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Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] fu occupato da una tribù gota che forse gli diede il nome (dall'antico germanico gau, tribù e sede della tribù , che al genitivo fa esattamente gawi), poi anche dagli [[Magiari|ungari]] e dai [[saraceni]] e secondo la leggenda, una loro principessa, Gavia (o Gavina), avrebbe stabilito la propria dimora nel castello del luogo<ref name="ReferenceA">Generale SARTORE Comm. Federico, "Storia Popolare di Gavi Ligure", 1933 (ediz. 1987 a cura di Cassa di Risparmio di Alessandria)</ref>. Pare fosse di origine francese ed infatti la più vecchia via del borgo sotto il castello si chiama Monserito (da Mon Cheri).
Il primo documento ufficiale che menziona Gavi risale all'anno 972 ed è conservato nell'[[Archivio di Stato di Genova]].
Notizie storiche certe sul Castello di Gavi si hanno verso l'anno Mille. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli [[Obertenghi]]. Da questi discese il ramo di marchionato che dal XII secolo assunse il titolo di [[Marchesato di Gavi|Marchesi di Gavi]], alleati del [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], che possedeva una parte del castello e che pare qui si rifugiò dopo la [[battaglia di Legnano]]. L'Imperatore ritenne più prudente rifugiarvi la famiglia quando tornò in Italia nel 1177 per recarsi a Venezia.<ref>"Il Barbarossa e i suoi alleati liguri-piemontesi: atti del convegno storico internazionale" a cura di Giuseppe C. Bergaglio (Gavi: s.n., 1987)</ref>. La città entrò ben presto nelle mire della [[Repubblica di Genova]] per la sua posizione strategica nell'entroterra [[Liguria|ligure]], sulle più importanti vie di comunicazione verso la [[pianura padana]]<ref name="Cornelio Desimoni 1815">Cornelio Desimoni, "Annali storici Della città di Gavi e delle sue famiglie (dall'anno 972 al 1815)", 1896</ref>.
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