CSELT: differenze tra le versioni
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{{P|Voce farcita di note inutili e soprattutto, nella maggior parte dei casi, autorefenziali, riferite a soggetti non neutrali perché aventi a che fare con l'azienda.|aziende|giugno 2017}}
{{Azienda
|nome=CSELT
|logo=Cselt_logo.gif
|forma societaria=Società per azioni
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'''CSELT''' ([[acronimo]] di '''Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni'''<ref>{{cita web|url=https://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/euroacronimi/cselt/|titolo=CSELT|sito=Dipartimento per le Politiche Europee
Presidenza del Consiglio dei Ministri|accesso=16 novembre 2021}}</ref>) è stato un istituto di [[Ricerca scientifica|ricerca]] [[Torino|torinese]] nel campo delle [[telecomunicazioni]]<ref name="Generalita">{{cita testo|url=http://www.museotorino.it/view/s/b45c1d5f7f1041e79b6807acf4bec8fb|titolo=MuseoTorino - Scheda: CSELT ora TILab}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://fupress.com/archivio/pdf/2066_8719.pdf|titolo=STORIA DELLE TELECOMUNICAZIONI}}</ref>, il principale del ramo in [[Italia]] e uno dei più importanti d'[[Europa]] e a livello internazionale<ref>Virginio Cantoni, Gabriele Falciasecca, Giuseppe Pelosi, Storia delle Telecomunicazioni, vol.1, Firenze: Firenze university press, 2011, pag. 353: "[...]sotto la guida del prof. [[Luigi Bonavoglia]] che nel 1967 sostituì Guglielmo Ginocchio (già direttore dello CSEL)[...] In pochi anni lo CSELT diventò uno dei centri di avanguardia nella ricerca in Italia".</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.litaliachiamo.it/310/cronologia-1960-2011#1|titolo=L'Italia
Con i suoi laboratori il Centro fornisce importanti contributi all'innovazione in varie aree delle telecomunicazioni: dalla tecnologia di base, alle reti, ai servizi come la Richiamata su Occupato con il numero "5" ed il televoto.
Dalle ricerche sulla [[Sintesi vocale|sintesi]] e il [[riconoscimento vocale]], applicate anche nel campo delle telecomunicazioni per il sociale agli studi sulle [[Archiettura di rete|architetture di rete]] e messa in campo di servizi [[Multimedialità|multimediali]], dalla ricerca sulla [[Radiopropagazione|propagazione]] delle [[Onda elettromagnetica|onde elettromagnetiche]], alla pianificazione della [[rete cellulare]] radiomobile, dalla codifica del [[Segnale (fisica)|segnale]] [[video]], alla [[televisione digitale]] [[Interattività|interattiva]]."</ref>.
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==== La commutazione numerica e i "Gruppi Speciali" ====
Accanto alla ricerca sui mezzi trasmissivi, si intraprese la ricerca sulla applicazione della commutazione numerica alle centrali telefoniche, resa fattibile dagli sviluppi della [[microelettronica]] digitale e dell'[[informatica]]<ref>{{Cita web|url=http://luigi.bonavoglia.eu/retinumeriche/cap3.phtml|titolo=L'evoluzione della commutazione|autore=Cesare Mossotto|sito=luigi.bonavoglia.eu|accesso=17 aprile 2017}}</ref>. Questo sviluppo, diretto da Alberto Loffreda<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Luigi Bonavoglia, Augusto de Flammineis, Alberto Loffreda|data=|titolo=MODULAR MULTILOOP NETWORKS- A SURVEY OF ROUTING AND SWITCHING METHODS|rivista=Alta Frequenza|volume=Vol. LIV|numero=n.1}}</ref>, grande esperto di commutazione telefonica per la sua precedente esperienza in Ericsson, si concretizzò con la messa in opera dei "Gruppi Speciali" di [[Mestre]]. Questa fu la prima centrale completamente numerica italiana anche se a titolo sperimentale, una sorta di prototipo avanzato, e seconda in Europa, anticipata solo dal francese Platon (E-10), di un anno precedente<ref>{{Cita web|url=http://www.colidre-ft.asso.fr/html/jvc4.htm|titolo=Colidre Web|accesso=2 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Patrick Llerena, Mireille Matt|titolo = Innovation Policy in a Knowledge-Based Economy: Theory and Practice|url = https://archive.org/details/innovationpolicy00ller|anno = 2006|editore = Springer|città = |p = {{cita testo|url=https://archive.org/details/innovationpolicy00ller/page/n154|titolo=147
