Ruth Snyder: differenze tra le versioni

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Ruth sprofondava nella noia e nel disgusto per la monotonia della vita coniugale, a cui cercava di rimediare vestendosi in maniera appariscente e andando alla costante ricerca di incontri sessuali, consumati con uomini conosciuti casualmente. Con uno di questi, Henry Judd Gray, un uomo già sposato, commesso viaggiatore di [[corsetto|corsetti]] per donna, Ruth amava confidarsi, raccontandogli i suoi falliti tentativi di uccidere il marito: «in garage con il [[monossido di carbonio]], con una spinta mentre era sul molo, con del [[bicloruro di mercurio]], fingendo di curargli il singhiozzo.»<ref>[http://guide.dada.net/giallo_e_noir/ Sabina Marchesi, ''Misteri e delitti'', Guida GialloNoir] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080603033918/http://guide.dada.net/giallo_e_noir/ |data=3 giugno 2008 }}</ref>.
 
Ruth cominciò nuovamente a progettare l'omicidio del marito, dapprima persuadendolo a contrarre un'[[assicurazione]] sulla vita per 48.000{{formatnum:48000}} dollari da raddoppiare se l'assicurato fosse morto per un atto violento e poi cercando di convincere il riluttante amante con un piano che prevedeva, per assicurarsi la riuscita dell'omicidio, l'utilizzo di tre strumenti: il cloroformio, un filo metallico e un pesante contrappeso di quelli usati per lo scorrimento delle tendine delle finestre.
 
La notte del [[19 marzo]] [[1927]], approfittando dell'assenza di Albert e Lorraine, Ruth fece entrare in casa Judd per attuare il loro piano. Judd, che non era del tutto convinto dell'efficacia dell'impresa, si nascose nella camera lasciata vuota dalla madre di Ruth, partita per un breve viaggio, e si apprestò a uccidere Albert che, tornato con la figlia, anche lui ubriaco, si addormentò pesantemente. La coppia mise così in atto l'assassinio strozzando Albert con il filo metallico e cercando di mascherarne la morte come conseguenza di un'aggressione a scopo di furto.