Canone romano: differenze tra le versioni
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'''Hoc facite in meam commemorationem.'''
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Il Messale riformato dopo il Concilio Vaticano II include nella [[consacrazione]] del pane le parole
Nella consacrazione del vino questo Messale include le parole di Gesù, ''Hoc facite in meam commemorationem'' ("Fate questo in memoria di me") ({{passo biblico2|Lc|22,19}}; {{Passo biblico2|1Cor|11,24}}).
Il Messale tridentino d'altra parte include nella formula della consacrazione del vino, in mezzo delle parole di Gesù, la frase non biblica "Mistero della fede", frase che nella messa riformata nel 1969 il sacerdote, dopo la consacrazione e dopo la successiva ostensione del calice, dice o canta come introduzione alla nuova acclamazione dei fedeli, per la quale sono proposti tre nuovi testi. Se il sacerdote per grave motivo celebra senza un fedele che pronunci l'acclamazione, la frase viene omessa.<ref>[https://www.ewtn.com/catholicism/library/omitting-the-mysterium-fidei-4899 Edward McNamara, "Omitting the Mysterium Fidei"]</ref>▼
Nel Messale tridentino, invece di queste parole di Gesù, il sacerdote dice silenziosamente, dopo la consacrazione e separatamente da essa, la simile frase ''Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis'' ("Tutte le volte che farete questo, lo farete in memoria di me") ({{Passo biblico2|1Cor|11,25}}), anch'esse parole di Gesù e trattate grammaticalmente come tali.
Nel Messale tridentino il sacerdote dice silenziosamente dopo la consacrazione del vino la frase biblica ''Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis'' ("Tutte le volte che farete questo, lo farete in memoria di me") ({{Passo biblico2|1Cor|11,25}}), trattata grammaticalmente come parole di Gesù. Nell'edizione di San Pio V (1570) il sacerdote la dice durante l'elevazione del calice: ''Prolatis verbis consacrationis deponit calicem super Corporale, et genuflexus adorat; surgit et ostendit populo: dicens: Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis''. Nelle edizioni successive, a partire da quella del 1604, il sacerdote la dice prima di mostrare il calice al popolo.<ref>"''Prolatis verbis consecrationis deponit Calicem super Corporale, et dicens secrete:'' Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis. ''genuflexus adorat; surgit, ostendit populo, deponit...''" (''[https://books.google.it/books?id=aaPpAuHRY9IC&printsec=frontcover&dq=Missale+Romanum&hl=en&sa#v=onepage&q=Missale%20Romanum&f=false Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilij Tridentini restitutum, Pii Quinti pontificis maximi iussu editum, et Clementis VIII. auctoritate recognitum]'', Ex Typographia Vaticana, 1604, p. 253). Questo testo si trova in sostanza anche nell'ultima edizione tridentina del Messale Romano: "''Quibus verbis prolatis, deponit calicem super altare, et dicens:'' Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis. ''genuflexus adorat: ...''</ref> ▼
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Nel Messale tridentino il sacerdote si genuflette sia prima di mostrare al popolo il calice contenente il vino consacrato sia dopo. Nel Messale del 1969 lo mostra subito dopo la consacrazione e si genuflette solo dopo.▼
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▲Nel Messale tridentino il sacerdote si genuflette sia prima di mostrare al popolo il calice contenente il vino consacrato sia dopo. Nel Messale del 1969 e delle edizioni successive lo mostra subito dopo la consacrazione e si genuflette solo dopo.
La revisione del 1969 mantiene solo uno dei 24 [[segno della croce|segni di croce]] fatti dal celebrante sulle offerte, della quali 15 dopo la consacrazione; gli inchini del corpo sono ridotte da cinque a tre; le [[genuflessione|genuflessioni]] da sei a due; l'[[altare]] non viene più baciato, mentre nel precedente Messale veniva baciato due volte.
La recita delle due liste complete di [[apostolo|apostoli]] e di [[martire|martiri]]
== Struttura ==
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