La centrale fu denominata "Gruppi Speciali" in quanto, grazie alle nuove tecniche numeriche, avrebbe dovuto offrire una serie di servizi "speciali" agli utenti collegati. Essa fu un vero e proprio sistema elettronico specializzato nella commutazione dei canali telefonici digitalizzati (PCM) e multiplati nel tempo ([[Time-division multiplexing|TDM]]) secondo lo standard europeo a 32 canali. La centrale, completamente ridondata, fu dotata anche di numerosi accorgimenti avanzati di autodiagnosi e riconfigurazione per soddisfare gli stringenti requisiti di disponibilità del servizio telefonico che era di 2 ore massime di disservizio in 40 anni. L'elettronica venne realizzata all'interno del Centro utilizzando circuiti integrati commerciali [[Transistor-transistor logic|TTL]] ed [[Emitter-coupled logic|ECL]] (questi ultimi con tempi di commutazione dell'ordine di 3 nanosecondi), con una tecnica modulare di derivazione Comsat adatta alla realizzazione prototipale che prevedeva i cablaggi di backplane in wire-wrap, adatti alla [[prototipazione rapida]]. La rete di connessione da 1024 canali, costituita da uno stadio temporale realizzato mediante una memoria bipolare veloce (ECL), venne commissionata all'americana AMS (Advanced Memory Systems)<ref>{{Cita web|url=http://www.chipsetc.com/ams-advanced-memory-systems.html|titolo=AMS Advanced Memory Systems|sito=Vintage Computer Chip Collectibles, Memorabilia & Jewelry|lingua=en|accesso=21 marzo 2017}}</ref>. La rete di connessione in tecnologia digitale è una fondamentale evoluzione rispetto alle centrali semi-elettroniche della generazione precedente (come l'[[1ESS]] del Bell System), in cui la commutazione dei canali telefonici era ancora elettromeccanica essendo attuata mediante [[relè]] di tipo reed. Anche la prima centrale elettronica del sistema PROTEO di Sit Siemens (successivamente, Italtel), installata nel 1975, aveva una rete di connessione in tecnica [[Pulse-amplitude modulation|PAM]] (Pulse Amplitude Modulation) e quindi non era completamente numerica. Il riconoscimento della segnalazione tra centrali con codice multifrequenza era effettuato con tecniche di filtraggio numerico da un banco di filtri appositamente progettati<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/312974410_DIGITAL_FILTER_FOR_MULTI-FREQUENCY_SIGNALLING_RECOGNITION_PART_1|titolo=DIGITAL FILTER FOR MULTI-FREQUENCY SIGNALLING RECOGNITION (PART 1) (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=2 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/312976044_DIGITAL_FILTER_FOR_MULTI-FREQUENCY_SIGNALLING_RECOGNITION_PART_4|titolo=Academic paper (PDF): DIGITAL FILTER FOR MULTI-FREQUENCY SIGNALLING RECOGNITION (PART 4)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 aprile 2017}}</ref>. Il software di controllo, a partire dal [[sistema operativo]] fino al [[software applicativo]] installati sul calcolatore di processo GP16 della Selenia, fu sviluppato nel Centro. Sulla centrale installata a Mestre e su un altro esemplare simile installato nel Centro verranno sperimentati nuovi servizi allora non disponibili sulle centrali tradizionali. La centrale di Mestre rimase operativa per circa 14 anni, fino al 1986. Dopo la realizzazione dei Gruppi Speciali, e una conseguente maggiore collaborazione con [[Italtel]] (a quei tempi, chiamata Sit-siemens), CSELT progettò anche diversi [[Microprocessore|processori]] (M16, M20, e altri successivi), dedicati al controllo delle centrali telefoniche, adottati poi dalla stessa Italtel e da altri costruttori nel mondo.
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