CSELT: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m smistamento lavoro sporco e fix vari
Riga 32:
 
'''CSELT''' ([[acronimo]] di '''Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni'''<ref>{{cita web|url=https://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/euroacronimi/cselt/|titolo=CSELT|sito=Dipartimento per le Politiche Europee
Presidenza del Consiglio dei Ministri|accesso=16 novembre 2021}}</ref>) è stato un istituto di [[Ricerca scientifica|ricerca]] [[Torino|torinese]] nel campo delle [[telecomunicazioni]]<ref name="Generalita">[{{cita testo|url=http://www.museotorino.it/view/s/b45c1d5f7f1041e79b6807acf4bec8fb |titolo=MuseoTorino - Scheda: CSELT ora TILab]}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://fupress.com/archivio/pdf/2066_8719.pdf|titolo=STORIA DELLE TELECOMUNICAZIONI}}</ref>, il principale del ramo in [[Italia]] e uno dei più importanti d'[[Europa]] e a livello internazionale<ref>Virginio Cantoni, Gabriele Falciasecca, Giuseppe Pelosi, Storia delle Telecomunicazioni, vol.1, Firenze: Firenze university press, 2011, pag. 353: "[...]sotto la guida del prof. [[Luigi Bonavoglia]] che nel 1967 sostituì Guglielmo Ginocchio (già direttore dello CSEL)[...] In pochi anni lo CSELT diventò uno dei centri di avanguardia nella ricerca in Italia".</ref><ref>http://www.litaliachiamo.it/310/cronologia-1960-2011#1 {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150930122117/http://www.litaliachiamo.it/310/cronologia-1960-2011#1 |date=30 settembre 2015 }} Archivio Storico Fondazione Telecom: "Il 24 ottobre 1961 la Stet istituisce a Torino, presso la società telefonica Stipel, il Centro Studi e Laboratori (Csel). È questo il nucleo della futura società Cselt (oggi TiLab), istituita nel 1964, uno dei principali centri internazionali di ricerca sulle tecnologie di telecomunicazione."</ref><ref>"La scomparsa delle Telecomunicazioni" (A.A.V.V., pref. [[Piero Bianucci]]), 1998, CSELT, ISBN 88-85404-21-9: "Lo CSELT, fondato a Torino nel 1964, ha un ruolo di primo piano nel contesto nazionale e internazionale.
Con i suoi laboratori il Centro fornisce importanti contributi all'innovazione in varie aree delle telecomunicazioni: dalla tecnologia di base, alle reti, ai servizi come la Richiamata su Occupato con il numero "5" ed il televoto.
Dalle ricerche sulla [[Sintesi vocale|sintesi]] e il [[riconoscimento vocale]], applicate anche nel campo delle telecomunicazioni per il sociale agli studi sulle [[Archiettura di rete|architetture di rete]] e messa in campo di servizi [[Multimedialità|multimediali]], dalla ricerca sulla [[Radiopropagazione|propagazione]] delle [[Onda elettromagnetica|onde elettromagnetiche]], alla pianificazione della [[rete cellulare]] radiomobile, dalla codifica del [[Segnale (fisica)|segnale]] [[video]], alla [[televisione digitale]] [[Interattività|interattiva]]."</ref>.
Riga 40:
Dopo il drastico ridimensionamento a cavallo degli [[anni Duemila|anni duemila]], la maggior parte delle strutture sono confluite prima in [[Telecom Italia Lab]] (società del gruppo [[Telecom Italia]]) e successivamente in [[TIM]], oltre che in altre società nate come [[Spin-off (diritto)|spin-off]] quali ad esempio [[Loquendo]] nel 2001, attiva nell'ambito del [[riconoscimento vocale|riconoscimento]] e la [[sintesi vocale]].
 
Materiale storico di CSELT è conservato nell'Archivio Storico di TIM<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/|titolo=Sito Archivio Storico Telecom Italia}}</ref><ref>[{{cita testo|url=https://archiviostorico.telecomitalia.com/category/tags/cselt |titolo=Sito Archivio Storico Telecom Italia: tag "CSELT"]}}</ref>. Il sito CSELT è disponibile negli archivi del Web a partire dal 1998<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/*/cselt.it|titolo=Internet Archive Wayback Machine|sito=web.archive.org|accesso=11 marzo 2017}}</ref>; qui sono archiviati anche gli [[abstract]] dei Rapporti Tecnici (''CSELT Technical Reports'') dal 1995 al 1999<ref>{{Cita web|url=http://www.cselt.it/Cselt/PUBBLI/CTRI/CTRI.html|titolo=Indice C.T.R.|data=17 maggio 2000|accesso=11 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20000517161435/http://www.cselt.it/Cselt/PUBBLI/CTRI/CTRI.html}}</ref>, una delle principali pubblicazioni scientifiche aziendali, edita dal luglio 1973. Elenchi di brevetti a nome CSELT sono anche disponibili sul Web.<ref>{{Cita web|url=http://patents.justia.com/assignee/cselt-centro-studi-e-laboratori-telecomunicazioni-s-p-a|titolo=Patents by Assignee CSELT - Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni S.p.A. - Justia Patents Search|sito=patents.justia.com|lingua=en|accesso=13 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://documents.allpatents.com/d/g/Centro-Studi-E-Laboratori-Telecomunicazioni-Spa|titolo=Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni Spa Patents|sito=documents.allpatents.com|lingua=en|accesso=13 aprile 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel 2011 è partito il progetto '''CSELTMUSEUM'''<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/CSELTMUSEUM|titolo=CSELTMUSEUM by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=15 marzo 2017}}</ref> con lo scopo di raccogliere e pubblicare sul Web documenti storici inediti, o difficilmente reperibili, relativi all'attività del Centro.
Riga 48:
{{NN|aziende|aprile 2018}}
 
Il centro venne fondato a [[Torino]] nel [[1961]], inizialmente con il nome di CSEL - Centro Studi E Laboratori - come centro studi e sperimentazioni della [[Stipel]], in attuazione della volontà espressa fin dal 1955 dal direttore Giovanni Oglietti<ref>{{Cita web|url=http://luigi.bonavoglia.eu/pubblicazioni/cselt30anni_presenta.pdf|titolo=CSELT trent'anni}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/4010b9c936213769b785/US2111103.pdf|titolo=Telephone system}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/b5b5fa0fe22cfb96efd5/US2889404.pdf|titolo=Token-operated telephone for automatic local calls and automatic and manual long-distance calls}}</ref><ref>[{{cita testo|url=http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf |titolo=SIP-Telecom Italia. Storia, di Chiara Ottaviano]}}</ref> (che ne fu poi il primo presidente fino al 1968), iniziativa che ottenne infine il favore dal presidente della STET, [[Silvio Golzio]] (in carica tra il 1961 e il 1964).<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/silvio-golzio_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Silvio Golzio}}</ref> Dopo la nascita della [[SIP (azienda)|SIP]] nel [[1963]], CSEL confluì nel gruppo [[IRI]]-[[STET]] e assunse il suo nome definitivo CSELT il 5 dicembre 1964 occupandosi fin dall'inizio di studi sull'affidabilità degli apparati di commutazione telefonica della rete italiana che, a partire dal 1963, stava nascendo come organizzazione unificata a livello nazionale<ref>Bruno Bottiglieri, ''Stet: strategie e struttura delle telecomunicazioni'', Vol. 1. F. Angeli, 1987.</ref>.
 
Giovanni Oglietti pose come obbiettivo del Centro l'unificazione e l'orientamento delle scelte nel medio-lungo termine delle aziende telefoniche acquisite da STET. Nacquero così numerosi filoni di ricerca avanzata, quali la [[Teoria dei segnali|trasmissione]] e la commutazione numerica del segnale telefonico, lo studio del traffico della [[rete di telecomunicazioni|rete]] telefonica e della sua gestione. Il Centro, sempre per volontà del suo fondatore, nacque sul modello di riferimento dei [[Bell Laboratories|Bell Labs]], all'interno di un contesto in cui anche la capogruppo IRI si ispirava a modelli statunitensi nel settore della ricerca e sviluppo<ref>[{{cita testo|url=http://www.pick-me.carloalberto.org/images/PICKWP/pickwp24.pdf |titolo=Antonelli, Cristiano, Federico Barbiellini Amidei, and Claudio Fassio. "The mechanisms of knowledge governance: State owned enterprises and Italian economic growth, 1950–1994." Structural Change and Economic Dynamics 31 (2014): 43-63. - Argomento citato a pag. 10]}}</ref>. Non sempre però il suo ruolo e il suo potere decisionale all'interno del gruppo furono definiti chiaramente, a differenza di quanto avvenne in centri di ricerca analoghi come il [[Centre national d'études des télécommunications|CNET]] in Francia<ref>{{Cita libro|autore=Robert J. Chapuis, Amos E. Joel Jr.|titolo=100 YEARS OF TELEPHONE SWITCHING, VOL. 2 Electronics, computers and Telephone Switching (1960,1985)|anno=1990 first edition, 2003 second edition|editore=North Holland Publishing|città=Amsterdam}}</ref><ref>[{{cita testo|url=http://www.biblio.liuc.it/liucpap/pdf/25.pdf |titolo=Bussolati, Camillo, Franco Malerba, and Salvatore Torrisi. L'evoluzione del sistema industriale italiano e l'alta tecnologia. Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo, 1995.]}}</ref><ref>Edquist, Charles, and Leif Hommen. "Public technology procurement and innovation theory." Public technology procurement and innovation. Springer US, 2000. 5-70.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.aconit.org/histoire/colloques/colloque_2004/goby.pdf|titolo=La commutation temporelle, de la naissance en Bretagne au développement mondial (1962-1983)}}</ref>; in particolare non gli fu assegnato del tutto chiaramente il ruolo di "Technology Transfer", per mancanza di decisioni politiche in tal senso<ref>Llerena, Patrick, and Mireille Matt, eds. Innovation policy in a knowledge-based economy: theory and practice. Springer Science & Business Media, 2006., pag. 148</ref>, sebbene in diverse occasioni riuscì ad agire effettivamente come tale<ref>Ad es. verso Italtel, vedi V. Cantoni, e altri, op. cit., pag. 371.</ref>.
 
