Dolo (Italia): differenze tra le versioni

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=== Repubblica di Venezia ===
Tra il 1405 e il 1406 ha luogo l'ultima guerra tra i [[Da Carrara|Carraresi]] e la [[Repubblica di Venezia]], la quale conquista [[Padova]] e tutti i suoi territori. Il territorio dolese dunque passa sotto la [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] ma continua ancora a dipendere, religiosamente, dalle parrocchie di [[Fiesso d'Artico]] e di Sambruson (sotto la diocesi di [[Padova]]) e amministrativamente dalle <nowiki>''ville''</nowiki> (comunecomuni ruralerurali dotatodotati di autonomia) di [[Ca' del Bosco (Dolo)|Ca' del Bosco]] e di Alture di Sambruson.
 
Per tutto il XV secolo Venezia sorvolò su moltissime zone, le quali caddero nelle mani di monasteri e famiglie confinanti; altre zone vennero invece messe all'asta, così passarono nelle mani di grandi famiglie, come ad esempio i [[Malatesta]] nel 1470-73 ([[Mira (Italia)|Mira]], Sambruson e Lova).
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=== Famiglia Dotto Dolo ===
Terreni <nowiki>''</nowiki>carraresi<nowiki>''</nowiki> andarono anche a Rambaldo Capodivacca: egli acquistò nel 1406 13 campi e mezzo ad oriente del centro di Dolo e nel 1413 prese in affitto territori dalle monache benedettine di Santa Maria Fistomba. Alla sua morte i territori passarono alla figlia Francesca e al marito Dolo Dotto, il quale propose iniziative di recupero del pascolo e dell'agricoltura.
 
Nel 1405, dopo che Dolo Dotto si impadronì della zona dove passava strada della Fornace, le monache di Santa Maria di Fistomba per permettere alle derrate agrarie di arrivare al monastero fecero costruire una strada (strada delle Monache) che partiva dalla punta orientale dell'[[Isola del Maltempo]] e giungeva fino a [[Pianiga|Cazzago]].
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=== La parrocchia ===
Nel 1572 alla villa mancava solamente un'autonomia religiosa, così la popolazione prese l'occasione della visita del vescovo [[Nicolò Ormaneto|Nicolò Ormanetto]] alla parrocchia di [[Fiesso d'Artico|Fiesso]] per farsi promettere l'esercitazione della cura delle anime se la chiesa fosse stata ingrandita. Così nel 1576 Dolo venne colpito dalla peste, ma se la cavò egregiamente affidandosi a [[Sansan Rocco]], al quale venne così dedicata la Chiesachiesa.
 
Nel 1579 la chiesa non era ancora terminata ma la popolazione esortò il nuovo vescovo, [[Federico Corner (1579-1653)|Federico Corner]], ad elevarla a luogo di <nowiki>''</nowiki>"[[Cura pastorale|cura d'anime<nowiki>''</nowiki>]]". Questo così inviò don Camillo Ronconi a risolvere alcuni problemi; egli infatti:
# terminò la costruzione della chiesa;
# concordò al sacerdote-rettore di Dolo per il suo mantenimento un'entrata di 16 ducati dai parroci di Sambruson e di [[Fiesso d'Artico|Fiesso]] e di 44 ducati dalla popolazione di Dolo;
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=== La villeggiatura veneziana ===
Per tutto il Settecento i veneziani vedevano nel [[Naviglio del Brenta]] il naturale proseguimento del [[Canal Grande]] e ogni anno trascorrevano lunghi periodi di villeggiatura nelle loro dimore di campagna. Col tempo l'influenza veneziana trasforma Dolo in un luogo ricco di eleganti palazzi e famoso per le conversazioni nei salotti, che faranno del paese uno dei luoghi d'incontro più frequentati della [[Riviera del Brenta]].
[[File:Dolo by Canaletto - panoramio.jpg|miniatura|Canaletto, ''Dolo sul Brenta'', 1728, Ashmolean Museum, Oxford, Regno[[Ashmolean UnitoMuseum]].]]
 
