dal sacerdote mentre si genuflette prima di mostrarlo al popolo.<ref>"''Prolatis verbis consecrationis deponit Calicem super Corporale, et dicens secrete:'' Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis. ''genuflexus adorat; surgit, ostendit populo, deponit...''" (''[https://books.google.it/books?id=aaPpAuHRY9IC&printsec=frontcover&dq=Missale+Romanum&hl=en&sa#v=onepage&q=Missale%20Romanum&f=false Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilij Tridentini restitutum, Pii Quinti pontificis maximi iussu editum, et Clementis VIII. auctoritate recognitum]'', Ex Typographia Vaticana, 1604, p. 253). Questo testo si trova in sostanza anche nell'ultima edizione tridentina del Messale Romano: "''Quibus verbis prolatis, deponit calicem super altare, et dicens:'' Haec quotiescúmque fecéritis, in mei memóriam faciétis. ''genuflexus adorat: ...''</ref> Nel Messale riformato dopo il Concilio Vaticano II il calice contenente il vino consacrato è mostrato al popolo subito dopo la consacrazione e alla frase "''Haec quotiescumque...''" si sostituisce "''Mysterium fidei''", che non fa più parte della consacrazione.▼
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Nel Messale rivista nel 1969 il calice contenente il vino consacrato è mostrato al popolo subito dopo la consacrazione.
La revisione del 1969 mantiene solo uno dei 24 [[segno della croce|segni di croce]] fatti dal celebrante sulle offerte, della quali 15 dopo la consacrazione; le inclinazioni del corpo sono ridotte da cinque a tre; le [[genuflessione|genuflessioni]] da sei a due; l'[[altare]] non viene più baciato, mentre nel precedente Messale veniva baciato due volte.
La recita delle due liste complete di [[apostolo|apostoli]] e di [[martire|martiri]] dell'edizione tridentina è divenuta facoltativa, restando obbligatoria la menzione di [[Pietro apostolo|Pietro]], [[Paolo di Tarso|Paolo]] e [[Andrea apostolo|Andrea]] prima del memoriale, [[Giovanni Battista|Giovanni]], [[Santo Stefano|Stefano]], [[San Mattia|Mattia]] e [[San Barnaba|Barnaba]] (i nomi menzionati nel Nuovo Testamento) prima della dossologia.<ref>{{cita web|url=http://dimensionesperanza.it/aree/formazione-religiosa/liturgia/item/5675-preghiera-eucaristica-i-canone-romano.html|titolo=Preghiera Eucaristica I (Canone romano)|sito=dimensionesperanza.it|accesso=26 ottobre 2014}}</ref>
== Struttura ==
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