Dopo una prima fase di espansione, [[Luigi Bonavoglia]]<ref>{{Cita web|url=http://luigi.bonavoglia.eu/|titolo=Luigi Bonavoglia|autore=Paolo Bonavoglia|sito=luigi.bonavoglia.eu|accesso=21 marzo 2017}}</ref> fu nominato primo [[direttore generale]] nel dicembre 1967, quando CSELT contava già circa 130 addetti. In quella data fu inaugurata la sede torinese principale in via Reiss Romoli, con la caratteristica torre alta 75 metri opera dell'architetto [[Nino Rosani]]<ref>{{Cita web|url=http://webthesis.biblio.polito.it/4025/|titolo=Lo CSELT di Torino : progetti e cantieri di Nino e Paolo Rosani : un modello per l’architettura delle telecomunicazio|autore=Zanocchi, Andrea|sito=webthesis.biblio.polito.it|data=21 marzo 2017|accesso=21 marzo 2017}}</ref><ref>"Zanocchi, Andrea Lo CSELT di Torino: progetti e cantieri di Nino e Paolo Rosani: un modello per l'architettura delle telecomunicazio. Rel. Roggero, Costanza and Gianasso, Elena. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura per il progetto sostenibile, 2015"</ref><ref>{{Cita web |url=http://sincronizzando.telecomitalia.com/content/cselt-proiezione-al-futuro |titolo=Chiara Ottaviano: ''Cselt, proiezione al futuro'', Archivio Telecom |accesso=25 maggio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160701011504/http://sincronizzando.telecomitalia.com/content/cselt-proiezione-al-futuro |urlmorto=sì }}</ref><ref>Bertocci, In S., and M. A. R. C. O. Bini. "Le Ragioni del Disegno/The Reasons of Drowing." Atti del 38 Convegno.</ref>. Il centro faceva parte del gruppo STET, ma lavorava anche su committenze esterne, anche internazionali, e su progetti di grandi dimensioni. Questo accadde in particolare nel [[1968]] per un progetto sperimentale di comunicazione numerica via satellite con tecnica [[TDMA]] da parte della compagnia statunitense [[COMSAT]]<ref name="CSELTprimianniBonavoglia">[{{cita testo|url=http://luigi.bonavoglia.eu/torino_cselt.phtml |titolo=Luigi Bonavoglia - Torino 1967-1970 CSELT gli inizi<!-- Titolo generato automaticamente -->]}}</ref>. Questa commessa contribuì alla fama internazionale del Centro che, in questo periodo (1967-1968), partecipò attivamente anche alle specifiche di standardizzazione del [[Pulse-code modulation|PCM]] europeo. Il contributo tecnico alla definizione di standard di comunicazione sarà una costante per tutta la vita futura di CSELT<ref>Dal PCM dalla fine degli anni Sessanta fino ai più recenti standard MPEG degli anni novanta, ma anche nell'ipv6 (cfr. testo della voce).</ref>. Tra le prime competenze riconosciute a CSELT a livello internazionale figurarono i [[ponti radio]] e la progettazione di [[antenna|antenne]], anche nel campo delle trasmissioni satellitari come avvenne già nella commessa citata<ref>[{{cita testo|url=http://luigi.bonavoglia.eu/torino_cselt.phtml |titolo=Paolo Bonavoglia, ''Torino 1967-1970: CSELT gli inizi'']}}</ref>.
 
Nel [[1969]] il Centro iniziò lo studio delle reti a [[commutazione di pacchetto]], tecnica usata anche nei protocolli alla base della rete [[Internet]]; tuttavia l'interesse maggiore fu rivolto ai servizi propriamente telefonici della SIP piuttosto che a quelli di trasmissione dati in senso lato in quanto questi ultimi all'epoca erano assimilati ai servizi postali e quindi di competenza diretta del [[Ministero delle poste e delle telecomunicazioni]]. Per questo motivo l'argomento da studiare fu considerato non tanto ciò che stava nascendo intorno al progetto originario di Internet [[ARPANET]], ma piuttosto il protocollo [[X.25]] in quanto ritenuto più adatto all'architettura tipicamente telefonica, con molta "intelligenza" nella rete e poca nei terminali. Inoltre, la standardizzazione dell'X.25 da parte del [[CCITT]] era a uno stadio ormai avanzato e con diverse caratteristiche tecniche già assodate, come ad esempio nel controllo degli errori di trasmissione<ref name="ReferenceA">V. Cantoni, e altri, op. cit., pag. 382.</ref>.
Riga 60:
=== Anni settanta ===
==== La ricerca sulle fibre ottiche ====
Dopo una fase di studi e sperimentazioni di trasmissione ottica di segnali numerici mediante fascio laser nello spazio libero nella seconda metà degli anni sessanta a opera di Leonardo Michetti<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Giuseppe|cognome=Cocito|data=23 giugno 1981|titolo=Devices for splicing optical fibres and cables|numero=US4274708 A|accesso=21 marzo 2017|url=https://www.google.co.in/patents/US4274708|nome2=Leonardo|cognome2=Michetti}}</ref>, nel [[1971]] il Centro inizia l'attività sulla trasmissione guidata su [[fibra ottica]]. Questa fu preceduta anche dallo studio della trasmissione su [[guida d'onda]] metallica circolare. L'azienda statunitense [[Corning Glass Works]]<ref>{{Cita web|url=https://www.corning.com/worldwide/en/products/communication-networks/products/fiber.html|titolo=Optical Fiber {{!}} Corning|lingua=en|accesso=21 marzo 2017}}</ref> nel 1970 annunciò per prima la realizzazione di fibre ottiche aventi un'attenuazione inferiore ai 20&nbsp;dB/Km<ref>{{Cita web|url=http://www.corning.com/worldwide/en/products/communication-networks/products/fiber/optical-fiber-advantage.html|titolo=Optical Fiber Advantage {{!}} Corning|lingua=en|accesso=21 marzo 2017}}</ref>, un limite definito a priori per lo sfruttamento pratico di queste tecnologie nelle telecomunicazioni. È proprio un accordo con la Corning nell'ottobre 1973 che permise al Centro di avviarne la sperimentazione congiunta<ref>{{Cita web|url=http://www.cmog.org/library/comunicare-con-la-luce-videorecording-videofilm-cselt-centro-studi-e-laboratori|titolo=Library Collection Search {{!}} Corning Museum of Glass|accesso=21 marzo 2017}}</ref>. Le sperimentazioni sulla fibra ottica coordinate dal Centro, in collaborazione con altre società del gruppo IRI-STET, tra cui anche [[Sirti]], [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] e [[SIP (azienda)|SIP]], fecero sì che Torino divenisse la prima città al mondo con un cablaggio in fibra ottica<ref>{{Cita web|url=http://www.chezbasilio.org/cos2-it.htm|titolo=Torino, prima città cablata in fibra ottica|accesso=21 marzo 2017}}</ref><ref name="COSBiblio">Buzzelli, S., Catania, B., Gagliardi, D., & Tosco, F. (1980). Optical fibre field experiments in Italy: COS1, COS2 and COS3/FOSTER. In International Conference on Communications. Seattle (pp. 38-3).</ref><ref>Cocito, G., Costa, B., Longoni, S., Michetti, L., Silvestri, L., Tibone, D., & Tosco, F. (1978). COS 2 Experiment in Turin: Field Test on an Optical Cable in Ducts. Communications, IEEE Transactions on, 26(7), 1028-1036.</ref><ref name="IlDirigente">Basilio Catania, ''Il caso CSELT'', Dirigente d'Azienda n.274, ottobre 2010</ref><ref>[{{cita testo|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/piantina-del-percorso-in-fibra-ottica-tra-centrali-telefoniche-sip-stampali |titolo=Archivio Storico Telecom Italia: "La piantina del percorso in fibra ottica tra le centrali telefoniche SIP Stampalia e Lucento, messo in esercizio - per la prima volta al mondo - il 15 settembre 1977"]}}</ref> nel [[1977]], grazie una connessione sperimentale della lunghezza di 9&nbsp;km (la più lunga fino a quel momento mai sperimentata nel mondo)<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/save/_embed/http://www.chezbasilio.org/immagini/cos1_tests.pdf|titolo=First Italian Experiment with Buried Optical Cable}}</ref>.
 
