Teodosio II: differenze tra le versioni
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Diversi studiosi, oggi, ritengono che solo parte dell'Illirico occidentale fu ceduto all'Impero d'Oriente, anche se è non vi è consenso su quale parte fu ceduta: Demougeot e Mòscy ritengono che fu ceduta solo "l'area di Sirmio", Barker invece sostiene che fu ceduta "parte della Dalmazia", secondo invece JB Bury "una parte considerevole della diocesi dell'Illirico, Dalmazia, Valeria e Pannonia orientale vennero sicuramente trasferite"; Praga invece ritiene che "la cessione dell'Illirico occidentale... non riguardò la Dalmazia".<ref>MacGeorge, p. 38, nota 28.</ref> Sicuramente fu ceduta almeno la Pannonia II con Sirmio: una Novella di [[Giustiniano I]] (11.1) attesta infatti che Sirmio nel 441 apparteneva all'Impero d'Oriente ed era la sede del prefetto del pretorio dell'Illirico, [[Apreemio]], poi costretto nello stesso anno a fuggire a [[Tessalonica]] a causa delle invasioni di [[Attila]], che nello stesso anno attaccò ed espugnò Sirmio. Sembra certo, invece, che il Norico rimase in mano romano-occidentale: secondo Prisco, infatti, il governatore del Norico, Promoto, era uno degli ambasciatori romano-occidentali che nel 449 furono inviati presso Attila,<ref>Prisco, ''Storie'', frammento 11.</ref> mentre l'agiografia di San Severino narra che ancora nel 460 circa le truppe del Norico ricevevano, seppur sempre più irregolarmente, il soldo da Ravenna e non da Costantinopoli;<ref>Eugippio, ''Vita di Severino'', XX,20.1.</ref> inoltre il panegirico del 467 di Sidonio Apollinare nomina il Norico tra le province romano-occidentali.
====Rapporti con gli Unni e gli altri====
{{vedi anche|Campagne balcaniche di Attila}}
Verso la fine degli [[anni 430]] (434 circa) salirono sul trono unno i fratelli [[Attila]] e [[Bleda]]. Poco tempo dopo la loro ascesa al potere, nell'inverno del 439, Attila e Bleda si incontrarono presso [[Požarevac|Margus]], nella [[Mesia Superiore]], con ambasciatori dell'[[Impero romano d'Oriente]], e strinsero un nuovo accordo di pace che prevedeva un aumento dei tributi che i Romani d'Oriente dovevano versare agli [[Unni]] da 350 a 770 libbre, il luogo in cui dovevano avvenire contatti commerciali tra Romani e Unni e la promessa che i Romani non avrebbero accolto profughi unni. Lo storico dell'epoca [[Prisco di Panion]] asserisce che in quell'occasione, «siccome [gli Unni] ritengono poco appropriato conferire con altri smontati da cavallo, anche i Romani, che ci tenevano alla dignità, decisero di fare altrettanto per tema che una delle due parti dovesse parlare stando in sella mentre l'altra era in piedi.»
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