=== Ottocento ===
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A quella data a Dolo era già operativo l’Ospedale civile, il quale ebbe origine da un [[legato (diritto)|legato]] amministrativo di lire 4.000 date dal [[patriziato (Venezia)|patrizio veneziano]] [[Priuli|Nicolò Priuli]].
Antonio Guolo viene invece considerato il rifondatore dell'ospedale perché il 30 dicembre 1852 donò ben 106.000 lire, cifra con la quale, con un contributo aggiuntivo di un consorzio tra i comuni di Dolo, [[Mira (Italia)|Mira]], [[Stra]] e [[Fiesso d'Artico]], permise di acquistare la parte storica dell'attuale edificio e organizzare i primi 70 posti letto.
Con il [[Regio decreto-legge]] dell'8 dicembre 1878 fu approvato lo Statuto per la costruzione di una [[casa di riposo]], finanziata, secondo le disposizioni di un legato amministrativo, con 36.768 lire dell'epoca dal nobile inglese Williams Owen, che risiedeva a Dolo e dove fu sepolto.<ref>Bortolato Quirino- Bortolato, ''Assistenza e beneficenza pubblica nel Miranese dal medioevo alle soglie del XX secolo''-, in ''Luigi Mariutto, un caso di responsabilità sociale''-, Multigraf, Spinea, 2009, pp. 58-64.</ref>
 
==== Sanatorio ====
Nella prima metà del Novecento gli edifici dell'ospedale furono ampliati. Fu costruito inoltre, all'interno del parco, un grande edificio stile liberty ad uso di [[sanatorio]] per i malati di [[tubercolosi]]. In questo edificio tra il 1938 e i primi mesi del 1943 si verificò quello che la bibliografia medica anti [[tubercolosi|tubercolare]] definì "l'esperimento involontario di Dolo". Una esperienza che permise di verificare la validità del [[vaccino]] italiano messo a punto da Giovanni Petragnani e Gaetano Salvioli, vaccino che diventò nel 1948 il [[Vaccino Diffondente Salvioli]].<ref>Ferro Alessandro e Taronna Sandro, (1950) - ''Esperimento involontario sulla resistenza di bambini vaccinati (VPS) e non vaccinati contro la tbc di fronte a contagio altamente infettante: Nota 1ª– Notizie sull'episodio di Dolo a carattere perfettamente sperimentale e sulla mortalità dei due gruppi'', -in ''La Clinica Pediatrica Bologna -'', anno 32, fasc. nº 5, –1950 –1950, pp. 225–263.</ref>
 
=== Attualità ===
L'8 luglio [[2015]] una violenta tromba d'aria, di grado F4 della [[Scala Fujita]], si è abbattuta su Dolo. Il fenomeno, durato quasi 10 minuti, ha coinvolto altresì i comuni di [[Mira (Italia)|Mira]] e [[Pianiga]]. Il tornado ha percorso 11.5&nbsp;km e ha avuto una larghezza variabile dai 500 m al chilometro. Vi sono stati gravi danni materiali a case, automobili e infrastrutture nonché una vittima, 72 feriti e alcune centinaia di sfollati<ref>{{Cita web|url = http://www.meteonetwork.it/veneto/tornado-mira-e-dolo-ve-dell8-luglio-2015|titolo = Il tornado tra Mira e Dolo (VE) dell'8 luglio 2015|accesso = 9 luglio 2015|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150710053908/http://www.meteonetwork.it/veneto/tornado-mira-e-dolo-ve-dell8-luglio-2015|dataarchivio = 10 luglio 2015}}</ref>.
 
=== Simboli ===
{{citazione|[[Inquartato]] di rosso e d'argento; con la [[bordura]] d'azzurro, caricata di dodici stelle d'oro, di sei raggi. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Lo stemma comunale, non ancora formalmente concesso con decreto ufficiale, deriva probabilmente da quello dell'antica famiglia padovana dei [[Dotto dei Dauli]] che possedevano vaste estensioni di terreno nella zona.
 
Il gonfalone è un drappo di rosso.
 
== La Brenta ==