Un risultato importante di quel progetto fu anche l'ideazione di un nuovo processo per giuntare i tronconi di fibra ottica in maniera semplice e rapida, alla portata di un operaio formato a tale processo, in luogo del complesso processo allora in uso e richiedente numerose e accurate misurazioni con strumentazione costosa. Tale giunto venne chiamato Springroove® ed è documentato nel brevetto di Giuseppe Cocito<ref name="IlDirigente" /><ref>Cocito, Giuseppe. "Device for and method of splicing fiber-optical cables." U.S. Patent No. 4,171,867. 23 Oct. 1979.</ref><ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/springroove-giunto-per-fibre-ottiche-brevettato-nel-1977 |titolo=Springroove: presentazione dall'Archivio storico di Telecom Italia |accesso=7 giugno 2016 |dataarchivio=16 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160816221359/http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/springroove-giunto-per-fibre-ottiche-brevettato-nel-1977 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
L'obiettivo generale della tecnologia della fibra ottica era di disporre di un mezzo trasmissivo più conveniente dei [[Cavo coassiale|cavi coassiali]] in rame in termini di banda trasmissiva, passo di ripetizione, tasso di errore e immunità alle interferenze. La fibra ottica era estremamente più sottile (125 micron con il cladding) dei cavi coassiali usati allora (tipicamente di 11 millimetri di diametro) e riduceva la necessità di ripetizione dei segnali, rendendola adatta alle trasmissioni a lunga distanza. Le ricerche sulle fibre ottiche portarono alla pubblicazione della prima monografia al mondo sull'argomento<ref name="FiberopticsMonography">Technical Staff of Cselt, Optical Fibre Communication, McGraw Hill Book Co., New York, NY, 1981</ref>, e a numerose altre ricerche che ottennero diversi riconoscimenti in ambito internazionale. Nel [[1976]] il nuovo direttore generale del Centro, [[Basilio Catania]],<ref>{{Cita web|url=http://www.chezbasilio.org|titolo=Basilio Catania: a lifelong researcher in telecommunications|accesso=21 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/f88521db0c5494c1550b/US3195060.pdf|titolo=Amplitude detecting device}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Catania|cognome=Basilio|data=20 ottobre 1966|titolo=Low-distortion sweep signal generator with superimposed frequency modulation|accesso=12 marzo 2017|url=https://patents.google.com/patent/US3361986A/en|nome2=Automatic Elect|cognome2=Lab}}</ref> era anche un esperto di fibre ottiche, mentre Luigi Bonavoglia, cui il Centro deve gran parte dei suoi primati tecnici, assunse il titolo di presidente. Più tardi allo stesso Basilio Catania, come riconoscimento internazionale del Centro, fu consegnato il premio "Eurotelecom Prize" da [[Juan Carlos di Spagna]]. Nel 1978 viene realizzato e sperimentato nel Centro un sistema di trasmissione in fibra a 560 Mbit/s su 6 Km di distanza<ref>{{Cita web|url=http://www.chezbasilio.org/fiberoptics.htm|titolo=Basilio Catania's Work on Optical Fiber Communications|data=8 dicembre 2013|accesso=13 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131208125348/http://www.chezbasilio.org/fiberoptics.htm}}</ref>.
 
==== La commutazione numerica e i "Gruppi Speciali" ====
Accanto alla ricerca sui mezzi trasmissivi, si intraprese la ricerca sulla applicazione della commutazione numerica alle centrali telefoniche, resa fattibile dagli sviluppi della [[microelettronica]] digitale e dell'[[informatica]]<ref>{{Cita web|url=http://luigi.bonavoglia.eu/retinumeriche/cap3.phtml|titolo=L'evoluzione della commutazione|autore=Cesare Mossotto|sito=luigi.bonavoglia.eu|accesso=17 aprile 2017}}</ref>. Questo sviluppo, diretto da Alberto Loffreda<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Luigi Bonavoglia, Augusto de Flammineis, Alberto Loffreda|data=|titolo=MODULAR MULTILOOP NETWORKS- A SURVEY OF ROUTING AND SWITCHING METHODS|rivista=Alta Frequenza|volume=Vol. LIV|numero=n.1}}</ref>, grande esperto di commutazione telefonica per la sua precedente esperienza in Ericsson, si concretizzò con la messa in opera dei "Gruppi Speciali" di [[Mestre]]. Questa fu la prima centrale completamente numerica italiana anche se a titolo sperimentale, una sorta di prototipo avanzato, e seconda in Europa, anticipata solo dal francese Platon (E-10), di un anno precedente<ref>{{Cita web|url=http://www.colidre-ft.asso.fr/html/jvc4.htm|titolo=Colidre Web|accesso=2 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Patrick Llerena, Mireille Matt|titolo = Innovation Policy in a Knowledge-Based Economy: Theory and Practice|url = https://archive.org/details/innovationpolicy00ller|anno = 2006|editore = Springer|città = |p = [{{cita testo|url=https://archive.org/details/innovationpolicy00ller/page/n154 |titolo=147]}}}</ref>. È in questo periodo che anche l'Informatica entra pienamente nelle attività di ricerca del Centro.
 
La centrale fu denominata "Gruppi Speciali" in quanto, grazie alle nuove tecniche numeriche, avrebbe dovuto offrire una serie di servizi "speciali" agli utenti collegati. Essa fu un vero e proprio sistema elettronico specializzato nella commutazione dei canali telefonici digitalizzati (PCM) e multiplati nel tempo ([[Time-division multiplexing|TDM]]) secondo lo standard europeo a 32 canali. La centrale, completamente ridondata, fu dotata anche di numerosi accorgimenti avanzati di autodiagnosi e riconfigurazione per soddisfare gli stringenti requisiti di disponibilità del servizio telefonico che era di 2 ore massime di disservizio in 40 anni. L'elettronica venne realizzata all'interno del Centro utilizzando circuiti integrati commerciali [[Transistor-transistor logic|TTL]] ed [[Emitter-coupled logic|ECL]] (questi ultimi con tempi di commutazione dell'ordine di 3 nanosecondi), con una tecnica modulare di derivazione Comsat adatta alla realizzazione prototipale che prevedeva i cablaggi di backplane in wire-wrap, adatti alla [[prototipazione rapida]]. La rete di connessione da 1024 canali, costituita da uno stadio temporale realizzato mediante una memoria bipolare veloce (ECL), venne commissionata all'americana AMS (Advanced Memory Systems)<ref>{{Cita web|url=http://www.chipsetc.com/ams-advanced-memory-systems.html|titolo=AMS Advanced Memory Systems|sito=Vintage Computer Chip Collectibles, Memorabilia & Jewelry|lingua=en|accesso=21 marzo 2017}}</ref>. La rete di connessione in tecnologia digitale è una fondamentale evoluzione rispetto alle centrali semi-elettroniche della generazione precedente (come l'[[1ESS]] del Bell System), in cui la commutazione dei canali telefonici era ancora elettromeccanica essendo attuata mediante [[relè]] di tipo reed. Anche la prima centrale elettronica del sistema PROTEO di Sit Siemens (successivamente, Italtel), installata nel 1975, aveva una rete di connessione in tecnica [[Pulse-amplitude modulation|PAM]] (Pulse Amplitude Modulation) e quindi non era completamente numerica. Il riconoscimento della segnalazione tra centrali con codice multifrequenza era effettuato con tecniche di filtraggio numerico da un banco di filtri appositamente progettati<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/312974410_DIGITAL_FILTER_FOR_MULTI-FREQUENCY_SIGNALLING_RECOGNITION_PART_1|titolo=DIGITAL FILTER FOR MULTI-FREQUENCY SIGNALLING RECOGNITION (PART 1) (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=2 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/312976044_DIGITAL_FILTER_FOR_MULTI-FREQUENCY_SIGNALLING_RECOGNITION_PART_4|titolo=Academic paper (PDF): DIGITAL FILTER FOR MULTI-FREQUENCY SIGNALLING RECOGNITION (PART 4)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 aprile 2017}}</ref>. Il software di controllo, a partire dal [[sistema operativo]] fino al [[software applicativo]] installati sul calcolatore di processo GP16 della Selenia, fu sviluppato nel Centro. Sulla centrale installata a Mestre e su un altro esemplare simile installato nel Centro verranno sperimentati nuovi servizi allora non disponibili sulle centrali tradizionali. La centrale di Mestre rimase operativa per circa 14 anni, fino al 1986. Dopo la realizzazione dei Gruppi Speciali, e una conseguente maggiore collaborazione con [[Italtel]] (a quei tempi, chiamata Sit-siemens), CSELT progettò anche diversi [[Microprocessore|processori]] (M16, M20, e altri successivi), dedicati al controllo delle centrali telefoniche, adottati poi dalla stessa Italtel e da altri costruttori nel mondo.
Riga 75:
Gli innovativi algoritmi di simulazione di quegli anni, successivamente generalizzati<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=14 febbraio 2013|titolo=Swan dws story_270113_pb_google_drive|accesso=10 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/swan-dws-story270113pbgoogledrive-16525591}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/272576412_DWS_85_USER_MANUAL|titolo=Publication: DWS 8.5 USER MANUAL|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=31 marzo 2017}}</ref>, costituiscono tuttora lo stato dell'arte per la progettazione hardware di sistemi numerici multi-gigabit<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/306508351_Digital_Wave_Simulation_of_Lossy_Lines_for_Multi-Gigabit_Applications|titolo=Digital Wave Simulation of Lossy Lines for Multi-Gigabit Applications (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=26 febbraio 2017}}</ref>, come i moderni router IP, e offrono prestazioni di ordini di grandezza superiori alle tecniche tradizionali (Analisi Nodale, Spice)<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/288668128_Digital_Wave_vs_Nodal_Analysis_for_Circuit_Simulation_an_experimental_comparison|titolo=Digital Wave vs. Nodal Analysis for Circuit Simulation: an experimental comparison (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=13 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/316407370_Digital_Wave_vs_Nodal_Analysis_for_Circuit_Simulation_an_experimental_comparison_Part_2|titolo=Digital Wave vs. Nodal Analysis for Circuit Simulation: an experimental comparison (Part 2) (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=23 aprile 2017}}</ref> anche nella simulazione elettromagnetica<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313774123_Digital_Wave_Simulation_of_Quasi-Static_Partial_Element_Equivalent_Circuit_Method|titolo=Digital Wave Simulation of Quasi-Static Partial Element Equivalent Circuit Method (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=L.|cognome=Lombardi|data=1º aprile 2017|titolo=Digital Wave Simulation of Quasi-Static Partial Element Equivalent Circuit Method|rivista=IEEE Transactions on Electromagnetic Compatibility|volume=59|numero=2|pp=429–438|accesso=10 marzo 2017|doi=10.1109/TEMC.2016.2615426|url=http://ieeexplore.ieee.org/document/7676326/|nome2=P.|cognome2=Belforte|nome3=G.|cognome3=Antonini}}</ref>. A più di quaranta anni dalla sua ideazione, l'attività di ricerca relativa a queste tematiche è tuttora in corso nell'ambito del progetto SWAN/DWS<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/SWAN-DWS|titolo=SWAN/DWS by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=20 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/PEEC-DWS|titolo=PEEC-DWS by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=20 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/DWS-vs-SPICE|titolo=DWS vs SPICE by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=20 marzo 2017}}</ref>.
 
