Arcore: differenze tra le versioni

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Per evidenziare la finalità storica, nella sezione più elevata dello stemma è stata inserita la figura della mitra, a ricordo di tre monasteri esistenti anticamente sul suo territorio. Per ricordare il nome del Comune, nella sezione centrale è stata inserita la figura dell'arco romano. Infine, nella sezione inferiore è stato inserito il fasciato contrinnestato di nero e d'argento, che costituisce l'elemento caratterizzante dello stemma della famiglia d'Adda.
 
Si osserva, peraltro, che attualmente il Comune di Arcore fa uso di uno stemma lievemente diverso da quello concessogli nel 1955. La differenza si riscontra nella terza sezione dell'emblema araldico: il fasciato contrinnestato di nero e d'argento è stato trasformato ora in un campo d'argento carico di una fascia contrinnestata di nero.<ref>{{cita web|titolo= Arcore |url= https://www.mb.provincia.mb.it/comuni_old/Arcore.html |sito= Provincia di Monza e della Brianza }}</ref>}}
 
[[File:Oratorio della Madonna del Rosario.jpg|thumb|Oratorio della Madonna del Rosario, in Cascina del Bruno, secondo dopoguerra]]
 
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==== [[Villa San Martino (Arcore)|Villa San Martino]] ====
Già Casati-Stampa, completa di attiguo parco, risalente al [[XV secolo]]<ref>Rossana Bossaglia, ''L'arte dal manierismo al primo Novecento - Storia di Monza e della Brianza'', Il Profilo editore, Milano, 1971.</ref> come [[Ordine di San Benedetto|monastero benedettino]], venne acquistata e restaurata nel corso del [[XVIII secolo]] dai conti Giulini. L'edificio fu disposto o forse mantenuto dai Giulini nella tipica struttura a U aperta verso il paese. Durante queste opere di trasformazione fu impostato anche il grande viale d'accesso lungo un asse prospettico che, partendo dalla piazza antistante villa Borromeo, si spinge verso Ovest oltrepassando a cannocchiale l'edificio, nella sequenza corte d'onore, arco centrale del portico e apertura corrispondente nel salone; quindi attraversa il giardino e, infine, fiancheggiato da un lungo filare d'alti pioppi, si prolunga fino al [[Lambro]], distante qualche chilometro.
[[File:001VillaSMartino.JPG|thumb|left|[[Villa San Martino (Arcore)|Villa San Martino]]]]
Un impianto scenografico imponente, capace di far colloquiare l'edificio, il parco secolare e il verde agricolo circostante. L'asse prospettico all'ingresso, sebbene ora parzialmente interrotto visivamente da una macchia verde di alberi e arbusti e dal muro di cinta, è rimasto sostanzialmente integro nel corso del tempo. Dopo le trasformazioni compiute dai Giulini, la villa passò ai Casati nella prima metà dell'Ottocento a seguito del matrimonio di Anna Giulini Della Porta ([[1818]]-[[1883]]) con [[Camillo Casati]] ([[1805]]-[[1869]]) e, alla fine di quello stesso secolo, pervenne quindi al ramo dei [[Casati Stampa di Soncino]]. Il conte [[Alessandro Casati]] ([[1881]]-[[1955]]), che vi abitò sino alla propria morte, ne ingrandì la biblioteca e vi ospitò a più riprese l'amico [[Benedetto Croce]]. Alla dipartita del conte l'immobile passò a suo nipote, ovverosia il suo parente più prossimo, marchese Camillo Casati Stampa di Soncino ([[1927]]-[[1970]]). Questi risiedette saltuariamente nella villa. Suicidatosi il 30 agosto 1970<ref>[http://www.libero-news.it/news/441272/___anni_dopo_sugli_schermi_il_delitto_Casati__Gli_intrighi_della_marchese_Fallarino_e_dei_suoi_amanti_.html 40 anni dopo sugli schermi il delitto Casati. Gli intrighi della marchese Fallarino e dei suoi amanti - Casati, Roma, Parioli, 1970, scandalo, sesso, trasgressione, delitto, a...<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110421020320/http://www.libero-news.it/news/441272/___anni_dopo_sugli_schermi_il_delitto_Casati__Gli_intrighi_della_marchese_Fallarino_e_dei_suoi_amanti_.html |data=21 aprile 2011 }}</ref><ref>[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200708articoli/24548girata.asp Nel salone del triangolo a luci rosse - LASTAMPA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121209044541/http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200708articoli/24548girata.asp |data=9 dicembre 2012 }}</ref> dopo avere assassinato la moglie Anna Fallarino e il di lei compagno Massimo Minorenti ([[Delitto Casati Stampa]]), la proprietà passò ad Anna Maria Casati Stampa di Soncino, nata a Roma il 22 maggio [[1951]]<ref>[[Marco Travaglio]] ed [[Elio Veltri]], [[L'odore dei soldi]] (vd. [https://www.autistici.org/sitosovversivo/uncensored/notes/travaglio_veltri%20-%20l'odore%20dei%20soldi%20(origini%20e%20misteri%20delle%20fortune%20di%20silvio%20berlusconi).pdf Elio Veltri e Marco Travaglio – L'Odore dei soldi] )</ref>, ossia alla figlia di primo letto (avuta con Letizia Izzo) del marchese. La giovane, all'epoca dei fatti delittuosi diciannovenne (e quindi secondo la legge di allora minorenne), venne affidata ad un tutore, nella persona di [[Giorgio Bergamasco]]. Pro-tutore venne nominato [[Cesare Previti]].
 
Il 26 luglio [[1972]] Bergamasco venne nominato Ministro dei rapporti con il Parlamento nel [[Governo Andreotti II|secondo governo Andreotti]]<ref>[http://www.territorioscuola.com/saperi/index.php?title=Elenco_dei_Ministri_per_i_Rapporti_col_Parlamento Elenco_dei_Ministri_per_i_Rapporti_col_Parlamento - TerritorioScuola Enhanced Wiki Italiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>; nel frattempo la Casati Stampa si era già emancipata dalla potestà giuridica tutoriale con il raggiungimento della maggiore età al compimento del ventunesimo anno avvenuto il 22 maggio 1972. Successivamente Anna Maria Casati Stampa, frattanto sposatasi con il conte Pierdonato Donà dalle Rose, si trasferì con il marito in [[Brasile]] e come suo legale in Italia venne da lei scelto il suo ex pro-tutore Cesare Previti. Poiché pressata da esigenze economiche e avendo ricevuto in eredità non solo i beni di famiglia ma anche i grandi sospesi del padre con il fisco, Anna Maria Casati Stampa di Soncino in Donà dalle Rose decise nel [[1973]] di porre in vendita la villa e di avvalersi del suo avvocato come mediatore, [[Cesare Previti]]. Nel [[1974]] venne infine venduta - ad un prezzo molto inferiore di quanto fosse stata valutata<ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/a-proposito-di-case-e-questa/2132187 I lati oscuri dell'acquisto di villa San Martino]</ref> - all'imprenditore milanese e futuro [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Silvio Berlusconi]], il suo attuale proprietario.
 
==== Villa Buttafava ====