Pietro Tacca: differenze tra le versioni
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A soli quindici anni entrò nella bottega del [[Giambologna]] ([[1592]]), lo scultore più importante dell'epoca a Firenze, del quale divenne il primo aiutante dopo la partenza di [[Pietro Francavilla]] per [[Parigi]] nel [[1601]]. Alla morte del maestro ([[1608]]), ebbe in usufrutto lo studio e l'abitazione in borgo Pinti e solo un anno dopo prese il suo posto come scultore granducale.
Dopo aver portato terminato alcuni lavori incompiuti del maestro, come
Tra il [[1623]] e il [[1626]] eseguì quello che viene considerato il suo capolavoro, i ''[[Monumento dei Quattro mori|Quattro mori]]'' incatenati alla base del monumento a [[Ferdinando I de' Medici]] nella piazzetta della darsena a [[Livorno]]. Le statue rappresentano i pirati saraceni fatti prigionieri dall'Ordine di Santo Stefano, creato dal padre di Ferdinando, [[Cosimo I]]. Si dice che lo scultore avesse scelto come modelli alcuni schiavi prigionieri delle galere che attraccavano nel vicino porto di Livorno. Le accentuate torsioni (mutuate dallo stile di Giambologna) e le smorfie di dolore ben rappresentano la condizione di prigionia dei soggetti, che si sublima in un insieme di grande realismo ed eleganza.
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