Una innovazione di fine anni settanta inizio anni ottanta che conobbe un grande successo industriale e commerciale fu il circuito integrato LSI per la commutazione TDM dei canali PCM, chiamato ECI (Elemento di Commutazione Integrato)<ref>Belforte, P., Bostica, B., Masina, V., & Pilati, L. (1984). Design and development of an LSI digital switching element (ECI)., CSELT Technical Reports, vol. XIII, n.2 - April 1984</ref>. Esso fu ideato da Piero Belforte nel 1978 e successivamente brevettato<ref>[{{cita testo|url=https://www.google.it/patents/EP0039948B1?hl=it&dq=piero+belforte+switching+matrix&cl=en |titolo=Piero Belforte, Bruno Bostica, Luciano Pilati, ''Patent EP 0039948 "PCM switching element"'']}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=24 marzo 1983|titolo=Switching unit for the transfer of digitized signals in PCM system|accesso=22 febbraio 2017|url=https://patents.google.com/patent/US4545051A/en|nome2=Bruno|cognome2=Bostica|nome3=Luciano|cognome3=Pilati}}</ref>. Il circuito integrato fu progettato da Vittorio Masina (SGS)<ref>{{Cita web|url=http://patents.justia.com/inventor/vittorio-masina|titolo=Vittorio Masina Inventions, Patents and Patent Applications - Justia Patents Search|sito=patents.justia.com|lingua=en|accesso=23 marzo 2017}}</ref> su specifiche CSELT elaborate anche da Bruno Bostica e Luciano Pilati e fu prodotto dalla stessa SGS (oggi, [[STMicroelectronics]]) a partire dal 1981, anche quando questa azienda non apparteneva più al gruppo STET. La famiglia di sei componenti integrati [[Application specific integrated circuit|ASIC]] per la commutazione TDM concepita nel Centro<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Piero Belforte, Enzo Garetti|titolo=A new generation of LSI switching networks|rivista=CSELT TECHNICAL REPORTS, WCF '83|volume=1983}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=P.|cognome=Belforte|data=1º settembre 1985|titolo=RTB: A Full-Duplex ECL Transceiver For Wideband Digital Systems|rivista=Solid-State Circuits Conference, 1985. ESSCIRC '85. 11th European|pp=250–255|accesso=10 marzo 2017|url=http://ieeexplore.ieee.org/document/5468095/|nome2=V.|cognome2=Poletto|nome3=M.|cognome3=Sartori}}</ref> fu adottata da numerose aziende. CSELT, trasferì a Italtel tutta la tecnologia relativa a questo componenti e alle reti auto-instradanti, già provate nei suoi laboratori<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/315833569_LSI_SWTCHING_NETWORKS10000_HOURS_TRIAL_ON_A_8K_CHANNELS_SYSTEM|titolo=Academic paper (PDF): LSI SWTCHING NETWORKS:10000 HOURS TRIAL ON A 8K CHANNELS SYSTEM|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 aprile 2017}}</ref>, che vennero così utilizzati per la realizzazione delle nuove centrali di Italtel. Questa tecnologia ASIC, coperta da sei brevetti internazionali<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=13 gennaio 1982|titolo=Modular structure for multistage PCM switching network|accesso=22 febbraio 2017|url=https://patents.google.com/patent/US4473900A/en|nome2=Mario|cognome2=Bondonno|nome3=Enzo|cognome3=Garetti}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313474947_WCF'83_A_NEW_GENERATION_OF_LSI_SWITCHING_NETWORKS|titolo=WCF'83: A NEW GENERATION OF LSI SWITCHING NETWORKS (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=22 febbraio 2017}}</ref>, costituisce tuttora il nucleo delle centrali della [[Centrale telefonica#Architettura della rete Telecom Italia|Linea UT]] che equipaggiano più dei due terzi delle centrali operative in Italia<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/1981-siamo-in-cselt-qui-si-costruisce-futuro|titolo=1981: siamo in Cselt. Qui si costruisce il futuro {{!}} archiviostorico.telecomitalia.com|sito=archiviostorico.telecomitalia.com|accesso=22 febbraio 2017}}</ref> oltre che essere state esportate in numerosi paesi del mondo. Le unità di commutazione da 1024 canali basate sul componente principale ECI (M088 per SGS<ref>{{Cita web|url=http://matthieu.benoit.free.fr/cross/data_sheets/SGS_Technology%20and%20Service_TELECOMMUNICATION_PRODUCTS1983.htm|titolo=SGS Technology and Service TELECOMMUNICATION PRODUCTS September 1983|sito=matthieu.benoit.free.fr|accesso=17 marzo 2017}}</ref>), oggi denominato M3488<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=M3488 datasheet|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/m3488-datasheet}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=M3488 Application Note|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/m3488-application-note}}</ref> e su altri cinque circuiti di supporto<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=13 gennaio 1978|titolo=Method of and means for establishing two-way communication between two stations interconnected by a single signal link|accesso=2 marzo 2017|url=https://patents.google.com/patent/US4162371A/en|nome2=Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni SpA|cognome2=(CSELT)|nome3=Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni SpA|cognome3=(CSELT)}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=P.|cognome=Belforte|data=1º settembre 1985|titolo=RTB: A Full-Duplex ECL Transceiver For Wideband Digital Systems|rivista=Solid-State Circuits Conference, 1985. ESSCIRC '85. 11th European|pp=250–255|accesso=2 marzo 2017|url=http://ieeexplore.ieee.org/document/5468095/|nome2=V.|cognome2=Poletto|nome3=M.|cognome3=Sartori}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Data-extraction circuitry for PCM communication system|accesso=2 marzo 2017|url=https://www.google.com/patents/US4404630}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=15 aprile 1981|titolo=Transceiver for full duplex transmission of digital signals on a single line|numero=EP0026931 A1|accesso=2 marzo 2017|url=https://google.com/patents/EP0026931A1|nome2=Renzo|cognome2=Bortignon}}</ref>, pure prodotti da SGS, utilizzavano una logica d'instradamento distribuita con l'uso di controller a microprocessore (Z80) a livello di singola unità atti a rendere il commutatore auto-instradante. Le strutture multistadio (fino a cinque stadi per reti da 64000 canali) erano caratterizzate da una enorme capacità di smaltimento di traffico e da una potente auto-diagnostica. L'ECI si compone di 35.000 transistor (n-MOS a 4um nella prima realizzazione e, successivamente, CMOS) per una matrice non bloccante di 256 x 256 canali PCM. Circa 27 Milioni di linee telefoniche di molti paesi sono tuttora servite dalle centrali TDM che utilizzano i componenti e le strutture di commutazione dello CSELT. A queste si aggiungono quelle della rete mobile e le applicazioni sulle reti private (PABX). Una comparazione delle tecnologie di commutazione CSELT precedentemente illustrate (Gruppi Speciali/EC8000 e reti ASIC) con le più recenti, che fanno uso di router IP nella rete backbone di TIM, è illustrata in<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313795003_CORE_NETWORK_SWITCHING_TECHNOLOGY_EVOLUTION|titolo=CORE NETWORK SWITCHING TECHNOLOGY EVOLUTION|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 marzo 2017}}</ref> e in<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313882371_DIGITAL_SWITCHING_TECHNOLOGY_EVOLUTION_IN_PSTN|titolo=DIGITAL SWITCHING TECHNOLOGY EVOLUTION IN PSTN|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 marzo 2017}}</ref>. È interessante notare come, a circa quaranta anni dalla sua ideazione (1978), la tecnologia di commutazione ASIC TDM di CSELT coesista ancora con la tecnologia IP nella rete attuale di TIM nonostante il processo di ''"decommissioning"'' del TDM, iniziato appunto dalla rete backbone nei primi [[anni duemila]]<ref>{{Cita news|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/notiziariotecnico/numeri/2014-2/capitolo-01.html|titolo=Il “come” e il “perché” del DecoMmissioning {{!}} Notiziario Tecnico|pubblicazione=Telecom Italia Corporate|accesso=10 marzo 2017}}</ref>.
 
Un altro esempio di innovazione negli sviluppi dei Gruppi Speciali è il brevetto di Alberto Ciaramella applicato nel 1975 riguardante una procedura di [[boot]]strap automatico del calcolatore<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Alberto Ciaramella|titolo = Patent US 4117974 A, "Device for automatically loading the central memory of electronic processors"|url = https://www.google.com/patents/US4117974}}</ref> che, anziché avviarsi tramite una serie di comandi impartiti manualmente dall'operatore in una serie di memorie volatili con conseguente rischio di errori, caricava automaticamente i comandi di avvio da una [[Read Only Memory|memoria fissa]] (ROM, dispositivi di memorizzazione a semiconduttori in luogo delle schede perforate o delle memorie di altro tipo, ad esempio a ferrite) e separata da quella di esecuzione o di massa dedicata allo storage dei programmi applicativi (oggi la norma per la larga maggioranza di computer): il risultato era una affidabilità nell'avvio molto maggiore rispetto allo standard dei computer dell'epoca e una procedura di avvio più semplice, perché ottenuta dalla pressione di un singolo tasto.
 
Infine, nel [[1974]] il Centro presentò il primo sintetizzatore vocale in tempo reale italiano, uno dei primi nel mondo, [[Loquendo#Sintesi della voce|MUSA]], prodotto dal gruppo guidato da Giulio Modena. Una seconda versione, pubblicata nel 1978, era capace di cantare<ref>in particolare, la registrazione del motivo "[[Fra Martino|Fra Martino Campanaro]]" fu distribuita in alcune riviste per il grande pubblico</ref>. Nel 1978 il gruppo di CSELT era la sola realtà industriale al mondo - oltre all'americana [[AT&T]] - a disporre di una tecnologia di sintesi vocale di interesse commerciale<ref>[{{cita testo|url=http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-01-22/voci-loquendo-081815.shtml?uuid=AaqgP6gE |titolo=''Le voci di Loquendo'', Il Sole 24 ore, 22 gennaio 2012]}}</ref>.
 
==== Le immagini in 3D della Sindone ====
Nel [[1978]] il Centro, su iniziativa del prof. [[Giovanni Tamburelli (accademico)|Giovanni Tamburelli]]<ref>{{Cita web|url=http://patents.justia.com/inventor/giovanni-tamburelli|titolo=Giovanni Tamburelli Inventions, Patents and Patent Applications - Justia Patents Search|sito=patents.justia.com|lingua=en|accesso=12 marzo 2017}}</ref> dell'[[Università di Torino]], realizzò presso i propri laboratori alcune immagini tridimensionali della [[Sindone]] di Torino<ref name="sindone">de Brienne, Daniel Raffard. Dizionario della Sindone. Vol. 57. Effata Editrice IT, 1998.</ref><ref name="Tamburelli">Tamburelli, Giovanni. "Studio della Sindone mediante il calcolatore elettronico." L'Elettrotecnica 12 (1983).</ref><ref name="EnslishShroud">{{Cita web|url=http://shroud3d.com/home-page/introduction-3d-studies-of-the-shroud-of-turin-history|titolo=3D Studies of the Shroud of Turin (History)|sito=shroud3d.com|lingua=en|accesso=10 aprile 2018}}</ref><ref name="Balossino">Balossino, Nello. Sindone. Immagini per la conoscenza. Effata Editrice IT, 2010.</ref>, di ancora maggiore nitidezza delle prime immagini tridimensionali realizzate appena pochi mesi prima da due tecnici della [[NASA]], Jackson e Jumper<ref>[{{cita testo|url=http://www.sindone.org/santa_sindone/la_sindone/00024086_La_tridimensionalita.html |titolo=Sindone.org: La tridimensionalità]}}</ref>. Responsabile per il Centro era Giovanni Garibotto.<ref>[{{cita testo|url=https://www.shroud.com/pdfs/duemaggiohandout.pdf |titolo=Aggiornamento sulle principali tematiche sulla Sindone di Torino, Incontro Centri di Sindonologia per la festa liturgica della S. Sindone, 2 Maggio 2015]}}</ref><ref>[{{cita testo|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/studio-della-sindone-con-calcolatore-cselt |titolo=Archivio Telecom Italia: ''Lo studio della Sindone con il calcolatore Cselt'']}}</ref><ref>[{{cita testo|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/cselt-calcolatore-utilizzato-dall-%C3%A9quipe-di-lavoro-diretta-dal-prof-giovann |titolo=Archivio Storico Telecom: "Cselt. Il calcolatore utilizzato dall'équipe di lavoro diretta dal prof. Giovanni Tamburelli per le elaborazioni in 3D della Sindone]}}</ref>
 
Un secondo risultato di Tamburelli fu nell'elaborazione di tali immagini che, oltre a evidenziare la reale tridimensionalità della figura dell'uomo della Sindone, mostrarono la rimozione visuale del "sangue" presente su tutta la figura. Anche le immagini di CSELT ebbero diffusione su giornali e riviste in tutto il mondo, cosa che ha reso il nome del centro conosciuto anche dal grande pubblico internazionale. Tali studi sull'elaborazione di immagini sono state applicate dal Centro anche nello studio della [[Sismologia]].<ref name="Immagini2D">Garibotto, Giovanni. "Wave-signal-processing system with a two-dimensional recursive digital filter." U.S. Patent No. 4,277,834. 7 Jul. 1981.</ref>
 
In questi anni il personale aumenta di circa 45 unità ogni anno, per circa sette anni, assumendo e formando ingegneri, periti, ma anche matematici e fisici, da tutta Italia e perfino qualcuno dall'estero<ref>[{{cita testo|url=http://luigi.bonavoglia.eu/torino_cselt2.phtml?Foto=1976_fo_sirticselt.jpeg |titolo=Paolo Bonavoglia, ''Torino 1970-1976: CSELT la crescita'']}}</ref>. La possibilità di scelta di profili eccellenti o particolarmente promettenti da assumere in CSELT è resa possibile dal mercato del lavoro particolarmente favorevole di quegli anni.<ref>V. Cantoni, e altri, op. cit., pag. 352.</ref>
 
=== Anni ottanta ===
Riga 102:
Di pari passo alle sperimentazioni sui mezzi fisici di trasmissione, proseguì la ricerca sulla codifica del segnale vocale orientata ad aumentare la capacità trasmissiva anche con l'utilizzo di tecniche di compressione del segnale (ad esempio, gli studi di Giancarlo Pirani e Renato Dogliotti<ref name="Compressione">Dogliotti, Renato, Angelo Luvison, and Giancarlo Pirani. "Error probability in optical fiber transmission systems." Information Theory, IEEE Transactions on 25.2 (1979): 170-178.</ref>). Lo studio delle tecniche di compressione coinvolse tanto l'utilizzo di tecniche statistiche per la compressione del segnale, quanto lo studio dei fenomeni psico-acustici del segnale sorgente stesso (come ad esempio fu applicato, pochi anni più tardi, nello standard MP3).
 
Già dal 1980, accanto alle sperimentazioni di sintesi vocale che portarono alla realizzazione del circuito integrato M3950 progettato dal gruppo di Marco Gandini e poi prodotto da SGS<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=gianni bestente|data=14 febbraio 2011|titolo=sintesi vocale allo CSELT : EBT_Sintetizzatore_Vocale_CIF (1).mp4|accesso=20 aprile 2017|url=https://www.youtube.com/watch?v=c_XZL4_WUcM}}</ref>, iniziarono in CSELT gli studi sulle tecnologie di riconoscimento vocale<ref>[{{cita testo|url=http://www.lescienze.it/archivio/articoli/1985/05/01/news/macchine_che_comprendono_la_voce-543888/ |titolo=Roberto Pieraccini, "Macchine che comprendono la voce", Le Scienze, 1985]}}</ref><ref name="PiraniBook">Pirani, Giancarlo, I. Bey, and J. Leuridan. Advanced algorithms and architectures for speech understanding. Springer-Verlag New York, Inc., 1990.</ref> (ad esempio, nel caso del [[riconoscimento del parlatore]]<ref name="riconoscimentoParlatore">Cavazza, Michele, and Alberto Ciaramella. "Device for speaker's verification." U.S. Patent No. 4,752,958. 21 Jun. 1988. (E'il primo brevetto internazionale concesso dall'Europa sul [[riconoscimento del parlatore]], e uno dei primi anche a livello internazionale).</ref>), in Italiano e in diverse altre lingue<ref name="Syntesis">Foti, Enzo, Luciano Nebbia, and Stefano Sandri. "Method of speech synthesis by means of concentration and partial overlapping of waveforms." U.S. Patent No. 5,774,855. 30 Jun. 1998.</ref><ref name="SyntBook">Balestri, M., Lazzaretto, S., Salza, P. L., & Sandri, S. (1993, September). The CSELT system for Italian text-to-speech synthesis. In EUROSPEECH.</ref>.
 
Questo filone si sviluppò grazie alla partecipazione del Centro a due importanti progetti Europei, ESPRIT SIP P26, e SUNDIAL, acronimo di ''Speech Understanding and DIALogue'' (ESPRIT P2218), di tipo FP2, tra il settembre 1988 e l'agosto 1993. Il primo ebbe come risultato un prototipo di riconoscitore vocale italiano, la cui ricerca portò anche alla pubblicazione di un testo edito da Springer nel 1990<ref>Pirani, Giancarlo, ed. Advanced algorithms and architectures for speech understanding. Vol. 1. Springer Science & Business Media, 2013</ref>: il volume è incentrato sugli algoritmi di riconoscimento vocale e redatto in gran parte da ricercatori CSELT, come pure l'editor stesso, Giancarlo Pirani. Il secondo fu il primo grande progetto su vasta scala per un "sistema di dialogo" (cioè un programma capace di dialogare con gli esseri umani tramite l'uso della voce) in Europa, preceduto dal progetto governativo statunitense DARPA<ref>McTear, Michael F. Spoken dialogue technology: toward the conversational user interface. Springer Science & Business Media, 2004.</ref>. SUNDIAL fu inoltre il primo progetto volto a ricercare un approccio sistematico sul parlato naturale multilingua<ref>Hutter, Hans-Peter. Comparison of classic and hybrid HMM approaches to speech recognition over telephone lines. No. 15. vdf Hochschulverlag AG, 1996.</ref> (in particolare, sulle quattro lingue inglese, francese, tedesco e italiano). In questo progetto, CSELT produsse il primo prototipo in assoluto di sistema dialogo per l'Italiano, aprendo un filone applicativo anche all'interno dello Centro stesso.
 
Tra i risultati, vi fu anche la progettazione di RIPAC (''Riconoscitore di Parlato Connesso''), il primo [[circuito integrato]] al mondo di riconoscimento vocale per il parlato "continuo" (cioè, della [[catena parlata]] e non per sole parole isolate).<ref>Cecinati, R., Ciaramella, A., Licciardi, L., Paolini, M., Tasso, R., & Venuti, G. (1990). U.S. Patent No. 4,907,278. Washington, DC: U.S. Patent and Trademark Office.</ref><ref>Cecinati, R., Ciaramella, A., Licciardi, L., & Venuti, G. (1989). Implementation of a dynamic time warp integrated circuit for large vocabulary isolated and connected speech recognition. In First European Conference on Speech Communication and Technology.</ref><ref>[{{cita testo|url=http://sincronizzando.telecomitalia.it/sites/default/files/pdf/CSELT.pdf |titolo="CSELT, da 50 anni verso il futuro", Telecom Italia] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20161128050334/http://sincronizzando.telecomitalia.it/sites/default/files/pdf/CSELT.pdf |data=28 novembre 2016 }}</ref><ref>Cantoni, Virginio, Gabriele Falciasecca, and Giuseppe Pelosi, eds. Storia delle telecomunicazioni. Vol. 1. Firenze University Press, 2011. (pag. 394)</ref>
 
{{Senza fonte|Dopo un periodo di conflitto tra l'indirizzo di Basilio Catania a ricerche a medio-lungo termine e la volontà del gestore che richiedeva un'enfasi alle necessità contingenti, nel 1989 a Basilio Catania succede Cesare Mossotto in veste di direttore generale.}}
 
==== HDT ====
Per dare continuità alle attività sulla simulazione a larga banda, che erano state interrotte dal Centro, e svilupparne il know-how, a fine anni ottanta venne fondata a Torino da Piero Belforte e Giancarlo Guaschino la HDT (High Design Technology)<ref>[{{cita testo|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/hdt-43088292 |titolo=Mariateresa Cosso: presentazione di HDT]}}</ref> la quale svilupperà negli anni una serie di prodotti software altamente innovativi nel settore della Signal/Power Integrity (SI, PI) e della EMC<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/SWAN-DWS|titolo=SWAN/DWS by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=15 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=HDT TOOLS PRESENTATION (2000)|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/hdt-tools-presentation-2000}}</ref>, a partire dal simulatore general-purpose SPRINT<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/272504448_SPRINT_SIGHTS_APPLICATION_BROCHURE|titolo=SPRINT & SIGHTS APPLICATION BROCHURE (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=12 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/272576412_DWS_85_USER_MANUAL|titolo=DWS 8.5 USER MANUAL (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=17 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=5 giugno 2013|titolo=2013 dws timeline_050613|accesso=16 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/pierobelforte/2013-dws-timeline050613}}</ref> oggi DWS. Questo prodotto, venduto insieme al software di visualizzazione e modellamento SIGHTS, venne presto acquisito da importanti manifatturiere europee nei settori TLC (Alcatel, Italtel, AET ecc.), aerospaziale (Aerospatiale, Thomson-Dassault, Selenia ecc.), automotive (Magneti Marelli,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=EMCLO PROJECT: EMC DESIGN METHODOLOGY FOR LAYOUT OPTIMIZATION|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/emclo-project-emc-design-methodology-for-layout-optimization}}</ref> ecc.), computer (Honeywell Bull<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=MERITA PROJECT:METHODOLOGY TO EVALUATE RADIATED EMISSION FROM HIGH DE…|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/merita-projectmethodology-to-evaluate-radiated-emission-from-high-density-multilayer-pcb}}</ref>) e dallo stesso CSELT<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/272885661_DWS_SIMULATION_OF_A_DIGITAL_CROSSCONNECT|titolo=DWS SIMULATION OF A DIGITAL CROSSCONNECT (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=23 marzo 2017}}</ref>. La HDT partecipò anche a diversi progetti Europei<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=30 dicembre 2014|titolo=Belforte multiboard conducted_issues|accesso=15 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/belforte-multiboard-conductedissues}}</ref> con partners accademici e industriali<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=HDT: General overview April 1999|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/hdt-general-overview-april-1999}}</ref> e contribuì attivamente allo sviluppo dello standard IBIS<ref>{{Cita web|url=https://ibis.org/specs/|titolo=IBIS Open Forum - Specifications|sito=ibis.org|accesso=15 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/315258952_IBIS_MODELING_FOR_WIDEBAND_EMC_APPLICATIONS|titolo=IBIS MODELING FOR WIDEBAND EMC APPLICATIONS (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=18 marzo 2017}}</ref>. Sviluppi congiunti di prodotti si ebbero con la franco-tedesca Anacad<ref>{{Cita web|url=http://semiengineering.com/kc/entity.php?eid=22425|titolo=Anacad Electrical Engineering Software GmbH .: SemiEngineering.com|sito=semiengineering.com|lingua=en|accesso=15 marzo 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170316033017/http://semiengineering.com/kc/entity.php?eid=22425|urlmorto=sì}}</ref> che commercializzava il simulatore ELDO del CNET francese, poi ceduto a Mentor Graphics<ref>{{Cita web|url=https://www.mentor.com/products/ic_nanometer_design/analog-mixed-signal-verification/eldo/?clp=1|titolo=Eldo Classic|lingua=en|accesso=17 marzo 2017}}</ref>, e successivamente con la giapponese Zuken<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=HDT mission|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/hdt-mission}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/315381350_HDT-ZUKEN_COOPERATION_ON_SIEMC_TOOLS|titolo=HDT-ZUKEN COOPERATION ON SI/EMC TOOLS (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=19 marzo 2017}}</ref>, uno dei leader mondiali nel software per il progetto elettronico. Importante fu anche la collaborazione con HP per la realizzazione dell'ambiente di modellamento e simulazione HSWB<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/272505151_HP_SYMPOSIUM_1993_NEW_HIGH-PERFORMANCE_MODELING_AND_SIMULATION_ENVIROMENT_FOR_HIGH-SPEED_DIGITAL_SYSTEMS|titolo=HP SYMPOSIUM (1993): NEW HIGH-PERFORMANCE MODELING AND SIMULATION ENVIROMENT FOR HIGH-SPEED DIGITAL SYSTEMS (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=16 marzo 2017}}</ref>. Da HDT nascerà nel dicembre 1997 la controllata HDT TEAM, attiva soprattutto nel comparto TLC, che diventerà anche partner di CSELT in diversi progetti<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=16 marzo 2017|titolo=HDT GROUP 1998|accesso=16 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/hdt-group-1998}}</ref>.
 
=== Anni novanta ===
==== L'orientamento al cliente unico ====
Durante gli anni novanta il Centro, diretto da Cesare Mossotto<ref>{{Cita web|url=https://www.linkedin.com/in/cesare-mossotto-a578625/|titolo=Cesare Mossotto su Linkedin}}</ref>, si orienta esclusivamente al miglioramento della rete e dei servizi forniti da Telecom Italia, diminuendo quindi le proprie attività con il resto del Gruppo IRI-STET, in questi anni in fase di ristrutturazione con cessione di diversi rami di attività. Da questa strategia, ne è conseguita una percentuale crescente di ricavi derivanti da attività per clienti esterni al gruppo: dalla seconda metà degli anni Novanta infatti la percentuale di ricavi extragruppo crebbe fino ad essere poco meno della totalità dei ricavi CSELT nell'anno 1999.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Fabrizio Cesaroni|autore2= Alberto Di Minin|autore3=Andrea Piccaluga|titolo=New strategic goals and organizational solutions in large R&D labs: lessons from Centro Ricerche Fiat and Telecom Italia Lab|url=https://www.iris.sssup.it/bitstream/11382/200201/1/piccaluga.pdf#page=8|rivista=R&D Management|volume=34|numero=1|data=2004|pp=45-56|editore=Wiley|DOIdoi=10.1111/j.1467-9310.2004.00321.x|lingua=en|p=52}}</ref> Questo indicava un forte, e crescente, interesse da parte del mercato per le attività del centro. L'attività di ricerca vera e propria in questi anni venne però limitata solo al 25% dell'attività complessiva del centro, mentre la parte rimanente consiste nelle applicazioni di interesse immediato ed esclusivo del gestore<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/*/cselt.it|titolo=Internet Archive Wayback Machine|sito=web.archive.org|accesso=3 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cselt.it/Cselt/wel4.html|titolo=CSELT: Laboratories and Services|data=9 febbraio 1999|accesso=3 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990209091207/http://www.cselt.it/Cselt/wel4.html}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://cselt.it/Cselt/ben5.html|titolo=CSELT: Laboratori e Servizi|data=2 febbraio 1999|accesso=19 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990202233657/http://cselt.it/Cselt/ben5.html}}</ref>. Tale nuovo rapporto esclusivo verso l'unico cliente viene anche definita con l'aggettivo ''"captive"'' del centro e viene presentato come garanzia di sbocco sul mercato delle applicazioni nate nel Centro. Vengono allestiti, in particolare nella sede distaccata di via Borgaro, dei "Test Plant" costituiti da interi apparati, come la centrale UT100 di Italtel, da sottoporre a prove di qualificazione delle nuove versioni del software di controllo.
 
Tra gli interessi immediati del gestore vi era l'impiego della tecnologia di riconoscimento e sintesi vocale al servizio di rubrica automatizzato che rispondeva al numero telefonico "12", entrato in servizio nel 1993. I servizi basati sulle tecnologie vocali utilizzavano vari prodotti nati nel gruppo di Tecnologie Vocali, come ad esempio Eloquens<ref>{{Cita web |url=http://www.datasheetarchive.com/files/texas-instruments/sc/docs/dsps/softcoop/cseltelq.htm |titolo=Datasheet archive: Eloquens |accesso=2 marzo 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170227133535/http://www.datasheetarchive.com/files/texas-instruments/sc/docs/dsps/softcoop/cseltelq.htm |urlmorto=sì }}</ref> (commercializzato a partire dal 1993), il primo software commerciale Text-to-Speech (TTS) capace di parlare in italiano, seguito da Actor, o il riconoscitore vocale indipendente dal parlatore Auris<ref>[{{cita testo|url=http://www.datasheetarchive.de/files/texas-instruments/sc/docs/dsps/softcoop/cseltaur.htm |titolo=Datasheet archive: AURIS]}}</ref>, seguito da Flexus<ref>[{{cita testo|url=http://www.datasheetarchive.de/files/texas-instruments/sc/docs/dsps/softcoop/cseltflx.htm |titolo=Datasheet archive: Flexus]}}</ref>, riconoscitore vocale capace di operare con un dizionario ampliabile e non più fisso. Questi e altri blocchi costituirono i sistemi di dialogo per l'uso commerciale e uno di questi sistemi, Dialogos, unione di Flexus e Actor, è proprio quello alla base del servizio 12, mentre VoxNauta permise la navigazione internet tramite comandi vocali, facendo uso dello standard [[VoiceXML]]<ref>{{Cita web |url=http://www.voicexml.org/solutions/loquendo-voxnauta-platform/ |titolo=VoiceXML Forum: VoxNauta |accesso=3 marzo 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170304040752/http://www.voicexml.org/solutions/loquendo-voxnauta-platform/ |urlmorto=sì }}</ref><ref>[{{cita testo|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/016763939500030R |titolo=Billi, Roberto, et al. "Interactive voice technology at work: The CSELT experience." Speech communication 17.3-4 (1995): 263-271]}}</ref>.
 
Un altro esempio è il progetto THRIS di qualificazione dell'hardware per telecomunicazioni<ref>{{Cita web|url=http://cselt.it/Cselt/thris/thris1.html|titolo=THRIS|data=28 gennaio 1999|accesso=3 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990128013418/http://cselt.it/Cselt/thris/thris1.html}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=27 febbraio 2001|titolo=Constructive module of an electronic telecommunications equipment, with an interface towards a testing and diagnosing system|numero=US6194909 B1|accesso=3 marzo 2017|url=https://www.google.it/patents/US6194909|nome2=Flavio|cognome2=Maggioni}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=20 novembre 2001|titolo=Probe for fault actuation devices|numero=US6320390 B1|accesso=3 marzo 2017|url=https://www.google.it/patents/US6320390|nome2=Flavio|cognome2=Maggioni}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/281625611_THRIS_PROJECT_IMAGES|titolo=THRIS PROJECT IMAGES (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=3 marzo 2017}}</ref> sviluppato in collaborazione con [[Hewlett-Packard|HP]]<ref>{{Cita web|url=http://www.tmo.hp.com/tmo/|titolo=Welcome to HP Test & Measurement|data=10 febbraio 1999|accesso=3 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990210055330/http://www.tmo.hp.com/tmo/}}</ref>, HDT<ref>{{Cita web|url=http://www.alpcom.it/edm-hdt/hdt/index.htm|titolo=HDT Home Page|data=20 aprile 1999|accesso=3 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990420000541/http://www.alpcom.it/edm-hdt/hdt/index.htm}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=30 dicembre 2014|titolo=HDT (High Design Technology) Company Presentation|accesso=11 marzo 2017|url=https://pt.slideshare.net/PieroBelforte1/hdt-43088292}}</ref> e Telecom Italia con l'obbiettivo di migliorare la qualità dei prodotti acquisiti da quest'ultima per essere utilizzati nella rete TLC. Il progetto omonimo<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=THRIS PROJECT: CSELT HDT COOPERATION|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/thris-project-cselt-hdt-cooperation}}</ref> vide anche la collaborazione di enti universitari quali il Politecnico di Torino e L'Università di [[Lilla (Francia)|Lilla]] e di importanti manifatturiere del settore tra cui le francesi Alcatel e Aerospatiale, e portò allo sviluppo di un prodotto di qualificazione altamente innovativo successivamente acquisito da Telecom Italia<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/273062110_PREDICTIVE_AND_EXPERIMENTAL_HARDWARE_ROBUSTNESS_EVALUATION|titolo=PREDICTIVE AND EXPERIMENTAL HARDWARE ROBUSTNESS EVALUATION (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=3 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/273062682_THRIS_AN_INTEGRATED_ENVIRONMENT_FOR_TESTING_THE_ROBUSTNESS_OF_TELECOM_APPARATUS|titolo=THRIS: AN INTEGRATED ENVIRONMENT FOR TESTING THE ROBUSTNESS OF TELECOM APPARATUS (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=3 marzo 2017}}</ref> e raccomandato dalla stessa ai fornitori. Vennero sviluppati diversi moduli software e strumentali del sistema inclusa l'analisi predittiva delle emissioni elettromagnetiche di piastre basata sul software di analisi post-layout PRESTO<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=22 dicembre 2014|titolo=Presto training course_1999|accesso=15 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/presto-training-course1999}}</ref> di HDT. THRIS venne impiegato per la qualificazione di apparati di commutazione e trasmissione sia nei test plant CSELT che di Telecom Italia. Numerose campagne di prove nelle camere anecoiche del Centro servirono a validare i metodi predittivi sviluppati da HDT. I risultati vennero presentati a congressi sulla EMC (Roma 1996<ref>{{Cita web|url=http://www.gbv.de/dms/tib-ub-hannover/226997707.pdf|titolo=EMC '96 ROMA International Symposium on Electromagnetic Compatibilty}}</ref>, Zurigo 1998<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=18 gennaio 2010|titolo=Prediction of Pcb Radiated Emissions (Emc Symposium Zurich 1998)|accesso=16 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/pierobelforte/prediction-of-pcb-radiated-emissions-emc-symposium-rome-1998}}</ref>) e in occasione di mostre e seminari come a Brest in Francia e presso la Hp in Italia<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 gennaio 2010|titolo=Predictive And Experimental Hardware Robustness Evaluation Hp Seminar…|accesso=16 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/pierobelforte/predictive-and-experimental-hardware-robustness-evaluation-hp-seminar-1997}}</ref>. Venne anche creato un gruppo di utenti denominato TUG (THRIS USERS GROUP) per la formazione tecnica sugli strumenti innovativi di verifica del progetto hardware inclusi nel sistema. Dopo la improvvisa chiusura del progetto THRIS nel 2000, una sua evoluzione per l'impiego su sistemi multi-gigabit, appositamente studiata da Piero Belforte in veste di ricercatore indipendente, portò allo sviluppo del sistema di test HiSAFE<ref name="researchgate.net">{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/HiSAFE|titolo=HiSAFE by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=12 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/281593246_HiSAFE_probes_DWS_simulations_at_5Gbps|titolo=HiSAFE probes DWS simulations at 5Gbps. (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=3 marzo 2017}}</ref> adottato da [[Cisco Systems]] come metodologia di inserzione di guasti simulati sui router IP di nuova generazione per aumentarne l'affidabilità e la disponibilità di servizio. Tali sistemi di test vennero utilizzati da Cisco nella versione più aggiornata HiSAFE+ ideata per trattare segnali numerici fino a 20Gbit/s all'interno dei router IP<ref name="researchgate.net" /><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/281593431_HiSAFE_PRESENTATION|titolo=HiSAFE+ PRESENTATION. (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=3 marzo 2017}}</ref> utilizzati in Internet e nelle dorsali IP delle reti pubbliche di telecomunicazioni.
Riga 124:
 
==== Telefonia mobile ====
Non fu tuttavia abbandonato il filone di ricerca nell'ambito più strettamente telefonico, che vide tra l'altro le prime sperimentazioni italiane dello standard [[UMTS]] per la telefonia mobile. È proprio in CSELT infatti, in collaborazione con [[TIM]] ed [[Ericsson]], che fu effettuata la prima telefonata urbana UMTS in Europa, ovvero la prima videochiamata urbana in Europa, il 16 novembre 1999<ref>http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/cselt-effettua-prima-telefonata-umts-in-ambiente-urbano-a-livello-europeo-c Fonte: Telecom Italia, archivio storico</ref><ref>Bollea, L., Bracali, F., Palestini, V., & Romano, G. (1999). UMTS experimental system in Italy-first evaluation of multimedia services in a 3 rd generation mobile system. In Mobile Multimedia Communications, 1999.(MoMuC'99) 1999 IEEE International Workshop on (pp. 345-349). IEEE.</ref>. Inoltre, per conto di TIM, in CSELT fu sperimentata la tecnologia per la TIM Card, la prima scheda telefonica prepagata e ricaricabile per GSM al mondo<ref name="TIMCard">http://www.corsi.storiaindustria.it/settoriindustriali/energiatelecom/sip/storia/30.shtml Storia dell'Industria</ref><ref>[{{cita testo|url=http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf |titolo=Storia dell'Industria: SIP-Telecom Italia, Chiara Ottaviano]}}</ref>, lanciata sul mercato il 7 ottobre [[1996]] e l'Italia fu dunque il primo paese a introdurre tale sistema di pagamento nell'ambito telefonico.
 
==== Rete fissa ====
Riga 130:
 
==== Internet ====
Oltre ai servizi associati direttamente alla telefonia, con la diffusione di [[Internet]] e della [[banda larga]] (con la nascita dell'[[ADSL]]), l'attività si orientò anche verso lo studio di vari media digitali quali la televisione interattiva e le tecnologie applicabili di preferenza ai servizi telefonici e internet della SIP (confluita nel [[1994]] in [[Telecom Italia]]). L'attività del Centro si svolse sempre in collaborazione con enti di standardizzazione internazionali quali, ad esempio, [[W3C]] (fin dalla sua costituzione, cioè dal [[1995]], con la nascita degli standard di comunicazione dell'Internet moderna proprio grazie all'attività di standardizzazione del W3C), l'[[ECTF]] (un altro gruppo che lavorava proprio sugli standard propri della comunicazione via internet dal [[1998]], anche in questo caso fin dalla sua costituzione - ad esempio sullo standard di trasmissione su Internet IPv6), e altri. In particolare, lo CSELT collaborò nella specifica dell'[[IPv6]]<ref>RFC 3053</ref>, implementando, per la prima volta al mondo, un IPv6 Tunnel Broker, a opera di Ivano Guardini<ref>Durand, A., Fasano, P., Guardini, I., & Lento, D. (2000). IPv6 tunnel broker (No. RFC 3053).</ref><ref>[{{cita testo|url=https://www.key4biz.it/internet-italia-viale-del-tramonto-sixxs-la-notte-buia-ipv6/185226/ |titolo=key4biz: ''Internet in Italia, il viale del tramonto di SixXS e la notte buia di IPv6'']}}</ref>.
 
È proprio presso CSELT che si riunì regolarmente, già dalla prima volta nel febbraio 1994, il gruppo di standardizzazione [[Ente nazionale italiano di unificazione|UNINFO]] (incaricato di applicare in Italia la normativa ISO 6523) che costituisce la Internet Naming Authority italiana, la quale a sua volta definisce le regole a cui deve conformarsi la [[Registration Authority Italiana|Registration Authority]] nazionale<ref>[{{cita testo|url=http://www.netregister.biz/nainfo.htm |titolo=NetRegister.it: ''What is the Naming Authority?'']}}</ref><ref>Cassano, Giuseppe, Alfonso Contaldo. Internet e tutela della libertà di espressione. Vol. 152. Giuffrè Editore, 2009., pag. 110</ref>.
 
==== Multimedialità ====
Riga 139:
==== MP3 ====
Nell'ambito della codifica del segnale audio/video, acquistò una popolarità particolarmente vasta il comitato tecnico internazionale [[MPEG]]<ref>{{Cita web|url=http://www.cselt.it/mpeg/|titolo=MPEG Home Page|data=2 marzo 1999|accesso=19 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19990302024108/http://www.cselt.it/mpeg/#MPEG_Life}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://mpeg.cselt.it/|titolo=MPEG Home Page|data=30 aprile 2001|accesso=21 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20010430070102/http://mpeg.cselt.it/}}</ref> fondato e guidato da [[Leonardo Chiariglione]] di CSELT che portò alla nascita dello standard di compressione audio [[MP3]] che ebbe origine proprio dal settore delle telecomunicazioni, per poter trasmettere segnali audio di buona qualità senza dover rivoluzionare la rete esistente, e di diversi altri standard per la codifica video come [[MPEG-1]], [[MPEG-2]], [[MPEG-4]], quest'ultimo sulla Tv Interattiva<ref>Balboni, Gian Paolo, and Giovanni Venuti. DTT e servizi interattivi: Come e perché della nuova televisione. TILAB, 2004.
APA</ref>). Lo studio degli algoritmi di compressione dei segnali audio/video fu avviato con grande tempismo rispetto a quanto avveniva nel resto del mondo<ref>Franco Valentini, "Le idee che verranno", Franco Angeli, 2007</ref>. Il lavoro di standardizzazione dell'algoritmo MP3, è anche citato come un esempio virtuoso di collaborazione europea.<ref>[{{cita testo|url=https://www.01net.it/amazon-continua-a-investire-in-italia/ |titolo=01net: ''Amazon continua ad investire in Italia'']}}</ref>
 
Le tecnologie vocali utilizzate nei sistemi di dialogo via telefono furono riconosciute con il Premio Eurospeech '97 quale migliore sistema di dialogo tra l'uomo e computer tra i principali sistemi al mondo<ref>[{{cita testo|url=https://web.archive.org/web/19980208185854/http://cselt.it/Cselt/NOTIZIE/COMSTAM/comun11.htm |titolo=Comunicato stampa: CSELT vince il premio di Eurospeech ’97 per la tecnologia vocale, Rodi, 25 Settembre 1997]}}</ref>.
 
=== Anni 2000 ===
Nel [[2000]] il Centro impiegava oltre 1200 addetti, tre quarti dei quali laureati e impiegati in area tecnica<ref name="Numbers2000">[{{cita testo|url=http://www.wtec.org/loyola/wireless/0c_02.htm |titolo=APPENDIX C. SITE REPORTS-EUROPE]}}</ref>, distribuiti su cinque sedi, tutte nel torinese.
 
Il CSELT nel 2000 è un centro di ricerca di affermata rilevanza internazionale. Il suo portafoglio di [[brevetto|brevetti]] è di "qualità estremamente elevata" e la sua posizione è "indiscutibilmente ottima" nel panorama della ricerca italiana, tanto pubblica che privata.<ref name="Bonaccorsi">{{cita libro|autore=Andrea Bonaccorsi|titolo= La scienza come impresa: contributi alla analisi economica della scienza e dei sistemi nazionali di ricerca|volume= 122|editore= Franco Angeli|data= 2000||pp= 195 - 218}}</ref>